sabato, gennaio 16, 2010

Class Action contro la Pubblica Amministrazione

Class Action, partono cause contro
la
Pubblica Amministrazione
Consumatori attaccano su vaccini e scuola
Dalllo scorso 15 c.m.  entra in vigore la class action nella pubblica amministrazione e il Codacons parte all'attacco notificando tre azioni collettive contro altrettante amministrazioni statali e, in particolare, la sanità, la sicurezza e la scuola.
Con la prima si chiede il blocco del pagamento dei vaccini contro il virus H1N1, con la seconda di mettere in sicurezza le aree a rischio frana in nove comuni dichiarati ad alto rischio, e con la terza di risarcire le famiglie i cui ragazzi sono costretti a studiare in classi troppo affollate come "pollai".
Va da sé che queste tre iniziative o qualcuna di esse abbia di sicuro un esito favorevole ma, come dicevano i nostri padri, tentar non nuoce soprattutto perché, in effetti, ci si rivolge contro tre gravi problemi sottovalutati da chi di dovere, problemi che vanno a tutto danno dei cittadini in generale.

Trattati, come da sempre, a pesci in faccia ed un calcio sul sedere.




Ecco nel dettaglio le 'azioni' promosse dal Codacons: 




* BLOCCO PAGAMENTO VACCINO H1N1.
 L'associazione chiede ai ministeri della Salute, dell'Economia e al direttore Generale della Sanità, Fabrizio Oleari, di risolvere subito il contratto con le industrie farmaceutiche relativo alla fornitura di vaccini contro l'Influenza A per il nostro Paese.
Obiettivo: "far ottenere agli utenti del servizio sanitario (oltre 60 milioni di cittadini) i soldi già pagati dall'Italia per l'acquisto di 24 milioni di dosi del vaccino, soldi che rappresentano una spreco immane vista la scarsa adesione alla vaccinazione e l'allarme legato al virus H1N1 che fin dall'origine, non sussistendo i presupposti di una "pandemia" come definita dall'Oms, era del tutto esagerato".

Il risarcimento chiesto, spiega il Codacons, è pari ai 186 milioni di euro spesi per l'acquisto dei vaccini inutilizzati e corrispondente alla somma della frazione di spettanza per ciascuno degli iscritti al servizio sanitario (60.067.070 persone, fonte Istat) dell'importo di 3 euro circa, oltre a 50 euro di risarcimento "simbolico" per ogni iscritto, per un totale di oltre 9,3 miliardi di euro. 




* IN SICUREZZA AREE A RISCHIO. 
Si chiede al responsabile della Protezione Civile, ai sindaci, alle Province e alle Regioni interessate
 "di mettere in sicurezza, entro 90 giorni, alcune zone a rischio frana già individuate dalle pubbliche autorità
(Roccaraso, Noli, Civitanova del Sannio, Erice, AciCastello, Santa Marinella, Mandatorriccio, San Lorenzo Maggiore, Gavazzana),
e di disporre un risarcimento in favore degli abitanti di questi comuni a rischio, per i pericoli corsi ancora oggi a causa del dissesto del proprio territorio.

La misura del risarcimento è di 100 mila euro a famiglia, e i cittadini interessati sono oltre 75.000, per un totale di circa 7,5 miliardi di euro, oltre ai costi sostenuti per 'mettere in sicurezza' da soli la propria casa". 




* NO A 'CLASSI-POLLAIO'.
 Decorsi i 90 giorni dalla diffida, con la terza azione collettiva si chiederà al Tar del Lazio di ordinare al ministero della Pubblica Istruzione e ai 20 direttori scolastici regionali di rispettare il limite previsto dalle leggi vigenti di 25 alunni per aula.
I genitori degli studenti costretti a fare lezioni in classi sovraffollate e dove il numero di alunni supera le 25 unità, così come i docenti, possono aderire alla class action e chiedere un risarcimento che il Codacons stima in 250 euro a studente.
Nel ricorso si chiede la restituzione alle famiglie di una parte della tassa scolastica pagata in proporzione al minore spazio a disposizione di ciascun alunno.
La legge, ricordano i consumatori, prevede 1.80 mq per alunno nelle scuole materne, elementari e medie e 1,96 mq per alunno nelle scuole superiori, oltre il danno connesso al rischio per la sicurezza e la diminuzione del servizio istruzione reso ridicolo da classi pollaio di 35-40 alunni a causa dei tagli agli organici del personale docente.
 Sulla base delle sole segnalazioni pervenuteci (oltre 150 istituti per 4.100 alunni) - conclude l'associazione - la somma richiesta è pari a oltre un milione di euro.


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