giovedì, aprile 30, 2009

La confessione di Berlusconi

LA CONFESSIONE DI SILVIO BERLUSCONI

Berlusconi: 'Signor parroco, mi vorrei confessare'
Parroco: 'Certo figliolo, qual'è il tuo nome?
'Berlusconi: 'Silvio Berlusconi, padre.
'Parroco: 'Ah! Ah! Il presidente del Consiglio!?
'Berlusconi: 'Sì, padre.
'Parroco: 'Ascolta, figliolo, credo che il tuo caso richieda una competenza superiore.
È meglio che tu ti rechi dal Vescovo.'
Così Berlusconi si presenta dal Vescovo, chiedendogli se può confessarlo.
Vescovo: 'Certo, come ti chiami?
'Berlusconi: 'Silvio Berlusconi'
Vescovo: 'Il presidente del Consiglio? No, caro mio, non ti posso confessare:il tuo è un caso difficile. È meglio che tu vada in Vaticano.'
Berlusconi va dal Papa.
Berlusconi: 'Sua Santità, voglio confessarmi.
'Papa: 'Caro figlio mio, come ti chiami?'
Berlusconi: 'Silvio Berlusconi'
Papa: 'Ahi! Ahi! Ahi! Figliolo! Il tuo caso è molto difficile per me.
Guarda qui, sul lato del Vaticano c'è una cappella.
Al suo interno troverai una croce.
Il Signore ti potrà ascoltare.
'Berlusconi, giunto nella cappella, si rivolge alla Croce: 'Signore, voglio confessarmi.'
Gesù: 'Certo, figlio mio, come ti chiami?
'Berlusconi: 'Silvio Berlusconi.'
Gesù: 'Ma chi? Il Presidente del Consiglio?
'Berlusconi: 'Sì, signore.'
Gesù: 'L'ex amico di Craxi?'Berlusconi:
'Sì, signore.
'Gesù: 'L'inventore dello scudo fiscale per far rientrare dalle isole Cayman e da Montercarlo tutti i soldi che i tuoi amici hanno sottratto al fisco?
'Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'L'amico dei Neo-Fascisti e Neo-Nazisti, particolare che si è dimenticato di riferire al Congresso americano?
'Berlusconi: 'Ehm... sì, Signore.
'Gesù: 'Quello che ha abbassato dell'1% le tasse dirette e costretto comuni/province/regioni ad aumentare le tasse locali del 45% per tenere aperti asili, trasporti, servizi sociali essenziali?'
Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'Quello che ha ricandidato 13 persone già condannate con sentenza passata in giudicato?
'Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'Quello che ha modificato la legge elettorale in modo che siano le segreterie di partito a scegliere gli eletti e non più i cittadini?
'Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'Quello che ha omesso qualsiasi controllo sull'entrata in vigore dell'Euro permettendo a negozianti e professionisti di raddoppiare i prezzi in barba a pensionati e lavoratori a reddito fisso?
'Berlusconi: 'Sì, signore.'
Gesù: 'Quello che ha abolito la tassa di successione per i patrimoni miliardari e subito dopo ha cointestato le sue aziende ai figli?
'Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'Quello che ha quadruplicato il suo patrimonio personale e salvato le sue aziende dalla bancarotta da quando è al governo e che dice che è entrato in politica gratis per il bene degli italiani?
'Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'Quello che ha epurato dalla RAI i personaggi che non gradiva?
'Berlusconi: 'Sì, signore.'Gesù: 'Quello che ha fatto la Ex-Cirielli, la Cirami e la salva-Previti ?
'Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'Quello che ha fatto una voragine nei conti dello stato e ha cambiato 3 volte ministro del tesoro?
'Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'Quello che ha dato, a spese degli italiani, il contributo per il decoder digitale per permettere al fratello di fare soldi con una società che li produceva?
'Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'Quello che depenalizzato il falso in bilancio ed ha introdotto la galera per chi masterizza i DVD?
'Berlusconi: 'Sì, signore.
'Gesù: 'Quello che ha permesso alla Francia di saccheggiare la BNL e si è fatto prendere a pesci in faccia quando ENEL ha tentato di acquisire una società francese?'
Berlusconi: 'Ehm... sono sempre io, Signore.
'Gesù: 'Figlio mio, non hai bisogno di confessare. Tu devi solamente ringraziare.
'Berlusconi: 'Ringraziare????
E chi, Signore?
'Gesù: 'Gli antichi Romani, per avermi inchiodato qui.
Altrimenti sarei sceso e t'avrei fatto un
MAZZO COSÌ!!!

Si avvicina il tempo di elezioni


GLI ACCHIAPPAVOTI
dei merli che ci cascano

Nominativi di candidate e di candidati ne abbiamo visti e sentiti tanti.
Di solito, parlo esclusivamente delle liste serie, si vanno cercando personaggi illustri che, almeno sulla carta, dovrebbero garantire, una volta elette od eletti, un notevole contributo per lo sviluppo di una politica in grado di risolvere i mille problemi che attanagliano tutti noi.
Per altre liste, invece, una volta eletti, accade poi, come suol dirsi, che passata la festa gabbato lu santu.
Ma non tutti, in buona parte si, purtroppo.
I problemi nascono ogni giorno ma non si risolvono mai, sono immortali.
Ognuno di noi nasce avendo, tanto per fare un esempio, sin da poppante, un tot di debito pubblico sulla testa – pro capite dice
l’ISTAT - e col passar degli anni questo peso sulla nostra capoccia non sparisce mai ma, per contro, aumenta.
Ecco perché la maggioranza degli italiani soffre di mal di testa, un inguaribile malattia cui, poi, ci si abitua anche facendo rigorose diete per il tirar della cinghia.
Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio…littorio.
Ci sono deputati che si impegnano e non mollano il seggio faticosamente conquistato sul quale ci dormono anche, altri invece si battono per migliorare le leggi in favore di tutti, altri ancora, invece, se ne sbattono di tutto e di tutti.
Una variopinta scheda del candidato.
Avvocati, medici, politici con la politica nel sangue, ingegneri, nullafacenti che camperebbero, se non fossero eletti, fregando il prossimo assieme a tutti gli altri che , del fregare la gente e le casse dello Stato, ne hanno fatto una proficua professione.
Ogni tanto qualcosa di buono, almeno per quel che dicono, la fanno anche se in pochi ci se ne accorge.
Altri ci mangano sopra mortadella e brindano come se fossero in un bivacco di terzordine.
Sfogliando i nomi dei candidati con una certa serietà si scorgono subito i nomi sui quali si deve puntare e, se fatta questa valutazione positiva, gli si dà forza con il nostro voto faranno di tutto per non deluderci.
Questo è un compito nostro, visto che per le europee esiste ancora il voto di preferenza – tre in tutto - .
Ma alcuni partiti hanno messo in lista persone di richiamo non certo all’altezza del compito che andrebbero, se eletti, ad assumere.
Belle donne col sale in zucca altre, forse ancora più belle, solo con la zucca al posto della testa, altre ed altri noti personaggi distintisi in altri campi, sport, cinema, teatro, spogliarelli e via di seguito.
Ma oggi spunta all’orizzonte, suo e non nostro, un propagandista di cetriolini che sino a qualche tempo fa non poteva mettere piede in Italia in quanto vietato dalla nostra Costituzione Repubblicana da un artico ad hoc che vietava appunto l’accesso al ramo maschile di una dinastia che nel suo ultimo arco di tempo aveva causato tanti guai a tutti gli italiani.
Pare che qualche nostalgico democristiano abbia pensato:
sono in tre ne prendo uno con l’avanzo di due, un vero affare gli

Vuole il Filiberto filarsela a Bruxelles per fare che; già un suo antenato se la filò a gambe levate lasciando quello che rimaneva del Regio Esercito Italiano alla mercè delle SS; ma lui cosa vuol fare ?
Rivuole assieme a suo padre, buono quello, i palazzi ed tesori della fu monarchia ?
Noi repubblicani vogliamo indietro la vita di tutti gli italiani morti in guerra o deportati nei campi di sterminio dai nazifascisti durante il loro Regno; non ne deve mancare nemmeno uno !
E poi se ne parlerà nelle dovute sedi.

Pulcinella rideva e scherzava ma ....le cantava - 2

PULCINELLA
-2-

La seconda barzelletta

Un gruppo di turisti italiani visita a Mosca il celebre
“MUSEO STORICO”
Una delle guide lo pilota nella prima stanza, e, indicando l’unico quadro presente su una delle pareti, spiega che il personaggio rappresentato è il grande
POPOV
l’inventore del parafulmine.
Qualcuno bisbiglia: “Ma che dice, è stato inventato dallo
scienziato e politico statunitense Benjamin Franklin !”.
Nella seconda sala stesso quadro e stesso
POPOV
l’inventore della pila elettrica
ed il solito loquace saputello ribatte:
“ Ma se è stato il nostro Alessandro Volta !”
Nella terza sala stesso quadro e stesso
POPOV
Stavolta nelle vesti di
Inventore della locomotiva a vapore
con l’immancabile borbottio del tizio:
“ Ma se è stato un ingegnere inglese che lavorava per la ditta
Rochet dei Stevenson !”.
E così di seguito sino ad arrivare alla penultima sala: sempre
POPOV
con tutta la serie di scoperte ed invenzioni già utilizzate da tutto il mondo civile.
Si arriva finalmente all’ultima sala ed il gruppo si meraviglia nel vederla come fosse molto diversa da tutte le altre, immensa, illuminata in maniera accecante, ed anche perchè su una parete troneggiava un quadro di enormi dimensioni
che raffigurava un personaggio diverso, non il solito
POPOV.
Tutti i visitatori chiesero allora alla guida chi fosse quel tizio, sicuramente un personaggio importantissimo per l’Unione Sovietica per essere ricordato con un quadro dieci volte più grande di quelli raffiguranti
POPOV.
La guida rispose; il nome non è importante ma la sua fama è dovuta per essere
l’inventore di
POPOV
.
Anche da noi c’è un Popov che però si identifica con lo stesso suo inventore e, nonostante l’incipiente senilità con annessi e connessi,
è noto oramai in tutto il mondo per le sue battute infelici, per le balle con le quali inquina il clima non solo politico, per le trottoline, frottole e frottolone con le quali riesce a confondere metà Italia.
Noto anche come donnaiolo impenitente e nell’attribuire ad altri le proprie gravi colpe.
Gli dissero un tempo, vuoi primeggiare ?
Lo stesso responsabile della campagna elettorale USA pro Bush ebbe a consigliarli: anche se non esiste ancora inventati un nemico e dagli sempre sotto di brutto.
Stai tranquillo, a forza di martellare ti crederanno e te li tirerai dietro dalla tua parte.
Lui scelse i comunisti cui, per la verità, doveva molto per aver contribuito a farlo arricchire; ma tant’è; è così l'irriconoscenza umana .
Spariti i comunisti adesso ce l’ha genericamente con la sinistra; anche ieri ha dato la colpa alla”sinistra” di aver circonvenuto la “signora” con false notizie.
Come se fosse stata la sinistra e non Frattini e Brunetta ad organizzare in tutta fretta a via Dell’Umiltà un corso di “formazione politica” pro candidate alle Europee.
Una sottospecie delle Frattocchie di comunista memoria; dovevano, quindi, essere completamente digiune in punto a politica comunitaria.
Poveretto gliela fanno sotto il naso e nemmeno se ne accorge, intontito com’è dai suoi mille impegni giornalieri di sapore "mondano".
Il caso vuole che la vicenda delle veline, letteronze, letterine, farfalle, farfalline e pidocchiette nelle liste PDL l’abbia tirata fuori la
Fondazione
FAREFUTURO
vicina al Presidente della Camera dei Deputati
Gianfranco Fini.
che di sinistra certo non è.
Ma tant’è !
Oramai la notizia ha fatto il giro del mondo ed il tizio nostrano dai variopinti colori, da verdastro per la collera diventa nero; la coscienza prende il sopravvento ed in un sol colpo le cancella tutte dalla sua lista rosa personale, mantenendone solamente una, che, a detta del Premier,
ha il merito di essere “fidanzata di un figlio di un Prefetto amico di Letta”.
In ogni caso una vittoria della signora Veronica !
E poi la storia che non è mai andato, “sebbene invitato” ,alla festa per il 18° compleanno dei figli !
Ma diamine, gli è lo ha impedito la sinistra !
VERGOGNATI
e non solo come padre e marito.
Per lui la signorina Emanuela è una figlia putativa, si difende; come si usa nelle famiglie regnanti i cui capi seminavano in lungo ed in largo per il mondo mogli morganatiche e supposte figlie, vere ma che dovevano essere considerate come non vere cioè.
Affari suoi; sti comunisti, ciusca, l’hanno fatto divenire oltre che ricco anche un moderno dongiovanni, tanto per causar ancor più danni.
Come se non bastasse di già il nutrico suo curriculum di menagramo.


martedì, aprile 28, 2009

Pulcinella rideva e scherzava ma......

PULCINELLA
-1-

Si racconta che Pulcinella dicesse la verità ridendo e scherzando.
E più si sbellicava in risate o indugiava in una serie di riverenze nei confronti del personaggio di turno che prendeva di mira e più pesanti diventavano le sue battute ed i suoi doppi sensi.
Oggi desidero raccontarvi due barzellette, che barzellette poi non sono davvero, per fare un confronto tra due epoche contrastanti tra loro solamente in linea teorica ma, nei fatti, alquanto indicative circa la somiglianza di questo nostro periodo con quello che fu nell’Unione Sovietica ai tempi di Stalin.
Barzelletta n. 1
Siamo a Mosca nel bel mezzo della famosa Piazza Rossa.
Un tizio, incavolato di brutto, mentre camminava urlava:
“Ladri, farabutti, assassini, delinquenti, affamatori dei popolo”, ed altro dello stesso tenore. Viene avvicinato da tre esponenti del KGB e portato di gran carriera davanti ad un magistrato per essere processato per direttissima.
Il reato contestato dall’accusa ?
Vilipendio delle Autorità!
L’incauto urlatore si giustifica affermando che lui queste Autorità non l’aveva nemmeno nominate.
Ma il giudice ribatte:
“E’ vero che non sono state da lei nominate ma le ha perfettamente descritte”.
Ma veniamo in Italia, ad Acerra (NA) per la precisione.
Berlusconi si è recato in quella città per decantare una delle sue innumerevoli “bufale”, l’ecoballa del termovalorizzatore che afferma funzionante ma è fermo da un mese, precisamente dal 26 marzo scorso, giorno della suo battesimo ufficiale.
Due abruzzesi gli intimano di non tornare in Abruzzo perché con i suoi interventi in loco lo sta rovinando.
Scatta la DIGOS, con tanto che avrebbe da fare altrove, identifica i due e perché ?
Un bis di quanto accaduto in Tribunale a Milano anni addietro quando un tizio gli diede del “buffone fatti processare”.
Il tizio venne assolto in Cassazione e Berlusconi costretto a pagare le spese di giudizio.
Qui da noi è un “sovversivo” chi gli scrive contro ed un pericoloso soggetto chi gli si rivolgere per porgergli un invito a fare o a non fare un qualcosa.
Si va appalesando sempre più una tacita soppressione del diritto di critica, di dire la nostra sia in bene che in male, senza che si trascenda.
Sembra apparire all’orizzonte un nuovo ed incomprensibile, dati i tempi ed il soggetto invitato ad astenersi a ritornare in un certo luogo, reato: quello di
“Lesa Maestà”
le cui origini risalgono all’anno 8 Ante Christum natum, introdotto dalla
Lex Iulia maiestatis
da Augusto.
Integrava questo tipo di reato, tra gli altri comportamenti, gli
oltraggi alla memoria degli imperatori defunti;
oltraggi a statue o altre immagini imperiali;
e, soprattutto,
· il rifiuto di riconoscere l'imperatore come divinità
.
Passano i secoli ma guai a contraddire i “potenti” o anche chi si crede di esserlo.

Domani la seconda barzelletta.

Il pranzo è servito.... alla faccia di chi paga le tasse

LE MANGIATOIE

L’elefantiaco ufficio stampa della Regione Siciliana sotto le lenti della Procura Generale della Corte dei Conti perché i giornalisti, secondo la stessa Procura, sarebbero stati assunti dalla Gestione Cuffaro e Lombardo, in palese violazione della legge 150 del 2000 recepita dalla Regione Siciliana.
Venti giornalisti sono stati assunti con nomina fiduciaria con un danno erariale di 4 milioni di euro per le disastrate casse regionali, nel periodo di presidenza Cuffaro e poi Lombardo, che hanno fatto diventare l’ufficio stampa regionale simile a quello della Casa Bianca.
La legge 150 del 2000 prevede concorsi pubblici o l’affidamento di incarichi a esterni ma a tempo determinato per gli uffici stampa e quindi per i magistrati contabili la nomine sarebbero illegittime perché non è stata fatta alcuna valutazione riguardo l’utilità degli inquadramenti dei giornalisti, le loro mansioni, e non è stato specificato il compenso.
la Corte dei Conti focalizza anche la sua attenzione nell’anomala situazione di un ufficio stampa “tutti caporedattore”.
E adesso aspettiamo di vedere cosa succede però, scusateci se ci permettiamo, perché la Procura della Corte non analizza il “sistema Sicilia” degli uffici stampa degli enti locali?
Forse scoprirebbe falle e abusi ancora più seri.

Solo ai Beni Culturali sono 770, il triplo dell’intero parco dirigenziale lombardo.
E la Sicilia si concede 500 dirigenti in più.
La Regione autonoma sta per approvare un’infornata di assunzioni. Risultato: un capo ogni 8,4 sottoposti
Ancora poche ore e la regione Sicilia batterà un record planetario: su 3.450 dipendenti, ai Beni Culturali, ci saranno 770 dirigenti.
Il triplo dell'intero parco dirigenziale della regione Lombardia.
Il tutto grazie a un'infornata di assunzioni e promozioni che vedrà l'ente isolano regalarsi, a dispetto della Corte dei Conti che aveva denunciato come abnorme la presenza di un «colonnello » ogni 8,4 «soldati semplici», altri 500 nuovi dirigenti in un colpo solo.
Certo, non è solo la Sicilia a essere di manica larga.
Spiegava l’anno scorso uno studio dell’Università di Milano, che dai dati 2006 risultava una media nazionale di un dirigente ogni 15 dipendenti ma che questa media era composta da realtà assai differenti: da un minimo di un dirigente ogni 31 sottoposti in Puglia a uno ogni 7,7 nel Lazio.
Numeri aggiornati meno di un mese fa, sulla base dei dati della Ragioneria Generale dello Stato, dal Sole 24 ore: un dirigente ogni 25 dipendenti scarsi nelle Marche, ogni 22 in Emilia Romagna, ogni 17 circa in Lombardia e nel Veneto, ogni 18 in Liguria, ogni 16 in Piemonte.
Fino agli eccessi: uno ogni 8,3 in Molise e ancora ogni 7,7 nel Lazio. Vogliamo rileggere l’atto di accusa lanciato nel 2008 dalla Corte dei Conti alla Sicilia?
«I dipendenti a carico del bilancio regionale raggiungono la notevole cifra di 21.104 unità (erano 20.781 nel 2006), di cui 2.320 dirigenti (erano 2.150 nel 2005, anno a cui risale l’ultimo rilevamento nazionale pubblicato in tabella), con un rapporto di un dirigente ogni 8,4 dipendenti.
Il confronto con altre realtà regionali è improponibile sol che si consideri che in Sicilia vi è un dipendente ogni 239 abitanti, in Lombardia uno ogni 2.500 lom­bardi ».
Conosciamo l’obiezione: la Sicilia gode di uno statuto speciale quindi ha tutta una serie di competenze che le regioni a statuto ordinario non hanno.
Giusto.
La stessa tabella del Sole riporta però il dato, per fare un esempio, del Friuli Venezia Giulia.
Anche quella è una regione autonoma.
Ma ha un diri­gente ogni 28 dipendenti.
Prova provata che l’autonomia forse c’entra con le competenze, e non c’è dubbio che le regioni a statuto ordinario ne hanno di meno, ma non c’entra un fico secco con la gerarchia interna.
Che nell’isola non è solo speciale ma specialissima.
Basti dire che non solo la Sicilia ha tanti «regionali» quanto Piemonte, Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Friuli e Liguria messe insieme.
Ma che oltre alle fi­gure di dirigenti prima e di seconda fascia, la Regione ha inventato quella di terza fascia.
Il risultato lo spiega Marcello Minio dei Cobas/ Codir, che insieme con altri due sindacati autonomi (Sadirs e Siad) ha denunciato l’infornata in arrivo di assunzioni e promozioni: su 18.508 dipendenti regionali
(ai quali vanno aggiunti quelli a cari­o dell’Ars, l’Assemblea regionale più altri ancora)
ci sono oggi un dirigente di prima fascia, 199 di seconda e 2.146 di terza per un totale di 2.346.
Vale a dire che c’è un colonnello ogni 7,8 «marmittoni».
Ma questo solo se si contano i 4.571 precari.
Tolti quelli, il rapporto sarebbe ancora più assurdo: un dirigente ogni 5,9 dipendenti.
Cosa farebbe, davanti a un panorama così, il «buon padre di famiglia » tante volte invocato da Silvio Berlusconi?
Cercherebbe di dare un «drizzone», per usare una parola sbandierata qualche mese fa dal Cavaliere.
Macché.
La manovra intitolata «Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2009» che è firmata dal presidente Raffaele Lombardo e dall’assessore al Bilancio Michele Cimino e arriva in aula dopo avere ottenuto qualche giorno fa il via libera in Commissione Bilancio, allarga la manica ulteriormente.
Avvia infatti la sistemazione come dirigenti di seconda fascia (un paradosso: quelli di terza fascia furono inventati con l’impegno che si trattava di un provvedimento non rinnovabile, quindi non se ne possono fare altri) di 55 precari un tempo a busta paga di due aziende parastatali (Italter e Sirap) sciolte perché improduttive e rimasti per anni a carico prima dello Stato e poi della Regione.
Più un’altra cinquantina di dipendenti di altre amministrazioni da tempo distaccati all’Assessorato regionale al Bilancio.
Più altre 250 persone dichiarate idonee anni fa al concorso per storici dell’arte, architetti, fisici, ar­cheologi e archivisti.
Più altri 150 vincitori di questo concorso già inquadrati ai beni Culturali con contratti da funzionari direttivi.
Per un totale, appunto, di circa 500 nuovi dirigenti.
Che porteranno a un nuovo rapporto interno: un colonnello ogni 6,6 dipendenti.
Tolti i soliti precari, che hanno anzianità di precariato a volte intorno ai venti anni, uno ogni 4,9.
Numeri da brivido.
Che diventeranno anco­ra più incredibili, come dicevamo, al dipartimento dei Beni culturali: un dirigente ogni dipendente e mezzo.
«Un vero e proprio assalto alla diligenza»,
denuncia il comunicato dei tre sindacati autonomi,
«che trasformerebbe la Regione Siciliana in una macchina clientelare al servizio d’una classe politica capace di varare soltanto norme per i propri accoliti».
Ma passeranno anche in aula queste scelte, che il governo regionale motiva con la necessità di chiudere col passato, sanare quanto va sanato e chiudere i contenziosi aperti? E’ probabile.
Anche perché una parte non secondaria dei promossi sarebbe vicina alla sinistra.
Che avrebbe grosse difficoltà a mettersi di traverso.
Si vedrà...
Certo è che la scelta, accusa il presidente della commissione Antimafia siciliana Calogero Speziale, arriva in un momento in cui la Regione non trova la copertura finanziaria per la legge varata solo sei mesi fa per combattere la piovra mafiosa.
«Non c’è un euro»,
come scrive Emanuele Lauria su Repubblica, a sostegno degli sgravi contributivi e fiscali alle imprese che denunciano il racket.
E non ci sono risorse per diffondere la cultura nelle scuole e alimentare il fondo di rotazione per i beni confiscati alla mafia».
E meno male che quella legge era stata salutata come
«una svolta epocale»...
Gian Antonio Stella
CHE DIRE ?
Aristoteles, quidam in vita difficillimum sciscitatus, respondit:
“ TACERE QUAE DICENDA NON SUNT”

Aristotele, interrogato su cosa mai fosse più difficile nella vita, rispose:
“TACERE LE COSE CHE NON SI DEBBONO DIRE”

Ma in questo caso i fatti parlano da soli.
E così si spiegano tante cose.
Anche gli esiti scontati di ogni tipo di elezione.
Le fonti di lavoro sono in Sicilia solamente due:
LA REGIONE E GLI ENTI LOCALI
e
COSA NOSTRA.

Paccottiglia sicurezza

PACCHETTO SICUREZZA
che fa rima con un inno fascista del 1922
ante “marcia su Roma”
GIOVINEZZA GIOVINEZZA
primavera di bellezza,
nel fascismo è la salvezza
della nostra libertà
.
Infatti……..
Di quale libertà si trattasse è ancora sotto gli occhi di tutti:
una seconda guerra mondiale, milioni di morti, deportazioni in massa, campi di sterminio, persecuzioni, torture, l’olocausto di un popolo, ecc…
Ma la LEGA ha nostalgia di quei tempi, assieme ad altri che assomigliano tanto agli appartenenti della famigerata “banda Carità”, e che portano, con malcelato orgoglio, anche con segni esteriori gli emblemi di un regime, che pur volendolo, viene difficile da dimenticare.
Rintanata in un lembo di terra che non appartiene a loro perché fa parte dell’Italia, di tutti noi.
Si sono inventati, tra le altre mille cose, anche un nome per distinguerla, come nazione indipendente, dal resto delle nostre Regioni.
I frutti dei loro ideali ?
CACCIA AL DIVERSO
anche se poi vengono sfruttati in malo modo da molti dei loro adepti.
I loro ministri hanno giurato sulla Costituzione Repubblicana ma, certamente, con la riserva mentale di non rispettarla.
E insistono, non contenti delle prime bocciature, con norme anticostituzionali.
Ci risiamo.
NOTIZIA APCOM
Nel DDL tornano le ronde e la permanenza sino a 6 mesi nei CIE
(Centri di Identificazione ed Espulsione)
La tassa di soggiorno diventa "contributo" ma resta di 200 euro.

Come promesso dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, tornano nel disegno di legge sicurezza le norme sulle ronde e sul prolungamento fino a sei mesi della permanenza degli immigrati nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie).
Il governo ha presentato in commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia di Montecitorio due emendamenti che reintroducono la norma sulle associazioni dei volontari per la sicurezza, stralciata dal decreto dopo le proteste dell'opposizione, e la norma sui Cie bocciata già due volte dal Parlamento: una volta al Senato nel corso della prima lettura del ddl sicurezza e una volta alla Camera, con voto segreto, nel corso dell'esame del decreto sicurezza.
Soddisfatta la Lega che ha presentato in Commissione due identici emendamenti.
Dal governo arriva anche un emendamento che mette mano alla cosiddetta 'tassa di soggiorno' di 200 euro che gli immigrati dovranno pagare per ottenere il permesso di soggiorno: l'importo rimane lo stesso ma si chiamerà "contributo" e non più tassa.
Inoltre, secondo l'emendamento del governo, il gettito derivante dal contributo di soggiorno sarà interamente destinato al dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno (che invece secondo il testo uscito dal Senato riceveva solo la metà del gettito raccolto).
Il governo inoltre ha presentato un emendamento che tende a contrastare la prassi utilizzata dagli stranieri per evitare l'espulsione, ovvero quella di provare la convivenza con il coniuge o con un parente entro il quarto grado: secondo la proposta di modifica presentata dall'esecutivo il parente dovrà essere entro il secondo grado (quindi genitori, figli, fratelli, sorelle, nipoti e nonni).
Quanto agli emendamenti sulle ronde e sui Cie, il testo è identico a quello che era presente nel decreto sicurezza.
Per quanto riguarda le associazioni volontarie l'esecutivo stabilisce che "i sindaci, previa intesa con il prefetto, possano avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per segnalare alle forze di polizia o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale".
Tali associazioni sono iscritte "in un apposito elenco tenuto a cura del prefetto" che sente anche il parere del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Tra le associazioni di cittadini i sindaci si avvalgono "in via prioritaria" di quelle costituite da ex appartenenti alle Forse dell'ordine, alle Forze Armate e agli altri corpi dello Stato.
La permanenza nei Cie, secondo l'emendamento presentato dal governo, può arrivare fino a 6 mesi, "in caso di mancata cooperazione al rimpatrio del cittadino del paese terzo interessato o di ritardi nell'ottenimento della necessaria documentazione dei paesi terzi".
°°°°°°°°
Bontà loro, è sparito l’obbligo da parte dei medici e degli operatori sanitari di denunciare tutti i “clandestini” che si rivolgevano a loro per visite e cure.
Norma questa gravissima sotto mille aspetti rigettata decisamente dagli operatori sanitari in maniera clamorosa.
Ma resta un dubbio inquietante.
Ci si è chiesti se sia possibile ancora nel nostro mondo, nel XXI ° secolo, in una delle tante nazioni democratiche che esista mente umana che riesca ancora a concepire e poi proporre per la loro approvazione norme giuridiche siffatte.
E il Vaticano che ne pensa ?


lunedì, aprile 27, 2009

Villa Triste

“NON PIU’ VILLA TRISTE
SE IN QUESTE MURA
SPIRITI INNOCENTI E FRATERNI
ARMATI SOL DI COSCIENZA
IN FACCIA A SPIE TORTURATORI CARNEFICI
VOLLERO
PER RISCATTARE VERGOGNA
PER RESTITUIRE DIGNITA’
PER NON RIVELARE IL COMPAGNO
LANGUIRE SOFFRIRE MORIRE
PER NON TRADIRE”

Villa Triste Firenze
Nel 1943, un elegante palazzo in Firenze, alla Via Bolognese 67, venne requisito dai tedeschi per farne la sede della terribile Banda Carità.
Erano avanzi di galera, dalla dubbia sanità mentale, e infliggevano le peggiori torture ai padri della resistenza.
Tra le vittime anche Bruno Fanciullacci: è morto gettandosi dal secondo piano per non piegarsi alle camice nere, confessando i nomi dei suoi amici.Correva il 1943.
Un monaco strimpellava canzonette napoletane al pianoforte per coprire le orribili grida.
Era l'infame padre Ildefonso, al secolo Epaminonda Troia.
Aguzzini della peggiore specie - come il tenente ex-prete, Giovanni Gastaldelli - infliggevano crudeltà agghiaccianti alle loro vittime. Torture che perduravano per intere settimane.
Premio, la fucilazione.
Sono passati molti anni, eppure ad essere lì un brivido ci percorre la schiena.Villa Triste trasuda ancora quella barbarie.
Racconta di quei massacri.
Non si può entrare a dare un'occhiata: ordine tassativo dei condomini che oggi ci abitano.
Durante la seconda guerra mondiale al numero 67 di via Bolognese, in una delle zone più eleganti di Firenze, un palazzo con un meraviglioso panorama sulla città veniva requisito dai tedeschi per farne la sede della polizia politica.Gli scantinati e i piani più bassi venivano ceduti alla famigerata Banda Carità, reparto della Milizia Volontaria fascista, la RSS (Reparto Servizi Speciali).
Era composta di avanzi di galera a cui era stata concessa una tacita amnistia in cambio dell'adesione alla Repubblica Sociale Italiana. Spie, torturatori.
Rottami umani dalla dubbia sanità mentale.
A capo della banda, Mario Carità, che nel 1945 Augusto C. Dauphine in un articolo su 'Oggi' descriveva così:
'Sui capelli, nerissimi, spiccava una candida ciocca in mezzo alla fronte, rivelatrice di anomalie del sistema nervoso; questa fronte era bassa, il grugno suino.
Notai subito la bocca sensuale, carnosa, sul viso floscio e giallastro, lo sguardo costantemente collerico, i pugni che stringeva continuamente parlando. (...)
Per quanto estraneo agli studi di medicina legale e sebbene distratto da altre meditazioni, non seppi trattenermi dall'ammirare quello splendido campione di delinquente'.La polizia politica tedesca, nota per la crudeltà indiscriminata, lasciava comunque i lavori più infami e sadici al RSS.
Mario Carità era il comandante indiscusso ma spiccavano nello stato maggiore personaggi come Pietro Koch, che applicherà in nord Italia i metodi appresi a Villa Triste.
L'organizzazione gerarchica terminava con le squadre: la 'squadra degli assassini', la 'squadra della labbrata' e i 'quattro santi'.
Villa Triste è il nome popolare luoghi di tortura aperti dai nazifascisti in varie città italiane.
Firenze fu una delle peggiori.
Ci sono passati alcuni dei nomi più conosciuti della Resistenza fiorentina: primo fra tutti il gappista Bruno Fanciullacci che verrà barbaramente seviziato, quasi evirato con pugnalate al basso ventre. Fanciullacci morirà senza aver parlato, gettandosi dal secondo piano di Villa Triste.Nel 2003 l'amministrazione comunale gli ha intitolato lo slargo su cui si affaccia l'edificio.
Anche l'azionista Anna Maria Enriques Agnoletti sarà follemente torturata a Villa Triste, obbligata a stare in piedi senza poter dormire per sette giorni, prima di venir fucilata.
178 componenti della Banda Carità verranno processati a
Lucca nei primi anni cinquanta.
Molti verranno assolti per insufficienza di prove.

Fonte: Quotidiano Il Firenze del 30 Marzo 2009
Ma la storia di Villa Triste non finisce qui perché quando gli Alleati ed i Partigiani erano oramai ad un passo dalla liberazione Firenze, i torturatori, con il loro armamentario, se la dettero a gambe e si rifugiarono a Milano dove aprirono una nuova Villa Triste in via Paolo Uccello 17 – zona Sempione – dove continuarono la loro efferata opera.

Questa è la lapide che ricorda i drammatici eventi avvenuti a Milano, tra il 1944/1945, in Via Paolo Uccello 17 del tutto dimenticata, nonostante che il padre fosse stato un partigiano, dall’attuale sindaco di Milano signora Letizia Brichetto- Arnaboldi in Moratti.
Villa Triste , come abbiamo visto, prende il nome dell’omonima villa usata per gli stessi scopi a Firenze, cioè il luogo dove una banda di assassini portava gli antifascisti per torturarli ed ucciderli.
E’ il luogo dove svolgeva le sue attività criminose il cosiddetto “Reparto di Polizia Speciale” guidato da Pietro Koch, ex granatiere di padre tedesco.
Il luogo dove Luisa Ferida ( indicata dal Ministro Prestigiacomo in un volume sulle donne italiane da emulare ) andava col suo amante a procurarsi la droga e ad eccitarsi alle grida di dolore dei torturati.
Il luogo dove si usava spesso negli interrogatori far stendere l’arrestato su una specie di letto da fachiro, far bere petrolio, usare scariche elettrice sui genitali, riempire di sale la bocca di chi invocava da bere. Inoltre queste torture venivano abitualmente eseguite da più persone, che si davano di continuo il cambio, chi aiutandosi con cognac, chi con cocaina, a sopportare la loro stessa scellerataggine.
Pietro Koch di norma assisteva impassibile, poi, quando la vittima era allo stremo, aggiungeva la beffa alla crudeltà, spiegando con voce suadente che era meglio che parlasse, se no lui forse non sarebbe riuscito a frenare più i suoi uomini, giustamente adirati per la reticenza dell’interrogato.
E se l’infelice resisteva, a un cenno di Koch i torturatori ricominciavano, fino a riportare l’arrestato in una cella col soffitto all’altezza di un metro e venti.
Il luogo dove furono installati 24 riflettori e nei sotterranei allestite cinque celle.
In qualche periodo vi furono stipate fino a un centinaio di persone.
Le urla dei seviziati si sentivano fin dalla strada.
Ci furono proteste da parte della popolazione.
Intervenne lo stesso cardinal Schuster.
Alla fine, il 24 settembre 1944, quasi solo per ragioni di lotta intestina fra le diverse bande fasciste, “Villa Triste” fu chiusa.
E questo è solo uno dei tanti luoghi dove avvennero atrocità.
Ora la signora Brichetto in Moratti vorrebbe costruire un sacrario che contenga torturati e torturatori in nome della pacificazione.
E ritiene la sua una scelta coraggiosa.
Allora aspettiamo che Mario Moretti muoia e mettiamolo nella tomba accanto ad Aldo Moro in nome della pacificazione degli anni settanta.
Mettiamo le vittime USA dell’undici settembre con gli attentatori.
Vergogna.
La nostra storia va ricordata da tutti per poterne trarre insegnamenti; ma, per poterla ricordare occorre che qualcuno ce la insegni, quella vera e non quella taroccata ad uso e consumo di qualcuno.
E’ un patrimonio di tutti gli italiani che debbono sapere ma che non sanno perché così vuole una certa parte politica.
Signora Brichetto in Moratti non si stupisca poi se alcuni ragazzini torturano un compagno e non si pentono; sanno già che verranno alla loro morte onorati e collocati, loro quali carnefici, assieme alle loro vittime nello stesso sacrario!
Nessuno ha ritenuto di insegnarmi la storia di Villa Triste, nonostante che i vari professori non fossero di estrazione fascista.
Ci sono sbattuto contro allorchè ritenni che era giunto il tempo di entrare attivamente in politica, nel 1954, a 19 anni, dopo aver visto a Bassano del Grappa il nome di un mio pro-cugino stampato su una croce attaccata ad un albero dove era stato impiccato dai nazi-fascisti dopo una retata di partigiani.
Ma più profondamente, al di là di un innato sentimento antifascista di tutta la famiglia, allorchè ebbi a scrivere un mio studio sul reato di “plagio” dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ne dichiarò l’incostituzionalità, così eliminandola dal nostro Codice Penale.
Tre parlamentari di destra, a far tempo dal 2001, avrebbero voluto attraverso altrettanti disegni di legge, poi riuniti in uno solo, reintrodurre questo reato sia pure sotto un altro nome, quello della
“Manipolazione Mentale”.
Da allora non si sa più nulla pur essendo trascorsi parecchi anni.
Forse avevano capito che non era proprio il caso di insistere, pur essendo passato all’esame della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e quindi trasferito a quella del Senato, non essendo ancora stato introdotto nel nostro ordinamento giuridico un certo Lodo.
Su questo interessante argomento ritornerò con la pubblicazione di alcune pagine del mio studio.
Molti nostri eventi storici s’intrecciano spesso con alcuni processi e così si rilegge la storia attraverso i racconti di chi, di quei fatti, ne fu protagonista diretto od indiretto.


Caccia ai diversi

I medici possono denunciare i clandestini
Passa l'emendamento della Lega.
Dal Senato via libera al DDL sulla sicurezza
I medici dunque potranno denunciare gli stranieri irregolari.
Il Senato ha approvato l'emendamento presentato dalla Lega, primo firmatario il capogruppo Federico Bricolo, che cancella la norma secondo cui il medico non deve denunciare lo straniero clandestino che si rivolge alle strutture sanitarie pubbliche.
Duro attacco dell'opposizione, che aveva chiesto il voto segreto perché l'emendamento, secondo Giovanni Procacci (Pd),
«è in palese violazione della Costituzione».
Il presidente del Senato Schifani ha respinto la richiesta e si è proceduto con il voto elettronico:
i sì sono stati 156, 132 i no, un astenuto.

«MEDICI RIDOTTI A DELATORI»
A voler considerare come la c.d. “civiltà umana” abbia avuto, rispetto al passato, notevoli sviluppi su tutti i piani per effetto del diffondersi di una cultura diretta a migliorare le nostre condizioni di vita, si può affermare, senza tema di smentite, come, con questa norma, si sia ritornati di colpo all’epoca delle caverne in cui l’unica legge imperante era quella dello


“HOMO HOMINI LUPUS”
Una continua prevaricazione del diritto di ogni singolo individuo
spettante indistintamente a tutti gli esseri umani non solo in base ad una legge naturale ma anche attraverso la
DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO
spontaneamente accettata da ogni nazione civile e democratica.
Proprio in base al suddetto documento, prima del voto, l'opposizione si era appellata al buonsenso per non introdurre una norma che
«riduce il medico a fare il delatore»,
costringendo i clandestini a non sottoporsi a cure ed esami clinici in caso di malattia.
Il senatore Daniele Bosone ha aggiunto che siffatta norma
«straccia il codice deontologico dei medici»
e si corre
«il concreto rischio di incentivare una medicina parallela che gli illegali utilizzeranno per non trovarsi a essere denunciati se vanno in ospedale o da un medico».
A ciò, aggiunge Bosone, si corre il rischio che
«clandestini con malattie che portano dal loro paese non si facciano curare»
con conseguenze per la stessa sanità pubblica.
Secondo Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, è stato
«valicato il passo che distingue il rigore della legge dalla persecuzione».
La senatrice del Pd Mariapia Garavaglia parla di norma razzista e di «pagina buia e vergognosa per il nostro Paese».
Duro anche il presidente dei senatori dell'Udc Gianpiero D'Alia:
«Il Parlamento dovrebbe dire che un governo non deve essere né cattivo, come dice Maroni, né buono, ma semplicemente giusto.
Questo è lo stato di diritto, oggi siamo alla barbarie».
La scorsa settimana mia moglie ed io siamo andati a trovare il 7° nipotino, Roberto, nato il 21 aprile scorso nel reparto Ostetricia dell’Ospedale San Paolo di Milano.

La nostra grande gioia si è accresciuta vieppiù alla vista di questo cartello che era appeso in ogni corridoio di questo nosocomio:

questa è la risposta degli operatori alla norma razziale leghista ma votata anche dal c.d.
“POPOLO DELLA LIBERTA’ ”
!!??

domenica, aprile 26, 2009

I voli della morte argentini

IL BARZELLETTIERE RIDANCIANO
CHE FA PERDERE LA FACCIA AGLI ITALIANI

Ricordate l’ultima barzelletta del Cavaliere sardo ?
Sembra copiata dal famoso sito dei
FUORI DI TESTA
Riferendosi ai suoi oppositori, bontà sua, ebbe ad affermare:
“Non farò come quel dittatore che faceva fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con un pallone, poi apriva lo sportello e diceva:
c' è una bella giornata fuori, andate a giocare"
Questa frase, rilanciata sul Clarin di Buenos Aires, ha provocato ieri una tempesta diplomatica tra Italia e Argentina.
L' ha pronunciata Berlusconi a Cagliari nel suo ultimo comizio-show prima del voto in Sardegna.
L' ha sottolineata l' Unità in una corrispondenza e l'hanno ripresa i media argentini.
Il nostro ambasciatore è stato convocato dal governo della signora Kirchner,
«preoccupato e offeso»,
per la citazione ironica di una tragedia, quella dei
"voli della morte"
con cui i militari assassinarono migliaia di giovani oppositori politici, che è l' orrore di un passato ancora molto presente tra gli argentini.
Basta pensare che proprio in quei giorni lo spazio dell' Esma, il grande lager della dittatura, è diventato per iniziativa dell' Onu, il primo centro internazionale sui diritti umani e che, qui in Italia, la nostra magistratura vuole processare Emilio Massera, ammiraglio, membro della P2 di Gelli e ideatore dei "voli della morte", perché tra le sue vittime c' erano anche molti italo-argentini.
ALTRA BARZELLETTA
PER VIA DIPLOMATICA
L' ambasciatore Ronca ha spiegato alle autorità argentine che, a giudizio del governo italiano, si tratta di un equivoco !!!???.
Di una frase riportata fuori contesto, sottolineando che c' è «l' assoluta certezza» che da parte del premier Berlusconi non vi è stato «alcun intento offensivo», ma semmai «una netta presa di distanza dalla dittatura argentina».
HA FATTO RIDERE ANCHE I POLLI
Ma non la pensano così le associazioni per i diritti umani, le "madri di Plaza de Mayo", e forse neppure il governo argentino con il quale per tutta la giornata dalla Farnesina si è cercato di concordare una "nota congiunta" che mettesse fine all' incidente.
Ma citare con leggerezza, di fronte ad una piazza vociante, la tragedia della dittatura «non è ammissibile» dicono da Buenos Aires i parenti delle vittime che hanno apertamente manifestato la loro indignazione e la loro sorpresa.
Piero Fassino, all’epoca ministro degli esteri ombra del Pd, parla di
"gaffe indecente"
e chiede al premier di scusarsi pubblicamente.
«Raccontare barzellette e fare il guascone - dice Fassino - è ormai lo sport preferito di Berlusconi che, anche in questo caso, rivela una totale mancanza di sensibilità per la storia e il valore della democrazia in nome della quale, in Argentina come in tutto il mondo, tantissimi sono giunti a sacrificare la propria vita».
Mirella Giai, senatrice argentina dell' Udc eletta dagli italiani all' estero, dice:
«Ricordo al premier che fra coloro che vennero gettati dagli aerei in quegli anni c’erano anche molti italiani».
Come primo gesto, l' ambasciatore Ronca ha ricevuto ieri sera a Buenos Aires i rappresentati di alcune delle organizzazioni dei familiari delle oltre 30mila vittime della dittatura militare argentina pur ribadendo la posizione ufficiale di Palazzo Chigi dove si sostiene che
«le parole di Berlusconi sono state capovolte.
Voleva sottolineare la brutalità della dittatura e invece e stato paragonato ai dittatori».
POVERETTO
Ma se il suo capo se l’è risa di gusto mentre la raccontava !
E mentre Felice Belisario, capo dei senatori dell' Italia dei Valori, chiede al ministro Frattini di riferire in aula per «l' increscioso episodio», la presidenza del Consiglio sostiene che, contro il premier, c' è stato
«un attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato, che provoca indignazione».
SIAMO AI LIMITI DEL RIDICOLO
Il Premier nostrano, molto strano e pochissimo nostro, ha dei clamorosi precedenti attraverso i quali si è fatto conoscere per quello che realmente è:
un comico da avanspettacolo .
I precedenti:
LE CORNA
Nel 2002, Berlusconi al vertice dei ministri degli esteri europei, fa le corna in foto dietro al ministro degli Esteri spagnolo Piqué
SCONTRO A STRASBURGO
"Lei può fare la parte del kapò in un film sui nazisti"
È lo scontro tra Berlusconi e il socialista tedesco Schulz a Strasburgo"
BATTUTE SULLA MOGLIE VERONICA
Incontra il premier danese Rasmussen:
"È bello lo presenterò a mia moglie, è più bello di Cacciari. Con quello che si dice in giro..."
OBAMA ABBRONZATO
Dopo l' elezione di Obama alla presidenza Usa, Berlusconi lo definì "abbronzato" che in America è insulto razzista.
Ma vi chiederete da dove abbia presa la citazione sui voli omicidi argentini.
In Italia venne radicato presso la II^ Corte d’Assise di Roma
Un procedimento penale a carico di sei militari d’alto grado per la morte, sotto la dittatura peronista, di tre italo-argentini – Giovanni Pegoraro e la figlia Susanna nonché la sig.ra Angela Maria Aieta.
Questi i nomi degli imputati:
l’ Ammiraglio Emilio Eduardo Massera
e gli alti ufficiali
Jorge Eduardo Costa
Alfredo Ignacio Astiz
Jorge Raul Vildosa
Antonio Videk
Hector Febres (già deceduto).
La posizione dell’ammiraglio Massera, imputato per
“omicidio plurimo aggravato nonché per le sevizie e le torture sulle tre vittime”,
venne a suo tempo stralciata dal processo a causa delle sue presunte pessime condizioni di salute.
Ma proprio in questi giorni una consulenza tecnica ha stabilito che lo stato di salute di questo imputato gli consente di partecipare al processo per cui il procedimento penale nei suoi confronti verrà ripreso.
La sentenza di condanna a suo carico appare scontata in quanto gli altri coimputati sono stati condannati tutti alla pena dell’ergastolo con sentenza passata in giudicato, avendo la Corte di Cassazione convalidato la sentenza di condanna della Corte d’Assise d’Appello in ogni suo punto.
Mi sembra corretto proporvi in riassunto il verbale dell’udienza del 14 giugno 2000 tenuta dalla Corte d’Assise di Roma che attiene alla deposizione di uno dei quattro testi che hanno deposto in questo grado del processo; per la precisione tre grandi voci:
la bandiera della battaglia per i figli dei desaparecidos in Argentina: Estela Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo;
il giornalista Rai Italo Moretti, allora inviato in America latina;
Enrico Calamai, lo “Schindler” argentino che mise in salvo centinaia di oppositori politici del regime;
il giornalista argentino Orazio Verbitsky (della giunta direttiva di Human Rights Watch/Americas) che con un’agenzia clandestina ha più volte denunciato, durante il golpe, le atrocità del regime militare e, negli anni successivi, i silenzi di chi li ha coperti.
Quella che leggerete è la deposizione di quest’ultimo con l’avvertenza che nel testo troverete anche degli errori in quanto si tratta della esatta trascrizione delle parole dette dal teste il cui italiano non è certamente il non plus ultra ma è senza dubbio comprensibilissimo.
CORTE D'ASSISE DI ROMA
sez. II^

Presidente: MARIO D'ANDRIA
Giudice a Latere: STEFANO PETITTI
Pubblico Ministero: FRANCESCO CAPORALE
Cancelleria: ORIETTA CALIANDRO

UDIENZA DEL 14.6.2000
Esame del teste: HORACIO VERBITSKY

PRESIDENTE: le sue generalità per favore?
VERBITSKY H.: ARGENTINA.
PRESIDENTE: come si chiama nome e cognome?
VERBITSKY H.: HORACIO VERBITSKY.
PRESIDENTE: nato quando e dove?
VERBITSKY H.: 11 febbraio 1942 a BUENOS AIRES, ARGENTINA.
PRESIDENTE: risiede dove?
VERBITSKY H.: come?
PRESIDENTE: dove abita, dove...
VERBITSKY H.: ad ARGENTINA, BUENOS AIRES.
PRESIDENTE: lei parla bene l'italiano, non ha bisogno dell'Interprete.
VERBITSKY H.: non so se bene, ma... penso che è meglio parlare in italiano e se c'è qualche difficoltà chiedere l'ausilio della traduttrice.
PRESIDENTE: va bene, lei si deve impegnare a dire la verità, perché ci sono conseguenze penali per chi rende falsa testimonianza.
VERBITSKY H.: sì.
PRESIDENTE: può rispondere al Pubblico Ministero.
P.M.: sì, Dottor VERBITSKY, noi ci siamo avvicinati ieri alla storia ARGENTINA attraverso il Giornalista italiano ITALO MORETTI e oggi abbiamo una persona molto autorevole come lei, che è un opinionista notissimo e che anche negli anni della dittatura militare era un osservatore attento di quello che accadeva, io vorrei fare un passo indietro per capire un po' come nasce il golpe del marzo '76, quindi le vorrei chiedere, come già ho chiesto ieri al Dottor MORETTI, intanto di spiegarci una cosa che a noi europei risulta un po' difficile da decifrare e cioè il PERONISMO, ovviamente senza la pretesa di fare un'analisi storica approfonditissima, però un'opera così di... divulgazione minima, questo sì ecco……
P.M.: ...si affaccia sulla scena politica argentina PERON e cosa rappresenta per l'ARGENTINA?
VERBITSKY H.: beh, l'ARGENTINA ha vissuto dal 1930 al 1990 più Governi militari che governi scelti per il voto popolare, e nel 1930 è stato il primo colpo militare del secolo scorso e... con un'ideologia per la quale l'esercito era identificato con la patria, con la nazionalità una vera esercitolatria, installata nella vita argentina nel 1930, e... questi militari che... derubarono il Presidente IRIGOGEN (come da pronuncia) denunziavano la corruzione dei politici il rilassamento della morale e volevano costruire un ordine nuovo, c'erano gli stessi anni, del Fascismo in ITALIA, gli stessi anni del nazismo alla GERMANIA erano differenti non c'era lo stesso processo, ma e... il panorama morale e culturale era lo stesso, questo importante per avere un'ubicazione di cosa stiamo parlando e... nel 1943 è accaduto nel nuovo colpo militare e dopo qualche anni nel quali e... governi civili ma non scelti per il voto popolare in libere elezioni occuparono il potere un nuovo colpo accade del 1943 con la stessa ideologia ma con componenti diversi, perché la base di questo nuovo governo, questo nuovo colpo militare e della sua derivazione posteriori che è stato il movimento Peronista era una base operaia e... io penso che per fare comprensibile questa situazione si può dire che il PERONISMO nasce da un colpo militare ma è una sorta di animale mitologico una "mescola" di due diversi animali a... una Destra fascista e un corpo di Sinistra un corpo operaio e questo può essere una spiegazione o una base per capire cosa è successo, moltissimi anni dopo, perché questo corpo militare è stato nel 1943 e il PERONISMO è stato l'attore centrale della politica ARGENTINA dal 1943 in avanti, e... i fatti dei quali noi stiamo parlando hanno successo dopo il 1976, cioè trent'anni dopo la nascita del PERONISMO, ma prima del colpo del 1976, un... un nuovo Governo Peronista con PERON che tornò all'ARGENTINA dopo quasi vent'anni di esilio, perché devo fare un retrocesso, lui governò, lui fu eletto Presidente, con... un... a poi popolare importate 1946 e nel 1955 un nuovo colpo militare del... il Governo di PERON dopo diciotto anni di esilio, lui tornò in ARGENTINA e fu eletto per una nuova volta come Presidente il ritorno di PERON in ARGENTINA è stato parte di un processo molto lungo e complesso nel quale settori ben diversi completamente differenti del suo Movimento Peronista parteciparono nella confrontazione con i Governi Militari anteriori e... renderono possibile il suo ritorno in ARGENTINA dopo diciotto anni, quando PERON fu eletto Presidente, per la terza volta nel 1973 tutte queste contraddizioni all'interno del Movimento Peronista esploderono in una forma e... incontenibile...
P.M.: sì, al riguardo, posso interromperla, Dottore VERBITSKY un attimo, lei ha usato questa immagine molto efficacia del PERONISMO come un animale mitologico con una testa di Destra e un corpo di Sinistra, lei ha scritto un libro che è "ESEISA" che forse ecco, forse è l'esempio più lampante di questa divaricazione del PERONISMO vorrei che spiegasse il titolo, il perché di quel titolo e che cosa era successo?
VERBITSKY H.: sì, dopo questi diciotto anni di esilio, PERON tornò all'ARGENTINA ne... giugno del millenovecent... no, in novembre del 1972 per la prima volta e... per la ri... del PERON è stata una grandissima mobilizzazione del tutto il PERONISMO e questo è stato decisivo, perché i militari lasciarono il governo nell'elezione dall'11 marzo 1973 il PERONISMO arriva al potere, dunque PERON che c'era nell'esilio in SPAGNA tornò definitivamente in ARGENTINA, e lì aveva attorniato all'ARGENTINA per pochi giorni novembre del '72 e dopo le elezioni tornò definitivamente per la rec... però l'ARGENTINA definitivamente il PERONISMO si rende nel... nell'avvicinità di "ESEISA" e "ESEISA" è il nome del principale aeroporto dell'ARGENTINA, come FIUMICINO qui a ROMA, e una dimostrazione di mezzo a uno e secondo... alcuni più di un milione di persone, erano riuniti per la ricezione... a PERON che tornava alla patria dopo diciotto anni di esilio, in questa manifestazione, in questa dimostrazione un gruppo della Destra Peronista che controllava il palcoscenico dove PERON doveva fare il suo primo discorso al popolo argentino avevano... riunito un vero arsenale con... armi lunghe, armi di pugno e... quando le... colonne i gruppi della Sinistra Peronista, avanzavano per prendere ubicazione per salutare PERON per ascoltare il discorso, dal palco cominciarono a sparare contro i manifestanti della Sinistra e molti manifestanti furono morti con... per le armi di fuoco, altri furono e... presi per i capelli e torturati e uccisi, e... in tortura e io scrive un libro investigando questa faccenda, che si chiama "ESEISA" e questo fu il... è stato il primo episodio di estrema violenza non contro i militari della dittatura dal PERONISMO ma... dentro il PERONISMO due gruppi interni al PERONISMO... uno con le armi l'altro con la mobilizzazione del numero questo è stato il... il fatto che domandava il Dottore...
P.M.: mi sembra di... poter dire da quello che le ha dichiarato adesso che il PERONISMO attraversa trasversalmente tutta la politica ARGENTINA, sostanzialmente tanto la Destra che la Sinistra paradossalmente si riconoscono entrambe nel PERONISMO, io volevo chiederle...
VERBITSKY H.: e per questo la caratteristica dell'animale mitologico.
P.M.: esatto. Ma c'era una sinistra forse con l'ottica di noi europei tradizionale di e... orientamento più decisamente Marxista, quello che per noi era il PARTITO COMUNISTA o comunque i Partiti Socialisti di orientamento Marxista esistevano, avevano potere, avevano forza, avevano seguito, in altri termini, siccome c'erano sicuramente dei gruppi, diciamo pure di estremismo politico, che riferimento politico potevano avere?
VERBITSKY H.: beh, per questi gruppi di origine Marxista era molto difficile sottrasse... evitare le influenze del PERONISMO, perché il PERONISMO era il sole del sistema politico argentino, tutto nel sistema politico argentino, girava intorno al PERONISMO, e questi gruppi, molti di questi gruppi hanno... scomparso e hanno ingrassato dentro il PERONISMO.
P.M.: sono entrati dentro il PERONISMO.
VERBITSKY H.: ...entrati dentro il PERONISMO, grazie. Questo è stato il suo destino e... ci sono dei gruppi che hanno continuato ad avere una politica indipendente di PERONISMO ma erano gruppi minori, non i più importanti...
P.M.: PERON viene atteso mi sembra di aver capito questo, per quello che lei ha detto quel 20 giugno del '73, ad "ESEISA" tanto dalla Destra che dalla Sinistra come, usiamo questo termine forse è un po' enfatico, come il salvatore della patria, con immagino attese diverse, con spirito diverso, può spiegare queste due anime e cosa in realtà l'ARGENTINA di Destra e l'ARGENTINA di Sinistra di aspettavano entrambi da PERON?
VERBITSKY H.: questa è una domanda veramente difficile, perché come corrisponde ad un animale mitologico le... forse i sensi e immagini sono più forti che le idee, ci sono rappresentazioni simboliche, e... dentro della Destra Peronista, un settore molto importante era il settore sindacale, era un sindacalismo burocratico, verticale...
P.M.: verticistico, magari.
VERBITSKY H.: ...verticistico e... questo settore era, io non credo che i progetti politici fossero completamente esclus... fra un settore e l'altro è certo che un settore voleva... approfondire un processo rivoluzionario non molto... non molto chiaramente espresso ma che si può dire di rivoluzionario e l'altro aveva una concessione più ritardataria ma io credo che... la... principale differenza era una differenza fra... gruppi sociale e fra persone che c'era una confrontazione incluso culturale, generalizzazionale, perché lo stesso PERON dopo il... maggio francese del '68 aveva scritto impulsando i giovani alla ribellione e... e c'era un... un clima culturale similare a quello del... io non se si ricordo bene, li chiamate "l'autonno caldo" (come da pronuncia).
P.M.: l'autunno caldo sì.
VERBITSKY H.: l'autunno caldo, del maggio francese, questo era il contesto culturale dell'ARGENTINA, e i Sindacalisti naturalmente erano più e... conservatori, più ritardatari, e non vo... avevano paura di questa... di questa trasformazione che PERON stimolava ma non era sicuro che lui potesse governare e loro volevano una concessione più disciplinata più verticalistica, ma per imporre questa concessione, l'unica idea che avevano erano un'idea violenta.
P.M.: diciamo le speranze no, dei giovani Peronisti vengono deluse abbastanza presto dal vecchio Generale, come si consuma questo... questo legame ideale tra i giovani e PERON e che cosa poi fa precipitare le cose verso il colpo di stato del 24 marzo del '76.
VERBITSKY H.: beh, immediatamente dopo e... arrivare in ARGENTINA, PERON il 21 giugno fece un discorso nel quale e... decide di abolire il settore di Destra del movimento e accusa alla Sinistra di avere provocato la situazione in "ESEISA" cosa che le investigazione rigorosa sui fatti non... permette di sostenere...
P.M.: cioè in altri termini fu la Destra a sparare contro i giovani Peronisti e non viceversa.
VERBITSKY H.: eh, sì, sì.
P.M.: e invece l'atteggiamento di PERON su questo episodio quale fu?
VERBITSKY H.: l'atteggiamento di PERON fu che i Sindacalisti erano il centro del suo movimento e che i giovani della Sinistra erano provocatori infiltrati nel movimento, dopo anni di avere... stimolato questo movimento giovanile, avere detto che loro erano la gioventù meravigliosa e quelli che erano chiamati alla trasformazione rivoluzionari del PERONISMO, dell'ARGENTINA in quanto lui fu all'ARGENTINA, fece un... cambio di discorso completo e questo è stata naturalmente una grande delusione.
P.M.: il primo maggio del '74 anche qui c'è una data simbolica in PLAZA DE MAYO si consuma in maniera direi plateale il distacco, forse definitivo tra questi giovani e PERON che cosa era accaduto?
VERBITSKY H.: e il primo del maggio del '74 c'era una... una grande concentrazione, tutti gli anni del primo di maggio il PERONISMO faceva delle grandi concentraz... ma questa concentrazione è stato la prima con PERON, come Presidente, per la terza volta e con questa attenzione derivata dai fatti dell'"ESEISA" e di una serie di fatti equivalenti che accaderono dopo il "ESEISA" non... della stessa importanza ma nello stesso senso di confrontazione fra settori interni del PERONISMO il primo di maggio del '74 nel discorso, nella PIAZZA DI MAGGIO, PERON sceglie chiaramente posizione in confrontazione con il settore giovanile e lui dice che sono... i giovani sono imbecilli, sono provocatori, sono... e... la metà della piazza, torno a spalle al palco ed esce dalla piazza che rimane a metà vuota e questo è un fatto unico nelle storie del PERONISMO, cioè la prima e unica volta che una manifestazione popolare dà le spalle a PERON.
P.M.: due mesi più tardi, il primo luglio del '74 PERON muore e la compagna, la moglie del tempo di PERON, cioè MARIA ESTELA MARTINEZ, "ISABELITA" da lui imposta come Vice Presidente diviene Presidente del paese.
VERBITSKY H.: sì, questo ho bisogno di fare un racconto, un raccontino...
P.M.: prego!
VERBITSKY H.: ...del fatto che hanno... breve, per esempio, come espressione di questa importanza che la Sinistra Peronista ha avuto in tutta la mobilizzazione contro la dittatura e per la elezione del PERONISMO nel governo il candidato che PERON ha scelto, perché lui era proscritto dal Governo Militare, il candidato che arriva alla Presidenza è un uomo ECTOR CAMPORA che è un uomo vincolato con la Sinistra Peronista non con la Destra, dopo "ESEISA" questo Presidente, che ha governato soltanto cinquanta giorni e forzato a rinunciare, e ci sono nuove elezioni nei quali PERON è scelto Presidente e la sua moglie "ISABELITA" che non aveva nulla formazione politica, c'era soltanto la moglie e una moglie moltissimo più giovane di lui, e scelta come Vice Presidente, alla morte di PERON la sua moglie è la nuova Presidente e con lei c'è un assistente personale di PERON e di "ISABEL" negli anni dell'esilio, detto JOSE' LOPERREGA noto come il... io non sono in italiano, in spagnolo si dice il "bruho".
P.M.: lo stregone.
VERBITSKY H.: lo stregone, che era un astrologo esoterico, che aveva delle concessioni mistiche, parlava dei colori, dei suoni e del sangue, lui diceva... che dietro l'ARGENTINA, l'ARGENTINA era costruita su un fiume di sangue, e lui organizza un... un gruppo squadroni... "squadra della morte" detta la "TRIPLICE A", "Alleanza Anticomunista Argentina" che dopo la morte di PERON incomincia una serie di sequestri e assassinati dei militanti della Sinistra, tanto Peronista come Marxista non per Peronista e questo c'è un processo che dura dalla morte di PERON in giugno 1974 fino il colpo militare del marzo 1976, e... l'azione di questo "squadrone della morte" in confrontazione con la Sinistra peronista e con la Sinistra marxista è quello che prepara il clima per il colpo militare.
P.M.: il colpo militare, appunto, è del 24 marzo '76, io adesso le vorrei fare... ritengo che sarà in grado di rispondermi, qualche domanda più specifica su quello che accade dal punto di vista organizzativo militare con il golpe del 24 marzo. Intanto, l'ARGENTINA venne divisa in zone?
VERBITSKY H.: sì. Durante il governo di "ISABEL PERON" lei aveva firmato un decreto ordinando ai militari l'annichilamento dei partigiani del "Montoneros" e dell'Esercito Rivoluzionario del Popolo, l'ERP.
Quando i militari colpirono il Governo nel 1976, loro fanno una divisione dell'ARGENTINA in cinque zone di sicurezza, una per ogni corpo di esercito.
Dentro ogni zona di sicurezza, c'era un Capo massimo, un Comandante che c'era il Comandante della regione militare corrispondente a questa zona di sicurezza.
P.M.: nella zona 1, Dottor VERBITSKY chi era il Comandante?
VERBITSKY H.: il Comandante della zona 1, era il Comandante del corpo uno d'esercito, Generale di Divisione SUAREZ CARLOS GUILLERMO MASON.
P.M.: a quale area geografica corrispondeva la zona 1?
VERBITSKY H.: la zona 1 aveva giurisdizione su la capitale federale BUENOS AIRES e dalla capitale federale al sud a parte la provincia di BUENOS AIRES con giurisdizione su un dieci/dodici milioni di abitanti.
P.M.: quindi BUENOS AIRES capital federal è il cosiddetto "GRAN BUENOS AIRES" la provincia.
VERBITSKY H.: una parte di "GRAN BUENOS AIRES"...
P.M.: una parte.
VERBITSKY H.: perché c'è un'altra parte di BUENOS AIRES che c'era dentro la giurisdizione della zona 4.
P.M.: ecco, io volevo arrivare a questo appunto. Nella zona 4 che lei dice era all'interno in realtà, geograficamente della zona 1, ci può dire a quale area corrispondesse e chi era il Comandante della zona 4.
VERBITSKY H.: beh! La zona QUATTRO corrispondeva al comando degli istituti militari che avevano... erano nella guarnizione di "CAMPO DE MAYO" nel Nord del "GRAN BUENOS AIRES" e avevano giurisdizione su tutti i quartieri operai dal Nord di BUENOS AIRES, il "GRAN BUENOS AIRES".
P.M.: quindi anche alla zona del Delta di TIGRE?
VERBITSKY H.: sì che è parte... il Delta del TIGRE è nel Nord del "GRAN BUENOS AIRES".
P.M.: e chi era il Comandante in zona 4?
VERBITSKY H.: il Comandante di zona 4, c'era il Generale SANTIAGO OMAR RIVEROS che è uno dei personaggi più misteriosi e che ha avuto maggior potere dentro le Istituzioni militari, un uomo... SUAREZ MASON è un uomo molto più noto di RIVEROS. RIVEROS è un uomo che non ha parlato mai con eccezione di una volta che ha fatto una importantissima dichiarazione pubblica dopo la "GUERRA SPORCA" lui è stato rappresentante argentino a WASHINGTON alla Giunta Interamericana di Difesa e quando finisce la sua missione a WASHINGTON nel 1980 credo, lui fa una dichiarazione chiarissima, lui dice che tutta la "GUERRA SPORCA" è stata fatta organicamente sotto gli ordini dei capi massimi con la dottrina e i regolamenti militari in mano e quando... e dice che dicono che noi abbiamo violato i diritti umani. Ma nella guerra al nemico non si buttano fiori. Cioè è una delle rivendicazione più contundenti dei... dei metodi sporchi che loro hanno...hanno usato.
P.M.: a proposito di metodi sporchi, negli anni che vanno dal '76 all'82/'83, qual era apparentemente lo stato dell'ARGENTINA, la condizione delle cose?
Cioè era visibile questa ferocia, questa violenza o era piuttosto una cosa che poteva immaginarsi?
VERBITSKY H.: era visibile frammentariamente, perché tutti gli argentini sapevano che c'erano persone sequestrate che non si sapeva dove c'erano, dove erano guidati in quel carcere, erano... non si sapeva se erano vivi, se non erano vivi, ma nessuno aveva il panorama generale di quello che accadeva all'ARGENTINA, questo panorama generale ha cominciato ad essere evidente nel 1979 quando la "Commissione Interamericana dei Diritti Umani" della organizzazione americana, dei Stati Americani, inviò una missione di investigazione per pressione del Presidente americano CARTER e la dittatura non ebbe "sceglia" (come da pronuncia) e ha ammesso questa missione e la missione ha fatto un informe comprensivo importante dove per la prima volta, si parlò dei detenuti "Desaparecidos" in altissimo numero, mille persone, e dei uccisi per la dittatura, non solo dei "Desaparecidos", ma questo informe non circolò apertamente in ARGENTINA, perché la dittatura aveva censurato questa possibilità, è stato proibito di diffondere queste... queste robe. Io personalmente nel 1976, ho fatto un'investigazione su la
"GUERRA SPORCA" nella Scuola di Meccanica della Marina,
ma noi si sapevano molte cose, ma si ignoravano molte altre cose.
Si sapeva che qualcosa di sinistro, di terribile stava accadendo, ma non si sapeva esattamente quale era questa cosa, quale era il limite e io penso che per i familiari delle vittime, anche per loro, quando tutto fu evidente dopo la conclusione delle dittatura, è stato sorprendente la comprovazione dello scopo che questa repressione ha avuto e del suo carattere organico soprattutto.
Questa fra di... del Generale RIVEROS è una descrizione precisa del sistema organizzativo, perché ogni zona era suddivisa in aree dove i capi erano i Colonnelli che dipendevano dal Generale, che era il Capo Massimo e da ogni area dipendevano tre o quattro subaree dove c'erano i Tenenti Colonnelli e c'era un organica completa. Questo è stato... è venuto chiaramente stabilito dalla commissione presidenziale, che l'ex Presidente ALFONSIN ha creato nel 1984 che ha reso un informe importantissima detta la "CONADEP" "Commissione Nazionale sulla Sparizione di Persone" e poi nel processo del 1984/'85 nel quale VIDELA, MASSERA e altri erano stati condannati all'ergastolo per la Camera Federale di BUENOS AIRES con firmata Sentenza per la Corte Suprema di Giustizia dell'ARGENTINA.
P.M.: senta. Lei in quest'opera che è stata necessariamente postuma di ricostruzione dei fatti, è cioè lo ha accennato prima, grazie alla "CONADEP", grazie al "CUISIO" (come da pronuncia) dell'85, in quest'opera di ricostruzione delle atrocità della dittatura militare, ha apportato un tassello importantissimo in quella che può definirsi l'AUSCHWITZ argentina, cioè la Scuola di Meccanica della Marina, lei ha scritto un libro, "EL VUELO", "IL VOLO", che nasce dalla confessione resa a lei da un ex Capitano della Scuola di Meccanica della Marina che potremmo definire - tra virgolette - un "pentito". Ci vuol dire come e quando è stato contattato da questo Capitano che è ADOLFO SCILINGO e quale fu il suo racconto che poi chiederei alla Corte di poter visionare attraverso una videocassetta che già è agli atti.
VERBITSKY H.: sì, questo Capitano SCILINGO è un pentito ma non nel senso italiano della parola, non è uno che fa una negoziazione sul suo pentimento che dice: "io sono pentito ma lei mi riduce la condanna", no lui è uno che non aveva venuto denunciato mai prima, era uno completamente innoto, dopo il processo dell'84/'85 il Pubblico Ministero ALFONSIN ha firmato il congresso, ha approvato la legge de "OBEDENCIA DEBITA" in spagnolo, non so in italiano come si dice.
P.M.: "OBBEDIENZA DOVUTA".
VERBITSKY H.: "OBBEDIENZA DOVUTA" e nel 1989/'90, il Presidente MENEM ha firmato la grazia per i militari condannati, dunque questo Capitano SCILINGO era innoto per l'opinione pubblica, non aveva mai stato denunciato dai familiari delle vittime, non era mai stato sotto processo, non era stato identificato alla "CONADEP", ma era uno che aveva il senso di colpa per quello che aveva fatto.
E come io sono noto all'ARGENTINA per tutte le investigazioni che ho fatto su questo periodo, su questi temi, lui si mise in contatto con me per parlare di queste cose, perché nell'anno 1994, io avevo pubblicato una serie di articoli contro la decisione del Presidente MENEM di chiedere al Senato la promozione al grado di Capitani di Vascello di due ex torturatori dell'"ESMA" e come conseguenza di questa investigazione il Senato rifiutò la promozione di questi due torturatori che erano responsabili dell'uccisione di due sorelle francesi che avevano stato...
VOCE: (in sottofondo).
VERBITSKY H.: suore francesi mi scusi.
P.M.: sì.
VERBITSKY H.: e del massacro dei Sacerdoti dell'Ordine dei Palottini e... io ho pubblicai questi antecedenti e il Senato rifiutò la promozione e dunque, SCILINGO, mi cercò per parlare di quello.
Quando io cominciai a parlare con lui, lui aveva un atteggiamento si potrei dire quasi "Gremial", lui diceva che non era giusto che questi due compagni suoi venivano castigati con la non promozione mentre altri che avevano fatto le stesse cose avevano stato previamente promossi dal Governo e dal Senato.
P.M.: mi perdoni, "Gremial" è Sindacalista. Cioè quasi faceva da Sindacalista per i suoi ex...
VERBITSKY H.: sì, è un Sindacalista dei militari, perché questi due no e quest'altri sì, non è giusto.
E io ho visto che questo era un planteo possibile da un punto di mira veramente stretto che qui c'era un problema molto più grave.
Lui stava dicendo che altri che avevano stati promossi previamente erano anche degli assassini, e che c'erano... lui dice: "tutti lo abbiamo fatto", dunque io cominciai una serie di interviste con lui e lui fu... modificando la sua posizione, finalmente un giorno lui confessa assolutamente tutto che lui era un uomo abrumato per la colpa di quello che aveva fatto e voleva confessare pienamente tutto questo e lui era con indignazione contro i capi che avevano ordinato organicamente, vert... verticisticamente questa carneficeria...
P.M.: carneficina.
VERBITSKY H.: ...carneficina e dopo non erano responsabili e lasciavano che quelli che avevano eseguito questi ordini furono accusati, processati, non promossi, mentre i capi massimi non dicevano nulla.
Ma nel libro lui confessa avere partecipato personalmente all'uccisione di due gruppi di prigionieri che venivano iniettati con un sonnifero e negli aerei erano portati sopra il mare, si apriva la porta dell'aereo e nudi erano buttati al mare, vivi, questa è una delle cose più mostruose che io ho sentito nella mia vita e lui diceva che quando il Comando Navale comunicò agli Ufficiali che il metodo sarebbe questo per uccidere i prigionieri, il Capo della Marina disse che questo metodo aveva l'approvazione della Gerarchia Ecclesiastica che diceva che questa era una forma cristiana di morte.
P.M.: non c'era spargimento di sangue, forse è per questo.
VERBITSKY H.: alla vista di loro, a lo...

P.M.: sì, io chiederei Presidente di mandare in onda questa videocassetta di dichiarazioni rese dal Capitano SCILINGO in un'intervista.
AVV. MASINI: c'è opposizione da parte...
PRESIDENTE: ma abbiamo già deciso su questo punto, c'è stata già un'Ordinanza di ammissione.
VOCI: (in sottofondo).
VISIONE IN AULA DELLA VIDEOCASSETTA.-
P.M.: Allora, quella che si vede è la Scuola di Meccanica della Marina.
VOCI: (in sottofondo).
P.M.: l'audio non si sente.
VOCI: (in sottofondo).
P.M.: perché non si sente?
VOCI: (in sottofondo).
VERBITSKY H.: quello è l'aeroporto che è vicino alla sede dell'"ESMA".
VOCI: (in sottofondo).
P.M.: l'audio non...
VOCI: (in sottofondo).
VERBITSKY H.: beh, mentre si trova la soluzione al problema, io ho qui il libro con la confessione del Capitano SCILINGO, il libro "IL VOLO", questa è una edizione italiana che io "entrego" (come da pronuncia), al Tribunale.
P.M.: guardi, la cassetta si sentiva, io non so se ci sono problema si smagnetizzazione naturale delle videocassette, nei Tribunali italiani, perché non è la prima volta, per carità, insomma probabilmente è un fatto tecnico fisico, chimico.
PRESIDENTE: potrebbe essere anche nella Procura, perché non è detto che sia arrivato...
P.M.: non avrei interesse.
PRESIDENTE: ...che sia arrivato qua già...
P.M.: neanche ovviamente la Corte di Assise.
PRESIDENTE: ancora non...
P.M.: ho paura che ci sia qualche fenomeno, chimico/fisico che mi sfugge, che fa sì che tutte le cassette diventino mute. A meno che non dipenda da quell'aggeggio che sta là dentro.
VOCE: (in sottofondo).
P.M.: guardi, io l'ho risentita più volte a casa e l'ho ascoltata insomma.
PRESIDENTE: non ce n'è un'altra copia?
VOCI: (in sottofondo).
P.M.: io personalmente no, posso farmela dare dalla persona che poi ha realizzato questa intervista, è una Giornalista televisiva.
PRESIDENTE: vediamo se riusciamo a...
VOCI: (in sottofondo).
PRESIDENTE: ...per la prossima udienza magari a recuperarla, perché certo, vedere solo la faccia del Capitano, qui non è che serva molto.
VOCI: (in sottofondo).
PRESIDENTE: prego?
VOCI: (in sottofondo).
PRESIDENTE: intanto ci può il teste...
P.M.: sì.
PRESIDENTE: ...qui presente...
P.M.: sì, magari...
PRESIDENTE: ...dirci...
P.M.: ...il Dottor VERBITSKY con un po' di pazienza ci può raccontare nelle parti salienti quello che fu il racconto di SCILINGO.
VERBITSKY H.: sì.
AVV. MASINI: scusi...
VERBITSKY H.: lui...
AVV. MASINI: ...posso fare un'opposizione a questa richiesta?
Cioè il teste ha sentito il Capitano parlare in questa intervista, era presente anche lui in questa intervista? Non ho ben capito.
P.M.: no, non sto chiedendo dell'intervista, il teste che poi si chiama HORACIO VERBITSKY ed è uno Scrittore argentino, ha scritto un libro che si chiama "EL VUELO", "IL VOLO", sui "voli della morte", che partivano dall'"ESMA" dalla Scuola di Meccanica della Marina, quell'edificio che abbiamo visto all'inizio della cassetta. Non chiedo al Dottor VERBITSKY ovviamente di riferire cosa ha detto in questa intervista, perché non l'ha mai vista, chiedo di riferire quello che poi ha trasfuso in questo libro "EL VUELO", di cui io ho già chiesto la produzione alla Corte di Assise e che oggi materialmente VERBITSKY consegnerà. Quindi su circostanze apprese da lui direttamente dalla voce di SCILINGO.
VERBITSKY H.: questo libro ha due parti, una parte è un racconto storico che faccio io con tutte le cose che io personalmente ho investigato e che danno il contesto...
RIPRENDE LA VISIONE DELLA CASSETTA IN AULA.-
PRESIDENTE: Allora, abbiamo la prova che non ci sono state manipolazioni ma...
VOCI: (in sottofondo).
PRESIDENTE: ...ma è solo un problema di strumento.
P.M.: ma infatti ritenevo molto più probabile...
VOCI: (in sottofondo).
PRESIDENTE: la Corte è stata assolta.
VOCI: (in sottofondo).
PRESIDENTE: così in ARGENTINA sapranno dei nostri potenti strumenti.
P.M.: eh, appunto, non siamo organizzati per fare processi tecnologici evidentemente.
VOCI: (in sottofondo).
VERBITSKY H.: questo è il finale di dittatura, di mobilizzazione, chiedendo giustizia, e il processo del 1985, quelli sono gli ex Comandanti delle Forze Armate dinanzi al Giudice, ai Giudici.
Questa immagine non ha bisogno di spiegazione. Sono i visi dei "Desaparecidos". "Icos" vuol dire figli, è un'organizzazione di figli dei "Desaparecidos".
Questo è importante, perché durante venti anni i familiari hanno reclamato giustizia, castigo agli assassini.
Questi giovanotti hanno adesso la stessa età che avevano i suoi padri nel momento del... del sequestro, questa è una cosa molto sconvolgente in ARGENTINA, erano bambini molto piccoli nel momento della separazione, il sequestro dei suoi parenti, uguale che le madri adesso i figli vogliono che si faccia giustizia. Beh, questo è SCILINGO, ma non si sente cosa dice.
VOCI: (in sottofondo).
AVV. GENTILI: Avvocato Gentili in difesa della Parte Civile. Certo sconvolto, sapevo, ma che ho visto. Volevo sapere se si tratta di una moralità di esignazione eccezionale oppure normale e se può fornire dei dati al riguardo.
VERBITSKY H.: nel caso della Marina e una confessione di SCILINGO, noi sappiamo che è stata una decisione organica comunicata agli Ufficiali della più grande base della Marina immediatamente dopo il colpo del 1976 per il Comandante... Navali. ...secondo SCILINGO ogni mercoledì del 1976/'77... erano voli nei quali erano assassinati quindici, venti, trenta essere umani, questo da punto tale - approssimativo fra duemila e tremila essere umani ammazzati con questo cristiano metodo, secondo la gerarchia della Marina, nell'ESMA, ma dopo la confessione di SCILINGO un altro Sottufficiale dell'esercito venne testimonio pubblico che anche l'esercito di terra assassinava i suoi prigionieri con lo stesso metodo e dà una serie di dettagli terribili su variazioni nel metodo, come facevano per evitare che i cadaveri apparissero nelle spiagge, dettaglio che io preferisco non parlare, perché il fatto essenziale del metodo era lo stesso, era... in un caso erano nudi, in un altro caso erano con... con le... vestiti, ma sono dettagli... ma anche l'esercito ha... ha operato lo stesso metodo, nel caso dell'esercito non ci sono calcoli approssimativi del numero, ma se si considera che l'esercito è la forza che ha avuto la responsabilità primaria nella conduzione delle operazioni della "GUERRA SPORCA", nella Marina soltanto un ruolo secondario, io penso che si può parlare di non meno di cinquemila esseri umani assassinati dall'esercito, se si considera che il totale dei "Desaparecidos" può ammontare a trentamila.
AVV. GENTILI: era un metodo certamente noto a tutti i capi zona, per quello che lei può arguire?
VERBITSKY H.: ah, penso che è noto, loro erano quelli davano gli ordini, che era un sistema gerarchico perfetto nel quale il Comandante... Capo Massimo dell'esercito firmava un ordine generale e dopo sulle linee di questo ordine generale i capi di ogni zona firmavano istruzioni particolari per le operazioni nella sua giurisdizione, ma questo... ma nel preciso del 1985, questa è una cosa veramente importante, perché Voi possiate giudicare la situazione, è venuto stabilito che c'erano degli ordini scritti, ma c'erano anche degli ordini verbali, perché c'erano certe cose che non si lasciavano per scritto, perché loro non volevano... il metodo della "desaparisione" di persone, il metodo di fare "desaparaser" la gente era uno inteso a non lasciare indicazioni che permettessero la ricostruzione di quello che aveva accaduto, dunque certi ordini non si davano per scritto, e questo è uno dei richiami più grande delle giovani generazioni militari contro quelli precedenti, perché questo non è... assolutamente non è militare, gli ordini militari hanno una... e si "fidano" verbalmente, perché la circostanza di urgenza impone quello, dopo c'è una responsabilità di quello che ha dato l'ordine, se non si firma è per una questione di urgenza, in questo caso non era nulla urgenza, erano prigionieri che c'erano in galera e si dava l'ordine verbalmente, non per urgenza, ma per non lasciare la prova, ma questo è stato stabilito nel processo dell'85, e la Sentenza che condanna VIDELA, MASSERA e gli altri lo stabilisce chiaramente.
AVV. GENTILI: dagli ordini scritti o da quelli verbali, come ha detto, si può vedere con certezza che ogni singola operazione fosse a conoscenza, approvata o addirittura preordinata dal capi zona?
VERBITSKY H.: sì, e... non sempre sapevano prima, ma sapevano dopo, e questo era contemplato nelle direttive, per esempio gli ordini generali e gli ordini particolari del Capo Massimo e dei capi di zona parlavano di operazioni ordinate previamente e di altri nei quali si... accadevano senza ordine previo, perché gli Ufficiali operativi avevano il margine per decidere nel terreno, immediatamente dopo dovevano fare una "recinzione" per iscritto con tutti i dettagli di quello che avevano fatto e i nomi dei prigionieri, dei morti, del personale che aveva partecipato, e questo sta regolato per scritto nell'ordine.
AVV. GENTILI: lei ha notizia di casi di sequestri, di uccisioni disapprovati dai capi zona?
VERBITSKY H.: dunque, con i loro contrasti, successivo magari, ci sono casi nel quale è chiaro che un certo grado di feudalismo militare ha fatto che persone uccise non erano uccise per decisione organica ma per rivalità fra differenze Forze, ma questi pochi casi sono ben noti all'ARGENTINA, perché sono stati denunziati nazionale, internazionalmente e riguardano in generale a casi nel quale per... per esempio il caso dell'Ambasciatore, del Presidente VIDELA in VENEZUELA, era un politico del PARTITO RADICALE, che non è un PARTITO RADICALE, è un partito che si chiama RADICALE, ma è molto moderato, e l'Ambasciatore della dittatura in VENEZUELA era un politico del PARTITO RADICALE, e lui fece una serie di gestioni perché VIDELA andasse in VENEZUELA per un'intervista con CARLOS ANDRE' PERES, che era non soltanto il capo... il Presidente del VENEZUELA, ma anche il capo latino-americano della INTERNAZIONALE SOCIALISTA. Dunque l'Armata, la Marina, il cui capo, MASSERA, era internamente opposto a VIDELA, dà l'ordine di sequestrare questo Ambasciatore, e sono casi ben noti, e non sono molti, sono pochi; altro caso ben noto è quello di una Diplomatica argentina a PARIGI, che aveva fatto dei documentari imprudenti sulla relazione fra l'ammi... MASSERA ed uno dei capi della guerriglia PERONISTA, anche lei è stato sequestrata ed uccisa, ma la sua famiglia, che erano diplomatici militari importanti hanno denunciato questo, e sono casi noti, il resto dei casi...
AVV. GENTILI: lei sa i casi di cui ci occupiamo, ne è a conoscenza? MARRAS, MASTINU, CARLOTTO, MARZOCCHI, MORESI, FABBRI, CIUFFO, a lei risulta che siano di questi casi eccezionali di contrasto?
VERBITSKY H.: no, io non conosco tanti casi, ma io ho scritto su alcuni di quelli del giornale "NARRIVISTA IL PERIODISTA", dove io scrivevo, e no, nessuno di quei casi è dentro di questa categoria.
AVV. GENTILI: le risulta che il Generale RIVEROS fosse... avesse una posizione di particolare pratica nella tortura? Cioè che avesse una particolare propensione per la tortura o era una pratica diffusa e unanime in tutti i capi zona?
VERBITSKY H.: no, la tortura era il metodo usato in tutti i campi di concentramento, in tutte le zone di "securità", non era un atteggiamento personale di uno o l'altro, era il metodo centrale, perché la intelligenza militare agiva in questo modo, si sequestrava una persona, questa persona immediatamente torturata e si mandavano i nomi di altri compagni, di altri conoscenze e con questi dati un plotone militare sequestrava anche questa nuova persona, e questo era il tipo dell'intelligenza. E' certo che c'era qualche militare che erano più sadistici degli altri, che godevano con la tortura e altri che non... che erano unicamente... facendo questo per metodo. Io non so nel caso di RIVEROS se lui era uno che si godeva specialmente con la tortura o no, ma io so che lui era uno veramente sadico con i familiari, perché durante il processo dell'85, che io ho coperto come Giornalista, io ho sentito la testimonianza dei familiari delle vittime, che raccontarono di avere andato a vedere RIVEROS per chiedere clemenza per i suoi reati gravi e lui rispondeva con altenaria, con superbia, con aggressione, senza rispetto per il dolore in un modo provocativo, che questa è la caratteristica nota del Generale RIVEROS, ma io non posso dire se lui intimamente godeva con la tortura.
AVV. GENTILI: ...di cui poi RIVEROS ha goduto, è a conoscenza di taluni particolari, come gli è stato applicato? Il suo comportamento rispetto a questa prospettiva?
VERBITSKY H.: RIVEROS è un uomo che non parla o parla molto poco, ma è un uomo... un uomo molto poderoso, perché ci sono due casi potenti, potenti, in spagnolo questo "connotalgo" diverso, eh, eh, e il potente è "angolo" intimo del potere spirituale, il poderoso è quello che ha un potere esteriore, lui non è potente nel senso argentino, era potente nel senso italiano, quando nel 1989 MENEM è scelto Presidente, c'era il momento nel quale un Tribunale in ARGENTINA doveva fare citazione al General RIVEROS chi era sotto processo, lui era stato processato dal Giudice di SAN ISIDRO, che io credo che voi avete sentito ieri, RAMOS PADILLA, ma dopo il Consiglio Supremo delle Forze Armate tira l'esperiente e rilascia in libertà RIVEROS, ma dopo questo, come la legge diceva che se il Consiglio Supremo non andava avanti con il processo c'erano le camere di appellazioni, quelli che dovevano farli, la Camera Federale SAN MARTIN chiede l'espediente al Consiglio Supremo e incomincia a processare RIVEROS, lui doveva essere dinanzi al Tribunale in settembre 1989, e lui decise di non andare al Tribunale, e prima dice che è malato, dopo dice che non è in ARGENTINA, che è fuori il Paese, e finalmente il Governo di MENEM, nei suoi primi mesi pressiona il Tribunale di dare la "posteriazione" di questa udienza, cosa che io conosco bene, perché come io ho scritto questo e ho detto chi era il Ministro che ha fatto questa pressione sul Tribunale, io ho avuto un processo di questo Ministro, nel quale i miei... i miei testi erano i Giudici, che dicevano che sì, che lui aveva fatto pressione per postergare l'udienza di RIVEROS, perché postergare l'udienza di RIVEROS? Per dare tempo a MENEM a firmare la grazia, non soltanto per RIVEROS, per tutti i militari, questo è il primo episodio che "orica" e il potere che RIVEROS aveva fra i militari; e il secondo episodio è molto più vicino, è stato l'anno scorso, come conseguenza di questa confessione del Capitano SCILINGO e di una grandissima mobilizzazione che nel ventesimo anniversario del colpo è stato a BUENOS AIRES, dove più di cinquantamila persone hanno manifestato nella piazza, si sono riaperti processi contro i militari in "brasione" di un reato che non è stato perdonato per le leggi di ALFONSIN, né le grazie di MENEM, che il reato della... io chiedo aiuto per dire come si chiamano... (...).
INTERPRETE: i giovani "Desaparecidos".
VERBITSKY H.: esatto. E ci sono una dozzina di militari che sono in galera per questi reati, MASSERA, VIDELA e qualche altro hanno chiesto al Tribunale Civile di dichiarare la propria incompetenza, e hanno chiesto che il processo andasse al Consiglio Supremo delle Forze Armate, ed in ogni caso i Giudici hanno detto di no, e questo è stato il finale della questione. Ma quando è stato il turno di RIVEROS, l'anno scors... l'anno scorso o questo stesso anno, pochi mesi fa, RIVEROS chiede che il processo vada al Consiglio Supremo delle Forze Armate, e il Consiglio Supremo dice: "sì", e questo a cosa corrisponde? Corrisponde che noi siamo i Giudici, e il Consiglio Supremo non è un Tribunale di Giustizia, è un Tribunale disciplinario, amministrativo nel quale il Governo ha il potere esecutivo impone la disciplina ai militari, ma il Consiglio Supremo ha detto sì e da noi di intervenire in questo processo. Ed in questo momento questa discussione è dinanzi alla Corte Suprema di Giustizia in ARGENTINA, che deve decidere se c'è il Consiglio Supremo o il... l'ordinario Giudice, e mentre gli altri capi della repressione sono in galera, RIVEROS è a casa sua.
AVV. GENTILI: lei è a conoscenza, se lo è, che ordine... dell'ordine del Generale, di SUAREZ MASON, che programmasse e subordinasse ai suoi comandi i sequestri e le uccisioni?
VERBITSKY H.: ci sono ordini... ci sono ordini che ho visto nel quale lui dà indicazione come agire con i bimbi, quando si ammazza un sovversivo e cosa fare con i bimbi, come separare i padri dai figli e... non ricordo di avere visto ordine specificamente sulla tortura, perché questo... ma sull'uccisione sì, la missione era uccidere i sovversivi, e loro non davano spiegazioni in quale circostanza uccidere i sovversivi, era un ordine generale, dovevano cercare di uccidere i sovversivi, ma non dicevano in che condizione, come, quando si... si dovevano intimare rendizioni prima di sparare, questo non veniva detto negli ordini.
AVV. GENTILI: cosa intendevano per sovversivi? Il loro termine.
VERBITSKY H.: oh, sovversivi erano... prima i sovversivi; secondo quelli che simpatizzavano con i sovversivi; terzo, gli amici di quello che simpatizzava con i sovversivi; quarto: "quello che a me mi piace, perché io sono il capo", questa era la definizione per farla breve.
AVV. GENTILI: non ho altre domande.
PRESIDENTE: prego!
AVV.DE FIGUE.: Avvocato De Figueiredo per la Presidenza del Consiglio. ...il Sottufficiale dell'esercito è per caso VICTOR IVAGNES?
VERBITSKY H.: sì.
AVV.DE FIGUE.: richiamo la Corte che questa Difesa ha prodotto il libro "CAMPO SANTO", documento cinque delle produzioni della Presidenza del Consiglio.
VERBITSKY H.: questo è un libro scritto da un mio collega Giornalista con la testimonianza di IVAGNES.
AVV.DE FIGUE.: che è anche credo un teste della Pubblica Accusa. Un'altra domanda, lei ha mai sentito parlare di un aeroporto a "CAMPO DE MAYO"? E con l'occasione, sa quali fossero gli aeroporti militari nella zona 1 e nella zona 4?
VERBITSKY H.: sì, "CAMPO DE MAYO" aveva un'aereoporto dentro la guarnizione, dove operava la Compagnia di Aviazione 601, dell'aviazione dell'esercito, l'esercito ha un'aviazione minore con riguardo a quella della Forza Aerea, ma ha un'aviazione, operava da "CAMPO DE MAYO", che è anche una base aerea della Forza Aerea nella stessa zona, dove io ho testimoni dei prigionieri di "CAMPO DE MAYO", che erano buttati al fiume o al mare in aerei dell'esercito, che operavano a "CAMPO DE MAYO" e altri che erano buttati al mare da aerei della Forza Area che operavano nella base di "PALOMAR" (come da pronuncia), questo è il nome della base aerea, della Forza Aerea.
AVV.DE FIGUE.: in che zona era l'aeroporto di "PALOMAR", la base di "PALOMAR"? Nella zona?
VERBITSKY H.: cioè è la stessa zona io... di "CAMPO DE MAYO".
AVV.DE FIGUE.: quindi la zona 1?
VERBITSKY H.: la...
AVV.DE FIGUE.: ...o la zona 4?
VERBITSKY H.: io credo che è la zona 4, ma non son sicuro.
AVV.DE FIGUE.: va bene. Un'altra domanda, lei ha mai sentito di un ordine di operazioni numero 9/77?
VERBITSKY H.: io non mi ricordo bene il numero, ma se lei mi dice su cosa tratta io posso dirle...
AVV.DE FIGUE.: era un ordine di operazione che concerneva le attività da compiere nella zona 1?
VERBITSKY H.: quella di SUAREZ MASON?
AVV.DE FIGUE.: sì. In esecuzione di precedenti ordini del Comandante General dell'esercito.
VERBITSKY H.: sì, è quella cosa che io dicevo prima, c'era un ordine generale del Comandante... del Capo Massimo dell'esercito, e dunque, ogni capo di zona dava le sue direttive concorrenti, si chiamano, nell'applicazione nella sua zona delle direttive generali.
AVV.DE FIGUE.: ricordo alla Corte che questo ordine di operazione 9/77 è il documento numero 9 prodotto da questa Difesa. Un'ultima domanda, lei ha parlato di un processo 1985, si riferisce alla causa 13?
VERBITSKY H.: sì.
AVV.DE FIGUE.: ricordo alla Corte che questa Sentenza e questo procedimento... a questa Sentenza e a questo procedimento fanno riferimento i documenti 3 e 4 di questa Difesa e le indicazioni contenute nella memoria 13 dicembre '99 di questa Difesa. Ho finito Presidente.
PRESIDENTE: qualcuno deve rivolgere domande?
AVV. MASINI: volevo chiedere al teste questa cosa: volevo sapere se quanto è intervenuto il decreto del Presidente MENEM, quella udienza che fu rinviata si svolge ugualmente?
VERBITSKY H.: no, no, non è mai accaduto, perché RIVEROS è stato indultat... graziato dal Presidente MENEM.
AVV. MASINI: e quindi i Giudici recepirono questa grazia e respinsero il processo?
VERBITSKY H.: no, i Giudici non decisero di sospendere l'udienza, ma RIVEROS disse che lui era infermo, e il capo dell'esercito in quel momento, il Generale CASSERES (o simile) decide di internare RIVEROS all'ospedale militare per dimostrare che come i Giudici non accettavano questa "posterazione", lui... fanno come se RIVEROS fosse malato.
AVV. MASINI: mi sono spiegato male.
VERBITSKY H.: ...e immediatamente... immediatamente MENEM firmò la grazia.
AVV. MASINI: dopo la grazia del Presidente MENEM, i Giudici accolsero questo provvedimento ed estinsero il processo?
VERBITSKY H.: sì. Ma questo...
AVV. MASINI: con un provvedimento...
VERBITSKY H.: ...estinsero il processo... no, il processo è venuto interrotto per una intromissione di potere esecutivo, questa è una questione che è in piena discussione in ARGENTINA perché storicamente era la prima volta che un Capo di Stato concedeva la grazia.
AVV. MASINI: ma questa grazia...
VERBITSKY H.: ...non prima... no dopo, ma prima della condanna o dell'assoluzione, ed era la prima volta che si utilizzava la grazia come se fosse un'amnistia, come un manto collettivo, no come una questione individuale di grazia ad una persona, i decreti di grazia del Presidente MENEM hanno un brevissimo testo, e dunque una savana completa di nomi di quelli che vengono graziati.
AVV. MASINI: mi sono spiegato forse male, i Giudici dopo il provvedimento di grazia di MENEM che cosa hanno fatto, hanno accolto questo provvedimento di grazia?
AVV.DE FIGUE.: Presidente, chiedo scusa, c'è un'opposizione, ho l'impressione...
PRESIDENTE: non è che c'è bisogno di raccoglierla la grazia, poi il tipo di provvedimento che hanno emesso probabilmente lui non è in grado di dircelo, insomma si tratta di una questione di tecnica...
AVV.DE FIGUE.: qui mi pare...
PRESIDENTE: ...che non è di sua competenza.
AVV. MASINI: no, volevo sapere se c'è stata un'ulteriore udienza, l'ho chiesto più volte, ho cercato di...
AVV.DE FIGUE.: scusi Presidente, ho un'opposizione alla continuazione...
PRESIDENTE: ma è una domanda che deve...
AVV.DE FIGUE.: ...di queste domande.
PRESIDENTE: ...ancora fare, abbia pazienza Avvocato!
AVV.DE FIGUE.: eh, ma io ho fatto... l'ha già fatta la domanda.
PRESIDENTE: non si può fare l'opposizione... ha cambiato domanda, facciamogli finire la domanda e poi farà l'opposizione.
AVV.DE FIGUE.: sì.
AVV. MASINI: volevo sapere se lei sa se successivamente al provvedimento di grazia ci sono state altre udienze di questo Tribunale?
VERBITSKY H.: beh, non lo so, perché c'erano più di cinquecento processi, ed io non ho un archivio e la memoria per sapere in ogni caso cos'è successo, io so che ci sono casi nei quali i processi rimasero aperti e ci sono casi nei quali fossero chiusi, ma non posso rispondere nel caso concreto del Generale RIVEROS, non lo so.
AVV. MASINI: quindi lei non sa se il processo contro RIVEROS è aperto o no?
VERBITSKY H.: no, non lo so.
AVV. MASINI: senta, lei ha riferito alcune circostanze parlando di alcuni testimoni da cui lei ha appreso queste circostanze, cioè ADOLFO SCILINGO e VICTOR IBAGNEZ (come da pronuncia), queste altre circostanze, cioè quelle ulteriori, sempre su questi eccidi, da chi lei le ha apprese? Cioè quali sono gli altri testi che lei può aver sentito e che l'hanno informata? Cioè lei le indagini da chi le ha...
VERBITSKY H.: informato di cosa? Perché se lei mi chiede concretamente chi mi ha informato ogni cosa io posso rispondere o dirle che io preservo il segreto delle mie fonti giornalistiche, ma in genere io non posso rispondere a questa domanda, capisce Avvocato?
AVV. MASINI: cioè la pressione allora del SUAREZ... no su... di MASON, di IBAGNEZ, la pressione che ha svolto...
VERBITSKY H.: la?
AVV. MASINI: ...la pressione nei confronti del Giudice...
VERBITSKY H.: mah...
AVV. MASINI: ...che ha...
VERBITSKY H.: gli stessi Giudici me l'hanno detto, e lo sono stati i miei testi nel processo che il Ministro mi ha fatto per scrivere queste storie, gli stessi Giudici mi hanno...
AVV. MASINI: chi sono questi Giudici? Volevo sapere i nomi dei Giudici.
VERBITSKY H.: sì, la Dottoressa MARTA ERRERA, il Dottore BARRAL e non mi ricordo il terzo, erano tre.
AVV. MASINI: ma questi Giudici poi hanno accettato queste pressioni, cioè hanno slitt... hanno fatto slittare questa udienza?
VERBITSKY H.: no, no, la Dottoressa ERRERA ha buttato fuori dal suo Ufficio il Ministro, questo è stato il finale della conversazione, e il Ministro ha minacciato la Dottoressa ERRERA con la promozione del giudizio politico contro i Giudici se non accettavano questa imposizione.
AVV. MASINI: come si chiamava il Ministro?
VERBITSKY H.: CARLOS CORAG (come da pronuncia).
AVV. MASINI: quello che l'ha denunciata praticamente.
VERBITSKY H.: eh?
AVV. MASINI: quello che ha denunciato lei?
VERBITSKY H.: e sì.
AVV. MASINI: un'altra domanda, lei ha fatto riferimento anche ad un'approvazione dell'autorità ecclesiastica, da quel che ho capito, di questi voli della morte. Lei questa notizia da chi l'ha appresa?
VERBITSKY H.: da ADOLFO SCILINGO, lui ha detto... che sta qui, nel libro, che l'Ammirante MENDIA (come da pronuncia), che era il capo di operazioni navali, ha riunito tutti gli Ufficiali nella base di PUERTO VELGRANO (come da pronuncia) e gli ha detto che vi era la decisione di uccidere i prigionieri secondo il metodo dei voli e che questo metodo veniva con l'approvazione della gerarchia ecclesiastica.
E questo è stato motivo di un appassionato dibattito nell'ARGENTINA, perché hanno avuto testimoni in un senso e nel senso contrario, ci sono settori della chiesa che hanno detto che questo non era possibile, altri che hanno detto che era possibile ma non era una decisione organica, formale, ma di cattivi sacerdoti, perché per esempio SCILINGO ha detto anche che quando gli Ufficiali avevano rimorsi per quello che facevano, andavano a fare confessioni con i cappellani, cappellani si dice?
AVV. MASINI: sì.
VERBITSKY H.: ...con i cappellani gli rispondevano che loro stavano facendo bene e gli parlavano con parole bibliche, con quella parabola della separazione del grano, dell'erba, e che loro stavano facendo questa separazione marcando l'erba e preservando il grano.
AVV. MASINI: senta, può fare i nomi di queste autorità ecclesiastica, dei componenti che hanno dato queste disposizioni e che...
VERBITSKY H.: sono... no, no, io non posso dare il nome dell'autorità ecclesiastica che ha dato il consenso, io posso dire chi è l'Ammirante che secondo SCILINGO ha comunicato agli Ufficiali della Marina che la gerarchia ecclesiastica aveva dato l'approvazione, che è una cosa di...
AVV. MASINI: chi è questo...
VERBITSKY H.: Ammirante LUIS MARIA MENDIA.
AVV. MASINI: MARIA MENDIA.
VERBITSKY H.: LUIS MARIA MENDIA.
AVV. MASINI: MENDIA.
VERBITSKY H.: il cognome è MENDIA.
AVV. MASINI: ma lei ha appreso da altre fonti se queste autorità ecclesiastiche hanno dato questo avallo alla dittatura argentina?
VERBITSKY H.: beh, è un tema ben noto all'ARGENTINA che...
AVV. MASINI: fonti dirette, scusi, io.
VERBITSKY H.: eh?
AVV. MASINI: fonti dirette, fonti di...
VERBITSKY H.: sì, sì.
AVV. MASINI: dirette, non indirette.
VERBITSKY H.: no, no, io ho scritto moltissimi articoli su questo, io posso parlare ore su questo...
AVV. MASINI: sono spuntati i nomi dei Cardinali, dei Vescovi, dei Cappellani?
VERBITSKY H.: e sì, sì, sono ben noti, il Cardinale capo della chiesa argentina in quel momento... che c'era allo stesso tempo il Vicario CASTRENZ, non l'avete questo... questo dettaglio, questa è una cosa eccezionale, che il capo della chiesa argentina era nello stesso tempo il Vicario CASTRENZ.
Questo già significa un atteggiamento di solidarietà con i militari, è la prima volta che questo accadeva all'ARGENTINA, questo Vescovo detto... il cui nome era ADOLFO SERVANDO TORTOLO ha fatto la difesa della tortura con argomenti biologici in un dibattito della conferenza episcopale, e questo è noto per la relazione di altri Vescovi che non erano in assoluto d'accordo con questa posizione, che era la posizione maggioritaria, questo è ben noto in ARGENTINA, ci sono libri scritti, ci sono testimoni delle vittime, non è un tema debattibile all'ARGENTINA, e anche l'Episcopato ha fatto un documento nel quale chiede di essere perdonato per questi... per questi fatti, si discute di questa sollecitudine di perdono è sufficientemente ampia o no, se dovrebbe essere più dettagliata o no, ma l'hanno fatto, è un fatto incontestabile.

AVV. MASINI: i Vescovi della zona 1 e della zona 4 lei si ricorda i nomi? Chi erano?
VERBITSKY H.: no, erano... erano vari, non era uno solo, perché...
AVV. MASINI: ah.
VERBITSKY H.: ...le giurisdizioni militari non sono le stesse.
AVV. MASINI: non coincidevano quindi?
VERBITSKY H.: non coincidevano le giurisdizioni militari e ecclesiastici, ma c'era il Vescovo capo della chiesa argentina, il capo, questo Monsignor TORTOLO, che faceva privata e pubblica difesa dei militari, in privato faceva la difesa anche di metodo, in pubblico faceva una referenza acritica...
AVV. MASINI: e questo...
VERBITSKY H.: ...di quello che facevano i militari, e... omelie, discorsi pubblici, manifestazioni, e c'era anche il suo secondo, il pro Vicario, Monsignore VITTORIO BONAMI' (come da pronuncia), che parlava dell'effusione del sangue come purificazione e faceva quello che nella mia opinione personale è un'interpretazione torta dei Vangeli, diceva che i militari con l'effusione del sangue stavano purificando l'ARGENTINA, io penso che dentro la concezione cattolica l'effusione del proprio sangue purifica, quella di Cristo, non il sangue dell'altro. Questo era il livello morale di questo Sacerdote.
AVV. MASINI: questi militari, questi... anche... come vogliamo chiamarli, questi militari o questi rivoltosi, erano cattolici, cioè sentivano le parole di questi signori?
VERBITSKY H.: loro dicevano di essere cattolici, e la chiesa non li ha espulsi, dunque io penso che loro credevano di essere cattolico... cattolici e la chiesa pensava che erano cattolici.
AVV. MASINI: cioè erano ugualmente cattolici sia TORTOLO che MENDEZ, praticamente?
VERBITSKY H.: sì.
AVV. MASINI: sia TORTOLO che i Generali erano ugualmente cattolici?
VERBITSKY H.: sì.
AVV. MASINI: ...di fede cattolica?
VERBITSKY H.: sì.
AVV. MASINI: la ringrazio.
AVV.STRILLAC.: Signor...
PRESIDENTE: dobbiamo attenerci...
AVV.STRILLAC.: ...Signor Presidente una...
PRESIDENTE: ...non stiamo facendo processi...
AVV.STRILLAC.: no, no, assolutamente.
PRESIDENTE: ...generalizzati a tutte le...
AVV.STRILLAC.: no, no, una domanda...
PRESIDENTE: ...Autorità...
AVV.STRILLAC.: ...velocissima...
PRESIDENTE: ...argentine.
AVV.STRILLAC.: ...e molto semplice. Lei più volte ha fatto riferimento ad un Capo Massimo dell'esercito, che dovrebbe corrispondere ad un nostro Capo di Stato Maggiore; all'epoca dei fatti chi era fisicamente?
VERBITSKY H.: beh, io non so esattamente il periodo che voi state considerando...
AVV.STRILLAC.: '76, diciamo '75/'76 e '77.
VERBITSKY H.: dal...
AVV.STRILLAC.: dal golpe, dal '76.
VERBITSKY H.: dal golpe del '76 il Comandante in GREFIC (o simile), quello era il nome, dell'esercito era il Generale VIDELA, e il Capo di Stato Maggiore, che era il suo secondo, era il Generale ROBERTO EDOARDO VIOLA (o simile). I due firmavano gli ordini.
AVV.STRILLAC.: esatto.
VERBITSKY H.: ...VIDELA come Comandante in GREFIC e VIOLA come Capo di Stato Maggiore.
AVV.STRILLAC.: per capire, siccome lei prima ha fatto riferimento ad una scala gerarchica, i Comandanti delle rispettive zone militari in cui era suddivisa l'ARGENTINA, quindi avevano una dipendenza diretta da questo Capo...
VERBITSKY H.: sì.
AVV.STRILLAC.: ...Capo Massimo?
VERBITSKY H.: sì.
AVV.STRILLAC.: quindi VIDELA il Vice e poi...
VERBITSKY H.: VIDELA, VIOLA...
AVV.STRILLAC.: ...e i cinque...
VERBITSKY H.: ...in cinque capi di zona.
AVV.STRILLAC.: ...le cinque aeree, cinque zone.
VERBITSKY H.: sì, sì.
AVV.STRILLAC.: ...e poi a scendere sotto le aeree...
VERBITSKY H.: poi c'era la piramide, sì.
AVV.STRILLAC.: grazie.
VERBITSKY H.: ah, c'era un'altra istanza organizzativa, che era la detta giunta militare, che era integrata dai capi dell'Esercito, la Marina e la Forza Aerea, questo era formalmente la... il vertice della piramide del potere, ma per gli ordini della "GUERRA SPORCA", gli ordini venivano no dalla giunta militare ma dal capo dell'esercito, perché l'esercito aveva la responsabilità primaria di condurre questa operazione, e le altre forze era dipendenti dall'Esercito, la Marina e la Forza Aerea, e per questo che il processo del 1985 è stato personalizzato contro ogni Comandante in GREFIC e no contro la giunta come fenomeno proprio, e per esempio la condanna al capo della Forza AGOSTI è stato di quattro anni e mezzo di prigione, mentre per i suoi compagni nella prima giunta, MASSERA e VIDELA è stato l'ergastolo, perché la Forza Aerea ha avuto minore partecipazione che le altre Forze, e gli ordini non erano della giunta che tutti e tre formavano, ma di VIDELA, VIOLA e i capi di zona.
AVV.STRILLAC.: grazie.
PRESIDENTE: Pubblico Ministero ha concluso l'esame?
P.M.: sì.
PRESIDENTE: si può accomodare, grazie. Allora rinviamo l'udienza a lunedì con l'intesa di cercare di essere puntuali, perché non possiamo andare oltre le due.
P.M.: sì, no Presidente, l'avevo già chiesto io la produzione del...
PRESIDENTE: sì, ci sono osservazioni sull'acquisizione di questo documento? Nessuna osservazione, ne disponiamo l'acquisizione.
AVV.STRILLAC.: beh, la Difesa non presta il consenso per questa acquisizione.
PRESIDENTE: ma non c'è bisogno di consenso, se c'è l'opposizione la deve motivare e noi decidiamo sull'opposizione. Allora il documento è acquisito.
L'Udienza è tolta!

TUTTO CONSIDERATO VIENE LOGICA PORSI UNA DOMANDA:
MA L'ATTUALE PREMIER ITALIANO , CHE USA SCHERZARE SU STORIE COME QUESTE E' UNA PERSONA SERIA ED AFFIDABILE ?
POI LA CHIESA CATTOLICA
SEMPRE ATTACCATA COME L'EDERA AI VARI DITTATORI DI TURNO !
Alla fine, come ho anticipato, l'ergastolo per gli imputati e la ripresa del processo nei confronti dell'Ammiraglio Emilio Eduardo MASSERA.