venerdì, ottobre 31, 2008

Gli amici di Berlusconi


I GRANDI AMICI DEL PREMIER
da

di

Marco Travaglio


Lo spirito guida
"Andate tutti in vacanza in Kazakhstan: lì c'è un signore che è mio amico, non a caso ha il 91% dei voti e ha fatto cose straordinarie".
(Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, di ritorno dalla Cina, racconta la sua visita ad Astana,
intervento alla Confcommercio, Agi, 29 ottobre 2008) "In Kazakhstan siti web chiusi per faida familiare del leader.
Questa settimana, i siti internet che fanno capo all'opposizione, secondo gli attivisti, sono stati temporaneamente chiusi per aver pubblicato materiale relativo alla pubblica diatriba che oppone l'autoritario leader del paese
[il presidente Nursultan Nazarbayev, ndr] al proprio ex-genero...
Funzionari governativi negano di aver avuto qualsiasi ruolo nel blocco del sito... KazakhTelecom, il principale internet provider del paese, non ha risposto a ripetute richieste di commento"
(The New York Times on line, 28 ottobre 2007)
da
Repubblica.it
31 ottobre 2008

La lezione di Angelino

Eih, eih, perché ti sei dimenticato di me ?
Io ti volevo bene ma non ho potuto dirlo nè a te nè agli altri perchè non potevo parlare
Questa lamentosa domanda proveniente da una vocina lontana mi ha stravolto il sonno di stanotte tormentato da una notizia che non fa proprio onore all’Italia, a Milano in particolare, ed a noi tutti, nessuno escluso.
Tutto il popolo italiano, me compreso e tanti altri come me che hanno dedicato parte della loro vita a tentare di alleviare di tasca propria le pene dei bisognosi, sia quelle economiche che quelle morali , è coinvolto in prima persona.

Perchè questo toccante caso è l'emblema di quanto accade oggi nel nostro Paese: l'indifferenza verso i diversi e verso chi soffre è oramai la norma imperante.
Accade per lo più a gente onesta che spesso per un incomprensibile orgoglio tace e soffre in silenzio.
Ma è compito delle istituzioni scovarle ed un caso “limite”come quello che alcuni flash gd'agenzia hanno lanciato ieri non poteva né doveva sfuggire a coloro che sono preposti o per elezione o per lavoro alle tematiche sociali.
In questo caso l’Italia diventa una nazione da quarto mondo.
E’ questa la notizia :
“Angelino, bimbo down, due anni appena, non poteva dire neppure una parola. Angelino, bimbo down, operato subito dopo la nascita, non poteva neppure camminare.
Eppure era lui, Angelino, occhi neri e le manine forti, a mantenere la mamma disoccupata, il papà rimasto senza lavoro e i due fratellini, Rosario e Federico.
Il primo di quattro anni, l' ultimo di undici mesi soltanto.
Era lui, Angelino, a mantenerli tutti quanti con la sua pensione di invalidità da 444 euro al mese.
Era lui, al passato, perché adesso Angelino non è più niente.
E' morto la notte del 17 marzo 2005, prima dell' alba, forse soffocato o chissà per quale altra ragione.
A trovarlo senza vita, con la lingua serrata tra i dentini, la madre e il padre.
Angelino era lì, nella culla, immobile, un braccino attorno all' orsacchiotto.”

Anche gli angeli muoiono ma nessuno se ne accorge in questa povera Italia oramai fuori da ogni regola etica e morale.
Se qualcuno si fosse peritato di pensare più agli altri che a se stesso forse Angelino si sarebbe salvato.
Ma così non è stato.
Proprio per l’indifferenza della sua Milano Angelino se n’è volato via in cielo schifato da questo sporco mondo che lo circondava senza accorgersi di lui.
Perdonaci Angelino.
So che per te adesso, a più di tre anni dalla tua morte, la richiesta di alcuni che ti venga assegnato l’Ambrogino d’oro alla memoria, appare come un rimedio con il quale potranno pulirsi la coscienza macchiata da un’incuria scellerata,
A te non serve più, sarebbe servito ben altro prima che ci lasciassi; oggi serve solo a chi in questa Milano, divenuta capitale da quarto mondo, non vede quanta sofferenza c’è in giro perché la sua vista non va oltre il proprio naso.

Hai voluto darci una lezione sacrificando la tua vita.
Grazie, ma perdonaci tutti.

giovedì, ottobre 30, 2008

Gelminiade

GELMINIADE

Come vedono i nostri vignettisti la Gelmini e la sua riforma

PILLINI




da un modesto scribacchino

Maria Gelmini 5 stelle, santa subito !
propongono voci vaticane dopo che Berlusconi ha dichiarato che “sulle private cambio”; parrebbe che rivedrà una norma della finanziaria per concedere ulteriori aiuti alle scuole private. Insomma, dopo le perplessità cardinalizie procederà ad irrorare il campo delle private con parte dei soldi, i tanti soldi, sottratti alla scuola pubblica.
L’ex vescovo della diocesi di Noto (SR), mons. Mariano Crociata, neo segretario della CEI ,convocherà con la massima urgenza la commissione in parola, per stabilire e proporre al Santo Padre , secondo i meriti acquisiti con la sua opera educatrice dalla beata Maria5stelle, di quale categoria debba essere nominata protettrice.
I soliti maligni, spesso però ben informati, hanno lanciato in merito dei rumors non univoci perché una parte dei vescovi vorrebbe assegnarle quella degli ignoranti ed l’altra, più numerosa della prima, sembrerebbe intenzionata ad affibbiarle quella dei presuntuosi ed arroganti.

Dulcis in fundo

Un anonimo è riuscito a scovare il tracciato cerebrale della Beata in pectore


Adesso si spiegano tante cose.
Come può avere idee chiare la Beata Gelmini con un tracciato così tortuoso in alcune parti ed in altre a senso unico ?

Ai posteri l’ardua sentenza !


mercoledì, ottobre 29, 2008

Pillole di saggezza - 1

PILLOLE di SAGGEZZA
- 1 -

Con il tipo di capitalismo ereditato dalla Seconda Guerra mondiale non andiamo lontano.
Un capitalismo senza un quadro etico è nemico del genere umano.
Bisogna chiedere scusa a Marx: aveva visto giusto”.
Cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, La Stampa 26 ottobre

Ed allora, sig. Berlusconi, mi consenta di chiederle se la suddetta Eminenza di Santa Romana Chiesa sia da considerare come una quinta colonna del capitalismo liberista, un comunista per meglio intenderci, o no ?
Le premetto che il suddetto alto prelato non ha alcun grado di parentela con il barbuto Carlo, si proprio lui, l’autore di un libro “IL CAPITALE” che avrà certamente letto e riletto sdraiato sulla montagna di lire e poi di euro ad imitazione del famosissimo zio Paperone.
Non se la prenda a male !
Scusi, ma lei è o non è il nostro autarchico zio straricco che vuole diventare sempre più ricco ?
Ma ciò non le bastava !
Probabilmente Dell’Utri, da siciliano doc qual è, le avrà parlato di un certo brocardo siculo secondo il quale…..ma sì diciamolo,
« Cumannari è megghiu i futtere»
Solo che lei, da padano, non l’ha interpretato nel senso giusto perché,
da quell’ impenitente dongiovanni che crede di essere, non ha inteso rinunciare ad alcuno dei due verbi .
In pratica lei contemporaneamente comanda e fotte gli italiani, solo quelli che dichiaratamente non sono al suo servizio.
Ma ritorniamo alla perla di saggezza del cardinale tedesco.
Ha mai sentito parlare del
NEW DEAL
del
presidente USA
Franklin Delano Roosevelt,
- toh, un democratico ! e non poteva essere altrimenti -
Rammenterà dall'alto del suo 110 e lode quell’insieme di riforme attraverso le quali risollevò l’economia americana con i suoi conseguenti gravosi effetti sullo stato sociale del popolo statunitense dopo la crisi del 1929 ?
Fu aspramente criticato dai conservatori ma vinse quella brutta crisi, intervenendo con sostanziose misure assistenziali nonché con provvedimenti altrettanto sostenuti in favore di ogni settore dell’economia.
Noi due , all'epoca, non eravamo ancora nati ma quella scuola, che assieme alla Gelmini, sta adesso tentando di dissolvere, quella scuola, per esempio, l’Università Statale di Milano da entrambi frequentata, ci ha insegnato attraverso un prezioso volume scritto da un tale di nome Samuelson, un Premio Nobel, non certo un Tremonti qualsiasi che pare lontano dalla sua cattedra pavese da oltre 14 anni, come comportarsi in siffatte crisi economiche.
Questo Roosevelt fu rieletto, per i suoi meriti, per ben quattro volte anche se morì poco dopo la sua ultima rielezione.
Chissà se, nonostante la sua profezia in quel d’America, il suo amicone Bush passerà effettivamente alla storia come un “grande, grandissimo Presidente”.
Ma tant’è, dopo la sua morte, tra cent’anni, non potrà più rimproverarla per la gran balla – fa anche rima – che ha fatto il giro di tutto l’universo, suscitando, nonostante il periodo gramo che stiamo attraversando, una ilarità senza confini di tempo e di spazio: una pacchia per i vignettisti e per coloro che della satira fanno il loro principale mestiere o passatempo.
Ma, sogno o son desto, anche lei sta tentando qualcosa di sinistra come l’intervento diretto dello Stato nell’economia contro tutti i principi liberisti da lei sino ad ieri osannati e difesi ?
Beh, non è mai troppo tardi sebbene qualcosina non quadri proprio qui da noi; non è che lei e/o qualche suo familiare abbiate interessi diretti e/o indiretti in qualche società di costruzioni, di servizi - come banche e assicurazioni -, giornali e case editrici, radio e TV private ?
Corre voce che la pubblicità di questi tempi non tiri molto, anzi parrebbe causare un notevole buco rosso nella casse Mediaset.
E tutti crederanno invece che lo sta facendo per il mio bene, per il mio vicino della porta accanto, per il mio giornalaio che per aprir bottega, non trovando lavoro con tanto di laurea in informatica – si quella che è il suo pallino – ha dovuto chiedere un mutuo alquanto oneroso per poter far sopravvivere la propria famigliola.
Oggi, con la sua faccia tosta ed i mezzi di cui dispone – pubblici e privati -, è riuscito a darla a bere a tanti italiani ma quelli che sanno che non è proprio così come ce le racconta le cose sono tanti ma ancora pochi per mandarla a casa.
Ma le vie del Signore sono infinite e non è detto che qualcuno, ora seppellito dal cumulo di balle che propina quotidianamente soprattutto attraverso le sue TV, ma non solo, si risvegli, uscendo definitivamente dal mondo delle illusioni.
Ed allora……..ritornerà il sole sulla nostra Italia.
E non certo perché Ella si crede pari al re Sole.

La propaganda ed i suoi effetti

SUI METODI ED I FINI
della
PROPAGANDA
1933

J.P. Goebbels
ministro dell’educazione e propaganda del terzo Reich
il suo motto:
“La propaganda è come l’arte, non ha bisogno di rispettare la verità”

Leggete bene questo scritto e comparatelo con quello che avviene oggi in Italia dove sui media domina direttamente od indirettamente, attraverso suoi uomini,
una voce “ unica”.

“Dei metodi della propaganda non può giudicare un esteta qualunque.
Un giudizio decisivo può essere dato solo sulla base del successo.
Perché la propaganda non è fine a se stessa ma un mezzo per raggiungere uno scopo.
Se con questo mezzo abbiamo raggiunto lo scopo , vuol dire che il mezzo è buono; se poi corrisponda in ogni caso a criteri estetici è indifferente.
Se però lo scopo non è stato raggiunto vuol dire che il mezzo era cattivo.
Lo scopo del nostro movimento era quello di mobilitare uomini, organizzarli e conquistarli alla nostra idea nazionalrivoluzionaria.
Questo scopo – neanche il più maligno potrebbe contestarlo – è stato raggiunto; con ciò è stato pronunciato anche il giudizio sui nostri metodi propagandistici.
Il nuovo ministero non ha altro scopo che mettere la nazione compatta dietro l’idea della rivoluzione nazionale.
Se lo scopo verrà raggiunto si potranno condannare pure i miei metodi , ma sarebbe completamente indifferente, perché il ministero in questo caso avrebbe raggiunto con il suo lavoro i suoi obbiettivi.
Se però lo scopo non verrà raggiunto, potrei sempre dimostrare che i miei metodi di propaganda corrispondevano a tutte le regole estetiche; in tal caso però avrei dovuto diventare regista di teatro o direttore di una accademia d’arte piuttosto che ministro per l’Educazione e Propaganda.
L’allineamento tra il governo rivoluzionario e il popolo richiederà un lavoro instancabile: non potrà essere ultimato in due settimane , in due mesi o in due anni.
Sono però convinto che questo allineamento si compierà in misura crescente.
I metodi che noi adottiamo, alla fine, dovranno convincere anche i più resistenti ed i peggio intenzionati che la nostra linea è la linea giusta.
Il governo nazionale non ha intenzione di stare a guardare.
Non vediamo nella Reichswehr una truppa a protezione della politica interna ma una difesa e un’arma per i confini della Germania.
La lotta politica interna la conduciamo attraverso il movimento popolare che sta dietro a noi e con il potere statale che sta sopra di noi.
Nessuno potrà più mettere in dubbio che sia vano fare opposizione , moderata o radicale, contro questo governo.
Questo governo non se ne andrà, è deciso a restare, ma realizzerà anche il suo progetto di trovare la necessaria risonanza nelle masse popolari.
Nel corso del tempo in tutti i campi, specialmente nella tecnica, si sono verificate trasformazioni rivoluzionarie.
Noi viviamo oggi nell’età della radio, delle grandi manifestazioni di massa: parate di masse di 100-200-300mila persone non sono più irraggiungibili.
I compiti più importanti di questo ministero devono essere i seguenti:
in primo luogo bisogna centralizzare in una sola mano tutte le imprese propagandistiche e tutti gli enti di informazione popolare del Reich e dei Lander.
Deve essere, inoltre, nostro compito dare a queste istituzioni propagandistiche un impulso moderno, in conformità con il nostro tempo.
Non deve essere la tecnica a sopravanzare il Reich, ma il Reich deve andare di pari passo con la tecnica.
I mezzi più moderni sono i più adeguati .
Noi viviamo in un’età in cui le masse devono schierarsi dietro una politica.
Il movimento nazionalsocialista e il governo della rivoluzione nazionale capeggiato da esso si basano esclusivamente sul principio della personalità.
Il principio della massa e quello dell’individuo non devono contraddirsi.
Al contrario la vera personalità non si subordinerà mai alla massa ma si verificherà il rapporto inverso.
I moderni capi di popolo devono essere dei moderni re popolari, essi devono capire le masse, ma non devono adularle.
Essi hanno il dovere di dire che cosa vogliono e spiegarlo in modo che le masse lo capiscano”.

Da lì alla P2 e poi l'attuazione moderna di un vecchio sistema mediatico.

martedì, ottobre 28, 2008

L’UDC IN SICILIA
è
IL CACIO SUI MACCHERONI
ovvero, se volete, guardandola dall’opposta sponda,
L’INGIUSTO CONDIMENTO
dei
PIATTI della MAFIA

Mi chiedo:
a quando un bel ripulisti generale da parte della direzione di questo partito ?
All’attenzione delle cronache siciliane si è aggiunta in questi giorni un'altra storia poco edificante.
L'operazione anti-mafia, coordinata dalla Dda di Palermo, ha portato all'arresto di 11 persone nel Trapanese, più 10 notifiche di avvisi di garanzia per individui ritenuti affiliati alla cosca di Alcamo.
Tra questi il reggente della famiglia mafiosa di Alcamo, Ignazio Melodia (detto 'u rizzu'), un avvocato palermitano ed un noto esponente politico del trapanese: il consigliere provinciale dell'Udc, Pietro Pellerito, al quale è stato imposto il divieto di dimora.
Le accuse, tutte per reati aggravati, in quanto commessi con il cosiddetto
'metodo mafioso',
sono di estorsione, interposizione fittizia di società, falso, danneggiamenti, attentati incendiari e simulazione di reato.
Certo, se avvenisse questo repulisti, l’UDC perderebbe molti voti ma ne guadagnerebbe altrettanti sul piano della legalità dei suoi componenti sia a livello locale che nazionale.
Non credo che ci sia questa volontà; perdere il c.d. “potere” specialmente a livello regionale potrebbe costarle caro anche a livello nazionale perchè con la vigente legge elettorale perderebbe al Senato anche quei 3 seggi che ebbe a racimolare dopo le ultime consultazioni politiche.
Ma non è detto che vada proprio così.
Spesso il dare un sussulto di alta moralità alla propria vita politica può dare i suoi frutti, anche e soprattutto dopo quanto di catastrofico sta facendo questo governo che mira solamente a tenere a galla il suo padre-padrone.
Vedremo a parte l’ultima trovata del cavaliere: l’uso del potere politico a suo uso e consumo.
Una vergogna inaudita
!

lunedì, ottobre 27, 2008

Per il cavaliere la sinistra dice frottole

LE FROTTOLE
raccontate da
un emerito esperto in materia
ma che tende a scaricare sugli altri i propri difettucci che fanno, come base, la
parte integrante del suo potere mediatico.

La seguente “frottola”- e caspita che fior di frottola è – il vero ed unico inimitabile mago delle frottole, il frottolone per antonomasia insomma, l’ha spiattellata quale tesi difensiva in occasione del procedimento penale pendente ancora a suo carico, seppur stralciata ed accantonta la parte a lui riguardante, avanti il Tribunale di Milano per aver versato una certa sommetta – 600.000 dollari per la precisione - al suo ex legale, l’avv. Mills, quale ricompensa per aver quest’ulimo “annacquato” la proprio testimonianza in altro procedimento penale -sempre a carico dell’attuale premier – relative a certe manovre sui diritti televisivi di alcuni format; in particolare si trattava di films e telefilms acquistati da Mediaset e poi trasmessi sulle proprie reti televisive, pagati a prezzi gonfiati grazie ad un gioco di scatole cinesi fra società svizzere tutte riconducibili a Berlusconi.
Operazioni queste ovviamente fatte in totale dispregio delle normative nazionali ed europee, peraltro, in sovrappiù, eseguite in nero.
Se così non fosse stato, continua il legale britannico, il suo ex cliente avrebbe incontrato seri guai giudiziari per questa faccenda.
Il Mills, poi, non certo per sua iniziativa bensì su imbeccata di qualcuno, tenterà una spettacolare retromarcia ma alla fine, messo alle stratte a fronte di prove inoppugnabili, riconferma il tutto anche agli inquirenti italiani.
Ma il nostro frottolone per antonomasia proclama:
IL VERSAMENTO MILLS E’ DI ATTANASIO”
Attanasio, state tranquilli, non è il “cavallo vanesio” della canzoncina di Renato Rascel tratta dall’omonima rivista musicale del 1952,
bensì è un altro personaggio realmente esistente la cui probità morale è stata più volte messa in “discussione” da alcuni magistrati tanto che gli venne data l’opportunità di onorare con la sua presenza le nostre patrie galere.
Ma veniamo alla “frottola berlusconiana” snocciolata in prima persona in sala stampa di Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi:
Il 10 marzo 2006 è stato chiesto il mio rinvio a giudizio in piena campagna elettorale.
Ho giurato pubblicamente di non sapere nulla di un finanziamento all’avvocato Mills.
Ho svolto indagini difensive: la somma pervenuta a Mills è stata versata dall’armatore Diego Attanasio.
I miei legali hanno chiesto ai giudici di svolgere una rogatoria alle Bahamas, ma la Procura di Milano ha rifiutato di esperire gli accertamenti”.
Falso, anzi nuova frottola, perché risulta che una rogatoria venne fatta e si scoprì la faccenda dei fogli firmati in bianco da Attanasio in favore dell'avv. Mills.

La verità accertata
Il pm Fabio De Pasquale obietta che
«dalle indagini effettuate è risultato che strutture di trust aventi come beneficiario Attanasio o altri clienti di Mills (Marcucci e Briatore) sono state usate, senza il consenso degli aventi diritto, per mascherare la riconducibilità a Mills delle somme di denaro ricevute da Berlusconi».
Per questo, anche
«sulla base di documenti sequestrati nella perquisizione a carico di Mills»,
al PM
«appare ragionevole ritenere che il passaggio dei 2 milioni di dollari alle Bahamas non sia altro che il primo degli innumerevoli travestimenti
del denaro ricevuto da Mills a titolo corruttivo».
I soldi a Mills, infatti, arrivano sicuramente dal trust bahamense del suo cliente Attanasio
- che però il giorno del bonifico non poteva disporlo essendo in carcere a Salerno -
che in passato aveva rilasciato a Mills fogli in bianco prefirmati per la gestione dei suoi affari, e che ha smentito Mills (al pari di Marcucci e Briatore) su alcune operazioni che ha scoperto essere state effettuate a sua insaputa.
Come dire che
“il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”
Sarebbe gradito al popolo italiano, compresa quella parte turlupinata e spacciata come quella della libertà, che pervenisse un chiarimento in proposito da parte dell’innumerevole schiera dei portavoce e reggicoda del Premier a cominciare dai soliti noti, purtroppo, che appaiono ad ogni istante del giorno e della notte sempre e dovunque in prima fila in ogni anfratto televisivo a dire la loro.
A cominciare dai vari Cicchitto, Bonaiuti, Gasparri, Capezzone il saltafossi, sino all’ultimo in graduatoria quale pare essere oggi il sig. Bondi, più esperto in poesie d’amore verso il proprio padrone e dei beni di quest’ultimo che in quelli culturali cui è stato preposto, forse per toglierselo dai piedi per un po’.
Ma non avremo mai nemmeno questa piccola consolazione, anzi, pardon, l’abbiamo già avuta una risposta, secca e tagliente, ma sempre risposta è stata:
IL LODO ALFANO
che non è una vera e propria frottola ma, salvo contrarie decisioni della Consulta in tema di costituzionalità o meno di questa vera e propria sfacciata improntitudine, è oggi una legge dello Stato che nessuno al mondo ci invidia.
Neanche la Cina e forse e nemmeno l’attuale Russia perché lì si procede con mezzi più sbrigativi ed efficaci nel caso che qualcheduno si dovesse permettere di raccontare certe storielle su personaggi che contano ovvero di contraddirli apertamente.
Il programma televisivo con maggiore ascolti è lì
CHI LI HA PIU’ VISTI ?
Corrono voci, però, che anche in Italia accada qualcosa di simile.
In un primo tempo furono dettate, anche dall’estero, e quindi compilate liste di proscrizione con nominativi di personaggi da espellere dai programmi della TV pubblica.
Ma prima ancora anche da noi qualche giornalista è sparito d’incanto nel nulla.

Ma nessuno ne parla più !
Mi riferisco alla scomparsa nel 1980 a Beirut di due nostri giornalisti:
Graziella De Palo e Italo Toni.
Si era profilato un intreccio tra la scomparsa dei due e la P2 mentre veniva data la colpa all’OLP; però poi tutti tacque.
In Libano sono morti molti giornalisti ma almeno, di loro, sono stati sempre ritrovati i corpi; della fine dei due nostri connazionali non si è più saputo nulla come se fossero passati di colpo dallo stato solido a quello aeriforme.
Una sublimazione vera e propria !
Ma oltre a ciò da noi, con un Governo, a detta del Premier, formato dagli eletti da un popolo che lui ha definito della libertà, in un Paese democratico cioè, si sono verificate altre sparizioni, si proprio sparizioni in tutto e per tutto.
Sono sparite da ogni mezzo di comunicazione, anche pubblica, le
NOTIZIE
TUTTE QUELLE CHE NON SIANO DI EMANAZIONE DIRETTA OD ANCHE INDIRETTA
DEL PADRONE ASSOLUTO.
MOLTE DELLE QUALI, COME BEN DICEVA ENZO BIAGI, INQUINATE.
I FATTI
per dirla sinteticamente
.
Victor Hugo scriveva in tempi non sospetti che
c’è gente che pagherebbe per vendersi”
e qui in Italia gente di questa risma ce n’è tanta, anche in Parlamento e non solo nel mondo dei media.
Ma ne parleremo in seguito, avendola fatta oggi troppo lunga.
A coloro che hanno voluto scrivere un loro commento su qualche mio post provvederò non appena possibile a risponder loro.
Anche a chi, non avendo il coraggio di rappresentare apertamente le proprie opinioni, si nasconde sotto il nulla, l’anonimato.
Quell’anonimato che denota la mancanza di coraggio civile di sostenere apertamente le proprie idee, anche quelle insultanti.

domenica, ottobre 26, 2008

L'evasione fiscale è in aumeto

TUTTO PREVISTO
L’EVASIONE CRESCE DEL 6 %
Percentuale pari alla crescita del consenso verso Berlusconi.
Questo è il c.d. “Popolo della Libertà” – settore evasori .
Se evadi dal carcere e ti ripescano sono guai ,se evadi il fisco l'attuale governo ti premia così come già è avvenuto in passato con i vari condoni.
Per ora non se ne parla ma allorchè avranno finito di sistemare le avventure processuali del loro capo con lodi vari vedrete che arriveranno anche quelli.
Sin qui è farina del mio sacco il resto, che troverete qui di seguito, me l'ha trasmesso un caro amico che mi ha chiesto di rimanere anonimo

Il "vampiro" Visco, come lo chiamavano i maligni, non c’è più.
E i furbi hanno capito che ora possono stare un po’ più tranquilli.
Non è un caso, infatti, se l'Associazione Contribuenti Italiani dice che ormai solo un italiano su sei ha fiducia nel fisco.
È il risultato di un sondaggio effettuato dallo Sportello del Contribuente su un campione di quasi seimila italiani.
Solo un migliaio di loro ha dichiarato di aver fiducia e considerazione del fisco, il resto, l’81 per cento, sostanzialmente o è contrario alle tasse o, ancor peggio, se ne frega.Di contro, com’è logico, è ricominciata ad aumentare l’evasione fiscale.
A ottobre, sempre secondo Contribuenti.it, il numero di chi approfitta del “nero” è salito di più del 6 per cento.
Il problema, fa capire l’associazione, è proprio la fiducia: se hai paura di essere scoperto non evadi, se sai che lassù chiuderanno un occhio, ci provi.
La "reverenza" nei confronti del fisco, dalle nostre parti, è finita da un po’.

Ma il dato negativo che si registra a ottobre 2008, spiegano,
«è da attribuirsi alla percezione da parte dei contribuenti che sono state sottratte risorse a favore delle famiglie, come il bonus occupazione o i fondi per la scuola, per destinarli alle banche ed alle grandi imprese».

Insomma, è un effetto reale delle politiche economiche del governo Berlusconi:
«Bisogna da subito pensare alle famiglie ad ai consumatori – riflettono da Contribuenti.it – sostenendo i consumi, anzichè aiutare le grandi imprese.
È prioritario rifinanziare il bonus occupazione per tutte le famiglie e le piccole e medie imprese che hanno assunto in questi mesi personale contando sugli incentivi e che ora si vedono costretti a licenziare».

Pochi giorni fa l’Unione Europea ci ha già riconosciuto un triste primato:
siamo il paese che evade di più, quello dove non viene dichiarato il 48 per cento dei redditi.
Dietro di noi, ci sono la Romania, la Bulgaria, l’Estonia, la Slovacchia, tutti paesi dove si evade meno del 40 per cento.

Razzismo strisciante

IN TANTI SI CHIEDONO SE L’ITALIA SIA DIVENUTA DI COLPO RAZZISTA

Carlo Bonini, con un suo articolo di ieri pubblicato su Repubblica.it - e che qui di seguito vi propongo - ci aiuta a comprendere come poter dare una risposta al dilemma di molti.

Non ci sono solo aggressioni.
In Italia la xenofobia passa anche attraverso gesti in apparenza minori e quindi considerati come “innocui “, alla stregua ”di scortesie da parte di qualche maleducato.
Ma non è così e questi atti "ostili" si vanno facendo sempre più numerosi.
Leggete attentamente questo articolo il cui contenuto non dovrà mai essere dimenticato.
Nel Belpaese dell'intolleranza il microrazzismo quotidiano
di CARLO BONINI

Il giorno in cui H., cittadino tunisino con regolare permesso di soggiorno, chiese di partecipare al bando comunale da sessanta licenze per taxi, scoprì che tassisti, qui da noi, si diventa solo se cittadini italiani.
Il giorno in cui F. ed L., coppia nigeriana residente in Veneto, risposero a un annuncio per cuochi, scoprirono che l'albergo che li cercava, di neri non ne voleva. E "non per una questione di razzismo", gli venne detto dalla costernata direttrice della pensione, "perché in giardino, ad esempio", lavoravano "da sempre solo i pachistani".
Il giorno in cui S., deliziosa adolescente napoletana, finì nella sala d'attesa di un pediatra di base di Roma accompagnata dal padre, alto dirigente del Dipartimento della pubblica sicurezza, realizzò che insieme a lei attendevano soltanto bambini dal colore della pelle diverso dal suo. E ne chiese conto: "Papà, perché da quando ci siamo trasferiti a Roma siamo diventati così sfigati?".
Il Razzismo italiano è un
"pensiero ordinario".
Abita il pianerottolo dei condomini, le fermate dell'autobus, i tavolini dei bar, i vagoni ferroviari.
"Negro",
una di quelle parole ormai pronunciate con senso liberatorio nel lessico pubblico, non nelle barzellette.
Volendo, da esporre sulle lavagne del menù del giorno di qualche tavola calda, per allargare a una parte degli umani il divieto di ingresso ai cani.
L'Italia Razzista è la geografia di un odio di prossimità, che nei primi dieci mesi di quest'anno ha conosciuto picchi che non ricordava almeno dal 2005.
Un odio "naturale", dunque apparentemente invisibile, anche statisticamente, fino a quando non diventa fatto di sangue.
Il pestaggio di un ragazzo ghanese in una caserma dei vigili urbani di Parma; il linciaggio di un cinese nella periferia orientale di Roma; il rogo di un capo nomadi nel napoletano; la morte per spranga, a Milano, di un cittadino italiano, ma con la pelle nera del Burkina Faso; l'aggressione di uno studente angolano all'uscita di una discoteca nel genovese.
Dunque, cosa si muove davvero nella pancia del Paese?
Al quinto piano di Largo Chigi, 17, Roma, uffici della presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per le pari opportunità, lavora da quattro anni un ufficio voluto dall'Europa la cui esistenza, significativamente, l'Italia ignora.
Si chiama

Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale
Ha un numero verde (800901010) che raccoglie una media di 10 mila segnalazioni l'anno, proteggendo l'identità di vittime e testimoni.
È il database nazionale che misura la qualità e il grado della nostra febbre xenofoba. Arriva dove carabinieri e polizia non arrivano.
Perché arriva dove il disprezzo per il diverso non si fa reato e resta "solo" intollerabile violenza psicologica, aggressione verbale, esclusione ingiustificata dai diritti civili.
Nei primi nove mesi di quest'anno l'Ufficio ha accertato 247 casi di discriminazione razziale, con una progressione che, verosimilmente, pareggerà nel 2008 il picco statistico raggiunto nel 2005.
Roma, gli hinterland lombardi e le principali città del Veneto si confermano le capitali dell'intolleranza.
I luoghi di lavoro, gli sportelli della pubblica amministrazione, i mezzi di trasporto fotografano il perimetro privilegiato della xenofobia.
Dove i cittadini dell'Est europeo contendono lo scettro di nuovi Paria ai maghrebini.
In una relazione di 48 cartelle ("La discriminazione razziale in Italia nel 2007") che nelle prossime settimane sarà consegnata alla Presidenza del Consiglio (e di cui trovate parte del dettaglio statistico in queste pagine) si legge:
"Il razzismo è diffuso, vago e, spesso, non tematizzato (...)
La cifra degli abusi è l'assoluta ordinarietà con cui vengono perpetrati.
Gli autori sembra che si sentano pienamente legittimati nel riservare trattamenti differenziati a seconda della nazionalità, dell'etnia o del colore della pelle".
Privo di ogni sovrastruttura propriamente ideologica, il razzismo italiano si fa

"senso comune".
Appare impermeabile al contesto degli eventi e all'agenda politica (la curva della discriminazione, almeno sotto l'aspetto statistico, non sembra mai aver risentito in questi 4 anni di elementi che pure avrebbero potuto influenzarla, come, ad esempio, atti terroristici di matrice islamica).
Procede al contrario per contagio in comunità urbane che si sentono improvvisamente deprivate di ricchezza, sicurezza, futuro, attraverso "marcatori etnici" che si alimentano di luoghi comuni o, come li definiscono gli addetti,
"luoghi di specie".
Dice Antonio Giuliani, che dell'Unar è vicedirettore:
"I romeni sono subentrati agli albanesi ereditandone nella percezione collettiva gli stessi e identici tratti di "genere".
Che sono poi quelli con cui viene regolarmente marchiata ogni nuova comunità percepita come ostile:
"Ci rubano il lavoro", "Ci rubano in casa", "Stuprano le nostre donne".
Dico di più: i nomadi, che nel nostro Paese non arrivano a 400 mila e per il 50% sono cittadini italiani, sono spesso confusi con i romeni e vengono vissuti come una comunità di milioni di individui.
E dico questo perché questo è esattamente quello che raccolgono i nostri operatori nel colloquio quotidiano con il Paese".
L'ordinarietà del pensiero razzista, la sua natura socialmente trasversale, e dunque la sua percepita "inoffensività" e irrilevanza ha il suo corollario nella modesta consapevolezza che, a dispetto anche dei recenti richiami del Capo dello Stato e del Pontefice, ne ha il Paese (prima ancora che la sua classe dirigente).
Accade così che le statistiche del ministero dell'Interno ignorino la voce
"crimini di matrice razziale",
perché quella "razzista" è un'aggravante che spetta alla magistratura contestare e di cui si perde traccia nelle more dei processi penali.
Accade che nei commissariati e nelle caserme dei carabinieri di periferia nelle grandi città, il termometro della pressione xenofoba si misuri non tanto nelle denunce presentate, ma in quelle che non possono essere accolte, perché
"fatti non costituenti reato".
Come quella di un cittadino romeno, dirigente di azienda, che, arrivato in un aeroporto del Veneto, si vede rifiutare il noleggio dell'auto che ha regolarmente prenotato perché - spiega il gentile impiegato al bancone - il Paese da cui proviene "è in una black list" che farebbe della Romania la patria dei furti d'auto e dei rumeni un popolo di ladri.
O come quella di un cittadino di un piccolo Comune del centro-Italia che si sveglia un mattino con nuovi cartelli stradali che il sindaco ha voluto per impedire
"la sosta anche temporanea dei nomadi".
La xenofobia lavora tanto più in profondità quanto più si fa odio di prossimità (è il caso del maggio scorso al Pigneto).
Disprezzo verso donne e uomini etnicamente diversi ma soprattutto socialmente "troppo contigui" e numericamente non più esigui.
Anche qui, le statistiche più aggiornate sembrano confermare un'equazione empirica dell'intolleranza che vuole un Paese entrare in sofferenza quando la percentuale di immigrazione supera la soglia del 3 per cento della popolazione autoctona.
In Italia, il Paese più vecchio (insieme al Giappone), dalla speranza di vita tra le più alte al mondo e la fecondità tra le più basse, l'indice ha già raggiunto il 6 per cento. E se hanno ragione le previsioni delle Nazioni Unite, tra vent'anni la percentuale raggiungerà il 16, con 11 milioni di cittadini stranieri residenti.
Franco Pittau, filosofo, tra i maggiori studiosi europei dei fenomeni migratori e oggi componente del comitato scientifico della Caritas che cura ogni anno il dossier sull'Immigrazione nel nostro Paese (il prossimo sarà presentato il 30 ottobre a Roma), dice:
" È un cruccio che come cristiano non mi lascia più in pace.
Se la storia ci impone di vivere insieme perché farci del male anziché provare a convivere?
Bisogna abituare la gente a ragionare e non a gridare e a contrapporsi.
Non dico che la colpa è dei giornalisti o dei politici o degli uomini di cultura o di qualche altra categoria.
La colpa è di noi tutti.
Rischiamo di diventare un paese incosciente che, anziché preparare la storia, cerca di frenarla.
Si può discutere di tutto, ma senza un'opposizione pregiudiziale allo straniero, a ciò che è differente e fa comodo trasformare in un capro espiatorio.
Alcuni atti rasentano la cattiveria gratuita.
Mi pare di essere agli albori del movimento dei lavoratori, quando la tutela contro gli infortuni, il pagamento degli assegni familiari, l'assenza dal lavoro per parto venivano ritenute pretese insensate contrarie all'ordine e al buon senso.
Poi sappiamo come è andata".
Se Pittau ha ragione, se cioè sarà la Storia ad avere ragione del "pensiero ordinario", l'aria che si respira oggi dice che la strada non sarà né breve, né dritta, né indolore.
I centri di ascolto dell'Unar documentano che nel nord-Est del paese sono cominciati ad apparire, con sempre maggiore frequenza, cartelli nei bar in cui si avverte che "gli immigrati non vengono serviti" (se ne è avuto conferma ancora quattro giorni fa a Padova, alle "3 botti" di via Buonarroti, che annunciava il divieto l'ingresso a "Negri, irregolari e pregiudicati").
E che nelle grandi città anche prendere un autobus può diventare occasione di pubblica umiliazione, normalmente nel silenzio dei presenti.
Come ha avuto modo di raccontare T., madre tunisina di due bambini, di 1 e 3 anni. "Dovevo prendere il pullman e, prima di salire, avevo chiesto all'autista se potevo entrare con il passeggino.
Mi aveva risposto infastidito che dovevo chiuderlo.
Con i due bambini in braccio non potevo e così ho promesso che lo avrei chiuso una volta salita.
L'autista mi ha insultata.
Mi ha gridato di tornarmene da dove venivo.
E non è ripartito finché non sono scesa".
T., appoggiata dall'Unar, ha fatto causa all'azienda dei trasporti.
L'ha persa, perché non ha trovato uno solo dei passeggeri disposto a testimoniare. In compenso ha incontrato di nuovo il conducente che l'aveva umiliata.
Dice T. che si è messo a ridere in modo minaccioso.
"Prova ora a mandare un'altra lettera", le ha detto.
(25 ottobre 2008)

Carlo Bonini, giornalista e scrittore di alcuni libri – famoso il suo “Guantanamo- Viaggio nella prigione del terrore” - con questo suo articolo, credo che ci aiuti a capire questo nuovo razzismo di massa che serpeggia silenziosamente in Italia in ogni suo angolo anche remoto.
Fatti eclatanti costituiscono il picco di moltissimi altri episodi che oserei definire, anche se non lo sono affatto perché indicatori di sintomi di una intolleranza senza limiti verso i diversi, come il modus vivendi di una quotidiana normalità.
Voglio raccontare anch’io due episodi di cui sono stato testimone.
Un sabato mattina attendo in quel di Corsico (MI) nella panetteria vicino casa il mio turno quando entra una mamma che teneva per mano il suo figlioletto affetto dalla sindrome di Dawn; poco davanti a me c’era un’altra madre che anche lei teneva per mano un figlioletto il quale, vedendo il bambino appena entrato, gli va incontro con un bellissimo sorriso.
Sua madre, rossa in viso dalla collera, lo prese al volo e lo strattonò bruscamente verso di sé come se il bambino diversamente abile fosse un appestato.
Non lo era, io lo conoscevo perché nella mia veste di assessore ai Servizi sociali avevo fatto in modo che venissero dati dall’Amministrazione comunale in comodato dei locali per ospitare una associazione, il GUPIH (Genitori Uniti per l’Integrazione dei portatori di Handicap); mi avvicinai a lui e lo presi in braccio.
Era un bambino affettuosissimo, così come del resto tutti gli altri come lui.
Una mattina, diretto in centro a Milano salgo sul metro pieno zeppo; si apre tra i passeggeri uno spiraglio e mi accorsi che poco davanti a me c’era un uomo di colore seduto ed accanto a lui, in entrambi i lati, due posti vuoti.
Andai a sedermi, l’uomo mi sorrise che io ricambiai.
Era vestito meglio di tanti altri connazionali lì presenti e non emanava odori di sorta, forse solo quello, peraltro molto discreto, di un dopobarba.
E’ un fatto che i figli di “nuova generazione” si comportino come i padri e, quindi la catena si allunga a dismisura specie se sul diverso soffiano correnti politiche di stampo razzista.
Sintomatico il fatto che l'UNAR sia un Ufficio governativo sconosciuto ai più anche per la sua mancanza di solerzia non proprio assoluta ma quasi.
Figuriamoci oggi, visto in che mani è caduto il nostro Governo.
La ministra Carfagna è partita lancia in resta contro il mestiere più antico nel mondo, se fatto in strada, mentre non ha speso una parola sul pericolo del diffondersi del razzismo sotto varie forme non sempre cruente.
Con l’occasione vi riporto una recente sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità europee tratta proprio dal sito dell’UNAR.
Nonostante questa sentenza la discriminazione in punto alle assunzioni di lavoratori persiste.
Ed il caso citato da Bonini di colui che voleva fare in taxista ove lva messo ?
Nell’Italia di oggi è possibile anche questo; guai a toccare questa casta; Bersani ne sa qualcosa !
Discriminazione,
sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità europee
La direttiva 2000/43/CE mira a stabilire un quadro per la lotta alle discriminazioni fondate sulla razza o l'origine etnica, al fine di rendere effettivo negli Stati membri il principio della parità di trattamento.
La Corte di Giustizia delle Comunità europee, rammentando la finalità della suddetta direttiva, in una recente sentenza afferma che la dichiarazione resa da un datore di lavoro nell'ambito di una procedura di assunzione di non assumere dipendenti di una determinata origine etnica ("alloctoni") - in quanto la clientela non consente agli stessi l'accesso alla propria abitazione privata durante i lavori - possa configurare una discriminazione diretta, anche in mancanza di un denunciante identificabile che affermi di essere stato vittima di tale discriminazione.
La Corte, inoltre, nel pronunciarsi sulla questione relativa all'inversione dell'onere della prova, sostiene che incombe al datore di lavoro fornire la prova di non aver violato il principio della parità di trattamento.
Relativamente all'adeguatezza delle sanzioni in caso di una politica di assunzione discriminatoria, la Corte afferma, altresì, che esse possono consistere nella constatazione della discriminazione da parte del giudice competente accompagnata da un adeguato rilievo pubblicitario, ovvero nell'ingiunzione rivolta al datore di lavoro di porre fine alla pratica discriminatoria, o ancora nella concessione di un risarcimento dei danni in favore dell'organismo che ha avviato il procedimento.
29 luglio 2008

A voi i commenti.

sabato, ottobre 25, 2008

Manifestazione del PD a Roma




SALVA L’ITALIA DALLA PAURA DEL FUTURO




La protesta del mondo della scuola


NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO
E’ LO SLOGAN DEGLI STUDENTI

MA
IL GOVERNO E' SORDO SU TUTTO
CON A CAPO UN BERLUSCONI
CHE TENDE, CON ENORMI SFORZI MENTALI, A FAR APPARIRE LE MANIFESTAZIONI DI TUTTO IL MONDO DELLA SCUOLA
COME UN REATO DI LESA MAESTA’.
Evidentemente il “bollito di bambino”, piatto base della dieta cinese, gli sta ancora sullo stomaco e dalla Cina straparla – balbettando - e stravede;
per esempio i
FACINOROSI
infiltrati nei cortei sorretti dalla sinistra.
Di sinistra, ma al maschile, è solo il suo sragionare altrimenti non direbbe certe cose che sono solamente il frutto della sua fantasia.
Si vede che non sa che pesci pigliare perché manca di lucidità mentale; è quello che capita in chi si crede al di sopra di tutto e di tutti ed in quanto tale infallibile.
Lui comanda, punto e basta.
Il resto è il nulla perché non conta proprio nulla secondo la sua megalomane visione del mondo.
Un piano preordinato, la Gelmini dichiara di voler aprire il dialogo con le organizzazioni studentesche; ma quali e poi proprio tutte ?
Inizia il discorso:
PREMESSO CHE IL DECRETO NON SI TOCCA….
la esatta copia del dialogo che Berlusconi intendeva, si fa per dire, iniziare con l’opposizione, o meglio con il segretario del PD Veltroni , poi con D'Alema ed infine con nessun altro.
Più che dialoghi i suoi si prefigurano come imperativi categorici che non ammettono deroghe di qualsiasi sorta.
Questa è la caratteristica dei regimi totalitari, altro che balle, e
credo che sia oramai giunto il momento che alcuni personaggi politici lo capiscano una volta per tutte.

Prendiamo per esempio la storia delle decretazioni d'urgenza.

Come se non bastasse di già l’atteggiamento provocatorio del Premier e dei suoi ministri, il governo, di soppiatto - con il tacito lasciar fare dei Presidenti delle Camere - sta svuotando la funzione legislativa del Parlamento atteso che in breve tempo, ricorrendo a piè sospinto alla “decretazione d’urgenza”, ha reso quasi nulla l’attività dei suoi due rami , riducendola alla sola attività di approvazione, spesso col voto di fiducia, di norme già belle e confezionate dall’esecutivo.
Se ne contano, sino ad oggi, di questi casi almeno una ventina e molti altri sono sul punto di arrivare anche su questioni importanti senza che vi sia quell’urgenza voluta dalla nostra Costituzione.
Il tutto nonostante un severo richiamo “all’ordine” del Presidente della Repubblica accolto con tracotanza farisaica dal Presidente del Consiglio: bene, bravo ma io faccio quello che voglio !
L’art. 76 della Costituzione afferma che:
L’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al governo se non con determinazione di principio e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti”.
Ad oggi, precisa in un suo pregevole articolo Roberto Zaccaria, sono stati convertiti in legge dal Parlamento circa una ventina di decreti senza che vi siano state le preventive “leggi di delega” !
Ma questa “sotterranea erosione della funzione legislativa del Parlamento" come si potrebbe definire altrimenti se non come un sovvertimento delle regole costituzionali ?
Ecco come il centrodestra, o per meglio dire Berlusconi quale parte per il tutto, sta facendo i propri comodi senza passare sotto il vaglio dell’opposizione parlamentare.
Questo significa in parole povere mettersi la democrazia sotto i tacchi di quegli stivali adusi un tempo a marciare al passo dell’oca !

venerdì, ottobre 24, 2008

Sdrucciola su una sdrucciola la Gelmini !

E COSI’ ALLA FINE
LA MINISTRA GELMINI
GETTO’ AL SENATO LA MASCHERA:
SDRUCCIOLO’ SU UNA SDRUCCIOLA

La figuraccia cui si è esposta la Gelmini in Senato è di ieri.
Parla, parla, smentendo tutto e tutti, contestando
che quello che vanno dicendo gli studenti, i loro genitori, i loro nonni e tutti i loro avi, anche quelli in via collaterale, i maestri, i professori, i direttori didattici, i presidi, i rettori e tutto il coro dell’opposizione sono tutte falsità.
L’altro ieri si era limitata a dire - imbeccata da chi ? - che da parte avversa si faceva terrorismo ma ieri è stata una vera e propria litania.
Non è vero che:
- diminuiremo gli insegnanti di sostegno (forse pensano di abolirli del tutto ?);
- licenzieremo 87.000 insegnanti (e con quali soldi li pagheranno ?);
- diminuiremo le classi a tempo pieno (ma il tempo pieno verrà pagato dalle famiglie ?);
- chiuderemo le scuole delle piccole isole e quelle di montagna (Berlusconi giorni prima aveva detto che verranno accorpate assieme al personale insegnante ed amministrativo).
Un senatore del PD urla che c’è un libro bianco sulla riforma della scuola e
la Gelmini prende immediatamente la palla al balzo e replica:
Al libro bianco sulla scuola, scritto sotto l’egìda ( e non ègida) dei ministri Fioroni e Padoa Schioppa…..
Rimbombano a questo punto in aula le sghignazzate dei senatori dell’opposizione e qualche battuta ironica.
La caduta sbagliata dell’accento di una parola sdrucciola è stata l’apoteosi della Gelmini, così dimostrando di conoscere nemmeno la grammatica italiana; circostanza che per un ministro cui è stata demandata la regia della scuola italiana è un bel colmo.
In Italia, purtroppo, oggi c’è da aspettarsi questo ed altro.
Siamo proprio ben sistemati.
Ritornando sulla questione sollevata da Berlusconi circa l’intenzione di far intervenire la Polizia per evitare le occupazioni di aule od altro all’interno delle università e dei vari Istituti, il suddetto laureato in legge con 110 e lode (io non l’ho mai visto in facoltà nonostante fossimo in pochi a quei tempi gli iscritti )non sa che è solo il Rettore o il Preside può decidere se fare entrare o meno le Forze dell'Ordine negli spazi scolastici.
Bocciata in italiano la ministrina ma promossa cum laude per la faccia tosta dimostrata.

Certo che l'Italia arretra su tutto, e non potrebbe essere altrimenti perchè
IL PESCE PUZZA DALLA TESTA

Il nostro Bel Paese

UNA DELLE TANTE FREGATURE
subite da noi poveri mortali ad opera dei
“poteri della finanza”

Ve la spiega un risparmiatore attraverso una mail, presa a caso tra le centinaia e centinai inviate a Giuseppe – Beppe per gli amici- Giulietti, deputato in quota IDV e portavoce di
Art. 21 Liberi di….
“Sono uno dei moltissimi risparmiatori che ha in portafoglio obbligazioni Lehman Brothers Holding Inc.
Come saprà queste obbligazioni fino al giorno stesso del crak venivano proposte e vendute dagli istituti di credito e dai consulenti finanziari come titoli solidi e sicuri, paragonati a bot dei quali avevano stesso rating (A+): inoltre erano inserite, fino al giorno stesso del crak 15 settembre, nell'elenco "Patti Chiari" nato esplicitamente (cito testualmente dal loro sito) "per proporre un elenco di obbligazioni a basso rischio e di conseguenza a basso rendimento, costantemente aggiornato, per orientare chi è privo di esperienza finanziaria e intende investire in titoli particolarmente semplici da valutare".
Le cito inoltre testualmente il punto 13 di "Patti Chiari" rilevabile dal loro sito:
"La banca mi informa se un titolo esce dall' Elenco Obbligazioni a basso rischio?
Se l'aumento del rischio è modesto, sarai informato al primo estratto conto successivo o comunicazione periodica della tua banca.
Se l'aumento del rischio è rilevante, cioè il titolo passa direttamente dall'area del basso rischio a un livello di rischio significativo (ovvero subisce una variazione del prezzo superiore all' 1% su base settimanale, vedi punto 8 di Patti Chiari) verrai informato entro 2 giorni.”
Basta guardare l' andamento di molte obbligazioni Lehman inserite nell' elenco "Patti Chiari" per vedere che le oscillazioni di prezzo erano da diversi giorni superiori di gran lunga all'1% .
Come mai le banche non non hanno avvisato i clienti, ma anzi continuavano a proporre i titoli alla propria clientela?
Non mi dilungo oltre…..spero abbia avuto il tempo e la pazienza per leggermi fino a qui.
Ho ritenuto di scriverLe in quanto vedo che intorno all' ennesimo caso di “malafinanza”, non vedo alcun interesse a tutelare noi risparmiatori sia da parte delle banche, che
dell' ABI.
In un mondo dove prima di tutto si tutelano e si salvano, con soldi pubblici, le banche responsabili di averci venduto obbligazioni a rischio certificandole come sicure, lasciando al loro destino noi risparmiatori con le nostre famiglie, spero Lei possa dedicare parte del Suo tempo e delle Sue energie al problema del crack Lehman Brothers H.I. ed ai suoi negativi risvolti in particolare sui circa 70.000 risparmiatori che si trovano in difficoltà”.

E dopo il pianto greco dei poveri risparmiatori un po’ di buonumore.

Anche se il politico in questione, bersaglio preferito, in quanto a quoziente
d’intelligenza, di Maria Novella Oppo sul suo “Fronte del video”, pubblicato settimanalmente – meno il lunedì - su L’Unità, oramai non fa più ridere ma piangere.
E, purtroppo, ce lo dobbiamo subire quotidianamente, su tutte le TV.
Questa sua ultima “uscita”,che troverete qui di seguito, parrebbe il massimo della sua intelligenza ma non è così perchè ve ne sono altre di più “esilaranti”.
Comunque il “balilla” non si smentisce mai e questo è anche un suo gran merito.

Dopo le numerosissime fumate nere relative alla mancata nomina di Leoluca Orlando alla presidenza della Commissione di Vigilanza ad un certo punto qualcuno, per superare l’impasse, indicò come alternativa il nome di Giulietti.
Come saprete questa carica è divenuta appannaggio di un rappresentante dell’opposizione.
A Berlusconi, e quindi a tutti i suoi fedeli reggicoda, non va bene il nome di Orlando; vuole che gli venga presentata una lista di nomi dalla quale poi lui sceglierà il candidato che avrà i voti anche da parte della sua maggioranza.
Siamo alle comiche: il capo della maggioranza che sceglie di persona il nome che comunque è di spettanza della minoranza.
Come chiamereste una tale trovata del Premier ?
Ma qualcuno della maggioranza vigila giorno e notte e subito dice la sua:
Da Gasparri un nuovo veto per Giulietti
dalla redazione di

"Fa sempre piacere svegliarsi ascoltando qualcuno che ti mette di buon umore.
E' capitato anche a me questa mattina ascoltando a La7 l'amico Gasparri che ha voluto imitare il suo capo, ovviamente non riuscendoci, chiarendo che il sottoscritto non potrà diventare presidente della Commissione di Vigilanza; una cosa tra l'altro impraticabile visto che non faccio parte della suddetta Commissione".
Lo afferma il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti.
"Ma l'aspetto davvero esilarante - prosegue Giulietti - riguarda le motivazioni, poiché Gasparri si è spinto oltre lo stesso Berlusconi dichiarando che non potrei diventarlo perché mi trovo in una condizione di conflitto di interessi sulla base della mia qualifica di dipendente Rai in aspettativa".
"A questo punto - afferma ironicamente Giulietti - di fronte al conflitto di interessi non possiamo che alzare le mani, siamo stati colpiti e affondati e non possiamo non riconoscere le ragioni di Gasparri.
Siamo altresì convinti che nelle prossime ore Gasparri andrà avanti in questa meritoria e strenua lotta contro il conflitto di interessi arrivando a chiedere le dimissioni di tutti coloro che, eventualmente, anche dalla sua parte dovessero trovarsi in questa situazione".
"Vorrei rassicurare Gasparri comunque - conclude Giulietti - perché, dal momento che voglio essere assolutamente dialogante, parlerò direttamente col suo superiore, il premier Berlusconi, per chiedergli consigli su come superare il conflitto di interessi".
"Leggo una replica dell’amico Beppe Giulietti al balilla Gasparri, che dichiara la non eleggibilità del portavoce di Articolo 21 alla presidenza della Vigilanza per conflitto d’interessi, in quanto dipendente Rai in aspettativa.

" Scrive in una nota il presidente di Articolo21, Federico Orlando.
" Apprezzo la volontà di Beppe di rivolgersi al Duce in persona, per chiedergli consigli su come superare il conflitto d’interessi.
Ma mi domando se il balilla Gasparri e gli altri del manipolo meritino tanta attenzione."
NOTA FINALE
Gasparri ha querelato la Oppo per la lunga serie di
“CRETINO”
affibbiatagli nei sui corsivi.
Credo che la Oppo abbia buone possibilità di essere assolta dall’accusa rivoltale da Gasparri; quello che, invece, sarà difficoltoso è il compito di raccogliere in poco tempo tutte le tonnellate di carta o di audio relative all’attività svolta dal querelante in tutti questi anni di vita
politica e parlamentare.
Più prove di queste, anche se basterebbe la legge Gasparri - chissà chi gliela scritta ! - sull' assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI.

Definita come una

Legge tribale ed incostituzionale.

giovedì, ottobre 23, 2008

Video surriscaldato

GAG TRAGICA

Ieri mattina a Omnibus si parlava del decreto Gelmini e se ne dicevano di tutti i colori contro il movimento che viene dalle scuole, sobillato ovviamente dal Pd, a detta dei signori della destra.
E magari fosse che il partito di Veltroni avesse tanta influenza tra i giovani!


Gasparri, comunque, si è rivolto con queste parole a Fioroni:
«Ignorante, tu la scuola non l’hai conosciuta neanche da ragazzo, alle elementari».
All’ex ministro del Pd è scappato da ridere e non ha reagito come avrebbe fatto qualsiasi persona normale.
Speriamo almeno che lo abbia fatto a telecamere spente.
Più tardi, al Tg2 delle 13, abbiamo sentito e visto Berlusconi, con a fianco la impalata Gelmini, minacciare gli studenti e dare al ministro dell’Interno l’ordine di usare la polizia.
D’un tratto il barzellettiere si è fatto truce, il parrucchino si è fatto elmo di Scipio e l’imputato di mille processi si è fatto difensore della legalità.
Una gag tragica e ridicola che nessuna parodia potrebbe rendere più grottesca. Ottantamila insegnanti e decine di comici sul lastrico.
da
FRONTE DEL VIDEO
di
Maria Novella Oppo
23 ottobre 2008
Come da prassi il participio passato del verbo imputare si è rimangiato tutto col solito
“IO NON HO MAI DETTO CHE…”
L’hanno sentito in molti quello che ha detto in TV, anch’io, ed allora mi chiedo se sono matto io o qualcun altro.
Come siamo caduti in basso !
Ma forse oggi, in Cina, gli è risultato indigesto il locale piatto nazionale a lui molto caro per averlo più volte reclamizzato in TV:
“bambini bolliti”
con il famoso contorno
Xihongshi Chao Jidan.
Domani ? Cosa dirà ?
Comunque ha lasciato in Italia una brava persona, la ministrina Gelmini, acida ed incosciente più che mai, che oggi al Senato, tra gli applausi dei camerieri del premier, ha accusato l’opposizione di fare
“TERRORISMO”
Tanto per calmare le acque.
VERGOGNA !

mercoledì, ottobre 22, 2008

Le proteste del sistema scolastico nei confronti della riforma Gelmini

L'Università contro la Gelmini
Berlusconi: ci mando la polizia!
Così parlò il dittatore "prevalente" !!!
Una DIAZ bis di trista memoria ?

Assemblee e proteste in tutta Italia

Il corteo del 10 ottobre
Gli studenti di scuola e università protestano democraticamente contro la riforma della Gelmini.
E Berlusconi minaccia rappresaglie fisiche:
«Dico chiaro un avviso ai naviganti: non permetteremo l'occupazione delle scuole e dell'università.
Oggi convocherò il ministro dell'Interno Maroni per studiare con lui gli interventi delle forze dell'ordine».
È questa la politica preferita del governo di destra, come del resto fa già con l’opposizione, che come detto da Berlusconi o dice come vuole lui o non ci deve essere. Il premier ha tutta una sua teoria sulla protesta corale che investe indistintamente tutte le scuole e le facoltà della penisola:
“dietro alle manifestazioni sulla scuola c’è l'estrema sinistra e, come a Milano, anche i centri sociali».
«Non ritireremo il decreto legge che è sacrosanto - proclama Berlusconi -
I leader della sinistra dicono solo menzogne».
Berlusconi ha poi cercato di respingere punto su punto le accuse al decreto legge scuola:
«Non verrà mandato via alcun insegnante – ma poi è costretto ad ammettere –
ci sarà solo il blocco del turn over».
E ancora non può smentire neanche che ci sarà una riduzione del tempo pieno:
«Le famiglie potranno scegliere liberamente».
Clamorosa è poi la retromarcia sul maestro unico:
«Non ci sarà il maestro unico nelle elementari, ma il maestro prevalente».
Per non parlare della chiusura degli istituiti nei piccoli comuni, tanto sbandierata dalla Gelmini fino alla settimana scorsa.
Il premier la smentisce e ora dice:
«Non chiudono le scuole più piccole: ci sarà un solo preside e un solo segretario per più scuole con pochi alunni».
Berlusconi, infine, affronta il discorso del voto in condotta, dove già la Gelmini aveva dovuto fare un altro dietrofront:
«Non si boccerà con il 7 in condotta.
Verrà bocciato chi ha 5 in condotta, ma solo con il via libera del Consiglio d'istituto e di classe».

Il segretario del PD, Walter Veltroni afferma:

«C'è un movimento di protesta molto ampio, che riguarda famiglie, studenti, insegnanti.
Se fossi nel governo farei un gesto politico: ritirerei quel decreto Gelmini che è alla base di tutta questa sofferenza e ritirerei le misure finanziarie prese».
Secondo il leader del Partito democratico,
«vanno rimodulati i costi, ma anche specificando che ogni lira tagliata di sprechi all'interno del sistema scolastico deve rimanere nella scuola.
Il sistema scolastico italiano fa acqua da tutte le parti e l'unico che non faceva acqua era la scuola elementare».
Quindi, chiede Veltroni,
«il governo ritiri il dl e apra un tavolo con tutti i soggetti interessati. Se così sarà, noi siamo disposti a dare il nostro contributo».
La conclusione della conferenza stampa, in cui il premier ha dato queste interpretazioni è in linea con la sua visione del mondo.
Rivolgendosi direttamente ai giornalisti presenti in sala, Berlusconi ha minacciato anche i quotidiani:
«Mandate i saluti ai vostri direttori e ditegli che saremmo molto indignati e preoccupati se la conferenza stampa di oggi sulla scuola non avesse seguito».
Il presidente del Consiglio bacchetta tutta la stampa italiana:
«Si sta facendo una cattiva informazione».
E poi conclude in grande stile:
«Avete quattro anni e mezzo per farci il callo, non intendo retrocedere di un centimetro».


Sempre le stesse frasi fatte con il contorno di slogan di sfida chwe mal si addicono in bocca ad un Premier; ma lui non è un premier ma solamente il padrone di uno Stato., per dirla alla Staino il

"dittatore prevalente"

Dice, non dice e poi si contraddice.
No a questo no a quello, in pratica quella della Gelmini è una riforma camuffata perchè in realtà altro non è che un prelievo forzoso di risorse destinate alla scuola, ben 8 miliardi, voluto da Tremonti per poter essere destinati, secondo i suoi progetti, altrove.
Tolto di qui tolto di là cosa rimane di novità del decreti legge ?
Un bel nulla.
Parlando della mia giovanile permanenza nei mesi estivi in Svizzera per l’apprendimento del francese e tedesco mi sono dimenticato di sottolineare una usanza elevetica.
Gli studenti per poter nel domani arrivare a posizioni di un certo rilievo debbono conoscere almeno delle quattro lingue ufficiali (francese, tedesco, italiano e romando); certamente le imparano a scuola – regole grammaticali ed anche , la sintassi per il tedesco -; ma per scriverlo e parlarlo come se fosse la loro madrelingua si spostano ogni estate i tedeschi nei Cantoni francesi ed i francesi in quelli tedeschi.
Non è una mania ma una necessità anche perché solo così vengono superati quei pesanti pregiudizi che creano un solco tra le due etnie.
Ma questo i ministri Maroni e Gelmini non lo sanno.
In definitiva Tremonti ha necessità di racimolare molti miliardi per far quadrare i conti e 8 miliardi dove può trovarli se non, con una miope lungimiranza, nel capitolo scuola pubblica che, secondo lui e gli altri ministri, premier compreso, non serve a nulla perchè coloro che dovranno andare avanti nella scala sociale si iscrivono in quelle private, peraltro sovvenzionata con soldi pubblici !
Anche le Università vengono depredate dei fondi importanti non solo per la ricerca, però poi vengono foraggiati altri istituti, spacciati per centri di Studi d’alta rilevanza, come per esempio, cui ho già accennato in un altro post, quella di Lucca.
Solo che giocare con gli studenti al gatto e al topo alla lunga può costare caro al Governo.
Gli studenti non sono pompati da nessuno, non ne hanno bisogno, perché sanno ragionare, nella stragrande maggioranza da soli, con la propria testa.
E questo a Berlusconi non va giù !
Poi una parola sulla partecipazione a Milano dei “Centri sociali”.
Beh a Napoli sono stati precettati i camorristi dall’allora opposizione per la questione dei rifiuti.
A questo punto credo siano meglio i primi rispetto ai secondi.
O sbaglio ?
Ma che Premier che abbiamo !
Condanna oggi che è al governo quello che lui ed i suoi hanno fatto ieri allorché erano all’opposizione.
Bravo.
Iuppiter imposuit nobis binas peras….
Inizia così una famosa favola di Fedro la cui morale può sintetizzarsi nel senso che noi vediamo i difetti degli altri ma non i nostri; i primi sono nella bisaccia che portiamo davanti, sul petto, mentre i secondi sono conservati in quella bisaccia che portiamo di dietro sulle nostre spalle.
Il Berlusconi ed i berluskones hanno solo la bisaccia sul retro., proprio sopra la loro facciata posteriore.

Appello a favore dei diversamente abili

Salviamo i diritti all'integrazione e allo studio dei cittadini diversamente abili
di Osservatorio

On. Presidente della Repubblica,Onorevoli Presidenti di Camera e Senato,Ministro dell'Istruzione, on. Gelmini,
chiediamo

LA REINTEGRAZIONE DEI DIRITTI ALLO STUDIO, ALLA DIGNITA' DELLA PERSONA, ALL'INTEGRAZIONE, AD UNA AUTENTICA OTTIMIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA' RESIDUE DEGLI ALUNNI E STUDENTI DISABILI DI TUTTA ITALIA.
Infatti, a causa di una normativa farraginosa, astrusa, ma soprattutto incostituzionale, in quanto difforme da principi sanciti dalla Costituzione, bambini e ragazzi diversamente abili, con certificazione di handicap in situazione di gravità ex art. 3, 3° comma legge 104/1992, nell'anno scolastico 2008/2009 sono rimasti - al contrario dello scorso anno - privi di insegnante di sostegno con rapporto 1:1 ; infatti le ore di sostegno sono state incredibilmente ridotte a poche ore settimanali.
Tutto ciò provoca ingenti problemi, disagi ed emarginazione agli studenti disabili, nonché disorganizzazione e confusione nella gestione delle classi.Certo questa non è una scuola moderna e civile, né una scuola che promuove il diritto all'istruzione ed il diritto di uguaglianza di tutti gli studenti!!!I genitori di questi ragazzi portatori di handicap sono disperati e tutti noi cittadini non riusciamo a comprendere come ciò sia potuto accadere.
È veramente triste ed amaro constatare che proprio nel 2008, in cui si celebra il 60° anniversario della nostra Costituzione e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, nelle scuole italiane si segnali la violazione di un concreto diritto allo studio, all'integrazione, alla riabilitazione dei disabili, alla valorizzazione di quelle loro capacità residue, che se non trattate adeguatamente, corrono il rischio di causare serie ed irreversibili involuzioni.
Tutto è partito dalla legge n.244 dicembre 2007, (meglio nota come finanziaria per il 2008) e confermata dalla finanziaria 2009, che, nell'applicare un mero criterio numerico (1 insegnante di sostegno per ogni 2 disabili a prescindere dalla loro gravità) vuole e, di fatto, uniforma tale rapporto ½ su tutto il territorio nazionale dimenticando la specificità ed il bisogno formativo legato alla certificazione di ciascun alunno diversamente abile; tutto ciò comporta che in tante regioni, ove il rapporto è diverso da quello previsto nella finanziaria 2008, si è avuta una notevole contrazione di organico di sostegno, con gravissime conseguenze.
Ma i diritti fondamentali della personalità, di uguaglianza e solidarietà sociale, sanciti dalla nostra Costituzione, non li può sopprimere nessuna legge ordinaria. Il diritto allo studio dei disabili non si può ridurre ad una arida e squallida formula matematica che non tiene conto delle vere e concrete esigenze degli studenti portatori di handicap gravi.
È proprio per questo che viene lanciato un appello a codeste Onorevoli Autorità, affinché si provveda con urgenza, in maniera fattiva, a ridare dignità agli studenti diversamente abili, che al momento si trovano espropriati dall'esercizio di diritti fondamentali, inviolabili ed imprescindibili, costituzionalmente garantiti.
PRIMI FIRMATARI:
- Margherita Corriere, avvocato, presidente Osservatorio regionale sui disabili, Cosenza
- Rita Guma, presidente Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus, Torino
- Davide Pinardi, scrittore, storico e autore di libri per ragazzi, Milano-
Claudio Sabelli Fioretti, giornalista e scrittore, Trento
- Mimmo Lombezzi, giornalista e autore televisivo, Milano
- Oliviero Beha, giornalista e scrittore
- Massimo Vita, esperto inserimento scolastico non vedenti, Siena
- Antonio Quatraro, tiflologo, esperto di segnografia musicale braille, Firenze
- Adele Baudo, psicologa, Palermo
- Grazia Iaccarino, medico psichiatra, Caserta
- Roberto Topino, medico del lavoro, Torino
- Patrizia Gentilini, medico, Forli',
- Carla Buzza, esperta di comunicazione, Roma,
- Claudio Giusti, esperto di diritti umani, Forli'
- Nadia Scardeoni, promotrice del manifesto "Infanzia, Patrimonio dell'Umanità", Verona
- Danila Indirli, magistrato, vice-presidente Associazione "Dalla parte dei minori", Ravenna
- Antonio Antonuccio, esperto in Servizio Sociale, docente Univ. Messina, Vibo Valentia
- Demetrio Delfino, avvocato, Cagliari
- Mario Alberto Ruffo, docente Facolta' di Giurisprudenza Univ. Magna Grecia di Catanzaro
- Noemi Novelli, criminologa, Presidente Osservatorio crimini sulle donne e sui minori, Roma
- Angela Parrinello, Comitato tecnico-giuridico Osservatorio legalita' diritti, Catanzaro
- Elisa Mabrito, segretario nazionale Osservatorio legalita' diritti, Torino
- Giulia Alliani, Osservatorio legalita' diritti, Milano,
- Rosanna Novara, biologa, Torino
- Alessandro Balducci, Osservatorio legalita' diritti, Ravenna,
- Giovanni Alberto Pisano, ingegnere, libero professionista, Torino
Per aderire scrivi a sos@osservatoriosullalegalita.orgi indicando nell'oggetto
ADESIONE AD APPELLO RAGAZZI DIVERSAMENTE ABILI
e firmando la mail con nome, cognome, professione, provincia.
Le adesioni saranno pubblicate sul sito senza indirizzo e-mail e naturalmente inviate alle autorita' destinatarie indicate

Tematiche sensibili

LE CLASSI DIFFERENZIATE
Un vecchio pallino della Lega Nord

Incominciò con le lezioni particolari per l’apprendimento del dialetto milanese.
Alcuni mesi or sono girava on line un post che ebbe ad attirare una particolare attenzione da parte di moltissimi lettori, tra i quali il sottoscritto,soprattutto per la maniera elegantemente sarcastica attraverso la quale venivano esposti alcuni principi del vivere civile padano.
Allora si parlava, come anche adesso del resto – via gli insegnanti, i giudici, ecc… terroni – dei meridionali ai quali, ad abundantiam, vennero poi aggiunti gli extra-comunitari ed i rom.
Questo post è stato scritto in lingua meneghina e non poteva essere altrimenti; se l’ignoto autore l’avesse per puro caso scritto in dialetto bergamasco, solamente in pochi avrebbero potuto comprendere il contenuto del testo.
In Svizzera, ai miei tempi giovanili, conobbi un ragazzo bergamasco che era emigrato lì per lavoro; per capirci dovevamo parlare in francese, anche se il suo era ancora poco corretto !

ECCO LA TROVATA
un
CORSO per TERRONI

LA “LEGA LOMBARDA” PER DIMOSTRARE DI NON ESSERE RAZZISTA ORGANIZZA UN CORSO DI MILANESE PER MERIDIONALI (TERUN) COME DAL SEGUENTE BANDO:

Cours de Milanes per i Terun

La Lega lombarda l’urganisa un cours de Milanes per i brutt terun.
Per pudè fa el cours el Terrun el duarà:

1. Ves ben lavàa, stiràa e sugàa, disinfettàa count spirit e/o profumàa count l’acqua de culonia.

2. Fas usigenà i cavei per tirà via un pu l’aspet de brutt terun.

3. Presentà el certificà de resident in lombardia da almen 5 ann.

4. Impegnas a ciamà minga chi i parent, i amis e compagnia bela per almen 10 ann.

5. Presentà una dichiarasiun de impegnass a : andà dumà in di bar, in di cross d’i tram e de la metropolitana e in d’ì cà riservà ai terun e de andrà no in d’ì post frequentà dai Lumbard.

6. De duperà i strad dumà per andà da cà a la boutega a cà primadi vot’ur de la matina e dopu i ses’ur del dopumesdì, pusè svelt che poden e dopu stà tapà in cà sensa fass vedè in gir e quest per minga rump i cuiun a la gent de Lumbardia.

A la fin del cours el terun el sarà marcà a foeug (in sui ciapp) count un numer de matricola e count la scrita
“Terun Rieducà”

Soulament a sti coundision el brutt terun el pudarà imparà el milanes e viv a Milan.
A la fin el creparà, el sarà souterà in un camp aposta per i teruni cume lu, ma sempre in del cimiter cume i lumbard.

W UMBERTO BOSSI
W EL PRUGRESS, LA LIBERTA’
(………….e vada via i ciapp ! )

Poco dopo girò una vignetta raffigurante Bossi che interrogava a fine corso un teruncell
Alla domanda del senatur: “cume l'è che te ciamet?
Risposta: “va a scua il mar cun la furchetta”.

martedì, ottobre 21, 2008

Biografia urticante

LA GAFFE USA
“Berlusconi ?
Un politico dilettante in un Paese corrotto !
L’hanno spacciata come gaffe, uno “sfortunato errore,” ma…….
Cosa è accaduto vi chiederete.
Ecco i fatti.
In occasione dell’ultimo G8 giapponese del luglio scorso sull'Air Force One che portava Bush assieme ad alcuni giornalisti venne distribuito un kit stampa della Casa Bianca dal contenuto alquanto imbarazzante in quanto si trattava di
“materiale insultante nei confronti del premier e degli italiani”;

in particolare la biografia del nostro Premier era, per così dire, il best-seller dell’intero pacchetto.
Esplosa la notizia Bush fu costretto a porgere prontamente le sue scuse sia al suo “amico” Berlusconi che al popolo italiano.
Io non le ho ricevute, e voi ?
Fa lo stesso perché quanto c’era scritto corrispondeva alla nuda e cruda verità.
Questa è l’ipocrisia della politica messa in atto da alcuni, molti pe il vero, rappresentanti di numerose nazioni.
Predicano bene ma razzolano male.
LA BIOGRAFIA
così come riportata dalla stampa
«Il premier italiano è stato uno dei più controversi leader nella storia di un paese conosciuto per corruzione governativa e vizio - si legge nel profilo -.
Principalmente un uomo d'affari con massicce proprietà e grande influenza nei media internazionali.
Berlusconi era considerato da molti un dilettante in politica che ha conquistato la sua importante carica solo grazie alla sua notevole influenza sui media nazionali finché non ha perso il posto nel 2006».
Ma la biografia pubblicata sul 'press kit' non si ferma qui:
«Odiato da molti ma rispettato da tutti almeno per la sua 'bella figura' (in italiano nel testo) e la pura forza della sua volontà - afferma la biografia - Berlusconi ha trasformato il suo senso degli affari e la sua influenza in un impero personale che ha prodotto il governo italiano di più lunga durata assoluta e la sua posizione di persona più ricca del paese».
La biografia di Berlusconi, che cita anche il fatto che da ragazzo «guadagnava i soldi organizzando spettacoli di marionette per i quali faceva pagare il biglietto di ingresso», ricorda che il futuro premier italiano mentre studiava legge a Milano «si era messo a vendere aspirapolveri, a lavorare come cantante sulle navi da crociera, a fare ritratti fotografici e i compiti degli altri studenti in cambio di soldi».
La Casa Bianca avrebbe prelevato la biografia di Berlusconi dalla 'Encyclopedia of World Biography' che risulta aggiornata al giugno 2008.

LE SCUSE
In serata, il portavoce della Casa Bianca, Tony Fratto, ha inviato una lettera nella quale si scusa a nome della Casa Bianca:
«Scrivo - si legge nella lettera - in relazione a certi documenti di background che sono stati distribuiti ai giornalisti in viaggio sull'Air Force One per il vertice del G8 che si tiene in Giappone.
Una biografia non ufficiale del primo ministro italiano Berlusconi, inclusa nel materiale stampa, utilizza un linguaggio insultante sia nei confronti del primo ministro Berlusconi che del popolo italiano.
I sentimenti espressi nella biografia non rappresentano le vedute del presidente Bush, del governo americano e degli americani.
Ci scusiamo con l'Italia e con il primo ministro per questo errore davvero sfortunato.
Come tutti coloro che hanno seguito il presidente Bush, il presidente ha per il premier Berlusconi e per tutti gli italiani la più alta stima e riguardo».
*******
Scuse accettate dal premier, a quanto pare.
Tanto che il giorno dopo Berlusconi ha archiviato la gaffe sottolineando che l'Italia è un Paese che ama «autoflagellarsi» dando pubblicità a questo genere di cose.
Nel corso di una conferenza stampa a margine del G8 in Giappone, sollecitato da un cronista, il presidente del Consiglio ha derubricato con un gesto della mano la faccenda aggiungendo solamente che l'Italia
«è un Paese che ama flagellarsi e illustrarsi malamente»
proprio dando spazio a queste cose.

Ma questa biografia non è stata scritta da quei comunisti che sono i giornalisti che trovano ospitalità su L’Unità od altri giornali di sinistra bensì su una enciclopedia alquanto seria che così inizia la storia di Berlusconi:
“Italian Prime Minister Silvio Berlusconi (born 1936) is one of the most controversial leaders in the history of a country known for governmental corruption and vice. Primarily a businessman with massive holdings and influence in international media, he is regarded by many as a political dilettante who gained his high office only through use of his considerable influence on the national media…….”
Altro che autoflagellazione !
Perchè non si guarda un poco allo specchio e lo interroghi:
“Specchio delle mie brame chi è il più dritto del reame ?”
Dopo pochi giorni, come se nulla fosse, ecco il bocca a bocca con Bush.
In un crescendo di servilismo e vestendo i panni dell’indovino ecco la sparata:
“passerà (Bush) alla storia come un grande, grandissimo presidente”.
Il vate improvvisato non sapeva che il premio Nobel 2008 per l’economia è stato assegnato allo statunitense Paul Krugman, storico oppositore della politica economica ed estera di Bush e noto come economista neo-keynesiano, teorico cioè dell'intervento dello Stato per regolare il mercato.
Poco male, certo però che non ha fatto una bella figura nelle vesti di lecchino.
Mi viene in mente uno slogan lanciato anni or sono da un corteo di studenti che diceva, riferendosi a Berlusconi:
“Si crede uno statista ma è solo un cavaliere
e dell’amico Bush è solo il cameriere”.
Vox populi vox dei.
Dovrebbe crederci anche lui visto che col “popolo” si riempie sempre la bocca ma soprattutto le tasche.