domenica, ottobre 01, 2006

Sull'eutanasia - V^ ed ultima parte


Sull’eutanasia
V^ ed ultima parte



La legalizzazione dell’eutanasia entrerà mai tra le leggi vigenti in Italia ?

E’ questa la domanda che ci si pone da più parti, sia dai favorevoli a che ciò avvenga che da coloro che, invece, sono contrari.
Parrebbe che il cammino perché questa legalizzazione avvenga sia ancora lungo e difficoltoso anche se, per dirla alla Mannheimer, il pensiero degli italiani vada sempre più laicizzandosi; gli ostacoli maggiori provengono da ben identificati gruppi politici che non riescono ad uscire dalla concezione confessionale dello Stato anche se poi personalmente, nella loro vita privata, violano alcuni principi fondamentali della nostra religione cattolica, come per esempio, “l’indissolubilità del matrimonio religioso”. Divorziano, si risposano - fatti loro certamente - e poi, nonostante il divieto canonico, vanno anche in chiesa a comunicarsi. Come poter accettare da loro lezioni di etica ?
Lo Stato deve garantire a tutti i cittadini pari dignità, qualunque sia la loro fede religiosa ed anche a chi non è ha alcuna per la qual cosa è obbligato a legiferare in linea generale per tutti, sarà poi onere di ogni singolo cittadino fare le proprie scelte sulla base delle proprie credenze religiose, ammesso che ne abbia.
In Italia, a differenza di altre nazioni, abbiamo al riguardo solamente norme punitive, risalenti al ventennio fascista nel corso del quale faceva molto comodo al nostro dittatore dimostrasi vicino alle gerarchie vaticane, dettate solo in parte da ragioni religiose ma, ancor più, dall’imperativo categorico della salvaguardia della razza ariana:
· lo stesso codice civile, all’art. 5 (Atti di disposizione del proprio corpo) – Gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una diminuzione permanente della integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume.
Da allora, eravamo nel marzo del 1942, dopo 25 anni, sono incominciate a piovere eccezioni a siffatta norma: per esempio la legge 26 giugno 1967, n. 458 ha legalizzato l’espianto ed il susseguente trapianto di reni tra persone viventi, la legge 22 maggio 1978, n. 194 ha permesso l’interruzione volontaria della gravidanza, la legge 04 maggio 1990, n. 107 ha disciplinato le attività trasfusionale di sangue umano, la legge 12 agosto 1993, n. 301 i prelievi ed innesti delle cornee.
· il codice penale, all’art. 579 (Omicidio del consenziente) prevede per chi cagiona la morte di un uomo ( ma quella della donna è consentita ? alla francese che pur parlando di egalitè per ogni uomo diedero, post rivoluzione, il diritto di voto solamente agli uomini e non anche alle donne ) col di lui consenso la pena della reclusione da 6 a quindici anni.
E’ da notare che questa ipotesi di reato è molto attinente a quella della eutanasia attiva e passiva. E’ pertanto questo l’articolo che andrebbe cancellato del tutto dal nostro ordinamento giuridico e sostituito in toto da una nuova legge con tanto di regolamento che preveda specificamente i casi ammessi e le modalità operative perché al malato terminale possa applicarsi la procedura dell’eutanasia.

La prima proposta di legge risale al 1984 e fu presentata dall’on. Loris Fortuna al cui nome è legata l’introduzione in Italia del divorzio; altre proposte, come ho già riferito, sono state presentate ma tutto tace.
Su questo campo nel 2001 il Parlamento ha approvato solo una legge, quella che regolamenta l’uso dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia anti-dolore.
Non ci resta che……insistere nell’attesa che si faccia anche chiarezza sulle intenzioni dei nostri deputati al riguardo del TESTAMENTO BIOLOGICO; poi si vedrà il da farsi.
La Rosa nel Pugno il 19 gennaio 2006- allora un sondaggio Eurispes dava favorevoli alla legge in parola solo il 38 % degli intervistati - ha presentato l’ultima proposta di legge, contenete 7 articoli, sulla legalizzazione dell’eutanasia sia attiva che passiva e, ben conoscendoli, non staranno di certo con le mani in mano.
Ma andiamo al panorama sulla legislazione vigente in altri Paesi europei e non.

BELGIO
In vigore dal 23 settembre 2002, la legge sull’eutanasia volontaria prevede la non punibilità dei medici che la praticano nei confronti di pazienti maggiorenni – od anche minorenni purchè capaci di intendere e di volere – che la richiedano per iscritto liberamente, consapevolmente e reiteratamente.
Il paziente deve essere affetto da patologia grave ed incurabile che rechi sofferenze, fisiche o psichiche, non altrimenti evitabili.

DANIMARCA
Il malato incurabile può esplicitare con testamento la propria intenzione di voler interrompere le cure mediche.

GERMANIA
Il suicidio assistito non è previsto dalla legge come reato a patto che il malato sia cosciente delle proprie azioni.

GRAN BRETAGNA
L’eutanasia è illegale ma non è raro il caso in cui i giudici, su ricorso del malato, autorizzino i medici ad applicarla. E’ da ricordare come in questa nazione più delle leggi scritte valgano le norme derivanti da usi e costumi nonché i precedenti giurisprudenziali su casi concreti pregressi.

OLANDA
In vigore dal 01 aprile 2001, sia sull’eutanasia che sul suicidio assistito, legalizzava anch’essa l’impunità che, di fatto, i medici godevano di già per ogni atto compiuto al fine di “accelerare”il termine della vita di pazienti gravi o morenti attraverso la somministrazione di dosi letali di farmaci o con la sospensione le cure ordinarie necessarie.
Contro il tipo di eutanasia attiva praticato in Olanda è insorta la Federazione Internazionale dei Centri ed Istituti di Bioetica, ritenendo che questa pratica violi la Convenzione Europea sui diritti dell’Uomo.

SVEZIA
E’ stato depenalizzato solamente il suicidio assistito.

SVIZZERA
E’ ammesso il suicidio assistito.

Al di fuori dell’area europea ?

AUSTRALIA
I soli territori del nord avevano nel 1995 avevano legalizzato l’eutanasia attiva volontaria ma una successiva sentenza della Corte Suprema ha annullato due anni dopo questo provvedimento.

CANADA
Negli stati di Manitoba e dell’Ontario hanno piena validità e vengono normalmente eseguite le volontà espresse dai malati terminali attraverso il TESTAMENTO BIOLOGICO

CINA
Dal 1998 gli Ospedali sono stati autorizzati a praticare l’eutanasia ai malati terminali.

U.S.A.
La legge federale vieta l’eutanasia ma dal 1997 la Corte Federale ha rimandato ad ogni singolo Stato la possibilità di legiferare in merito.
La legislazione varia, quindi da Stato a Stato sebbene quella prevalente sia quella che garantisce il rispetto delle volontà del malato scritte su un TESTAMENTO BIOLOGICO.
Lo stato dell’Oregon ha legalizzato la possibilità da parte del malato di richiedere l’assunzione di farmaci letale ma un tribunale federale ha bloccato questa legge.

Considerazione finale
Ognuno di noi, nel corso della propria vita, non può solamente curarsi il proprio orticello ma ha quasi un obbligo morale di occuparsi anche delle gioie e dei dolori del prossimo nella misura proporzionale a quanto il proprio istinto ed il proprio animo gli detta.
Alle volte anche una sola buona parola, un gesto gentile, basta per salvare una vita umana mentre l’indifferenza verso il prossimo può anche uccidere, ricordatevelo.
La vita fornisce lezioni impagabili che poi è difficile dimenticare nei momenti “cruciali” ma il tuo aiuto deve essere disinteressato, il bene per il bene e non accompagnato da altri reconditi interessi.
Solo così si può comprendere come la vita può darti anche delle grandi soddisfazioni solo che tu lo voglia; di simili persone ce ne sono molte, nascoste nel voluto anonimato, aiutano i più deboli, quelli che da soli non ce la fanno, i malati, come quelli terminali.
Le cronache dei giornali ci raccontano fatti quasi inenarrabili compiuti da giovinastri ma mai un accenno a quelle migliaia e migliaia di ragazzi che passano tutte le feste negli ospedali ad assistere i malati terminali; alla mia età non lo posso più fare ma il ricordo di quel ragazzo paraplegico che mi aveva chiesto di ucciderlo non si è mai allontanato dai miei pensieri.
Una volta esploso il caso Welby non potevo rimanere indifferente ed ho per questo ritenuto di ridare memoria ad alcuni studi universitari da tempo accantonati e riaggiornarli in fretta perché potessi, scrivendo un qualcosa, dare il mio contributo a chi avesse la voglia di leggermi di formarsi su questa tematica un suo personalissimo giudizio, positivo o negativo non importa purchè sia solo suo e non imposto da altri.

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